Realmonte (Ag)….Un'emozionante viaggio nella Storia del Mediterraneo





INDICE
1.      La Cattedrale di Sale
a)      Ubicazione – L’Italkali S.p.A. – La Miniera;
b)      Video …. Si scende sotto il Mare dentro la Terra;
c)      Il Santuario  di Sale di Santa Barbara;
d)     Video
La Miniera di Sale (Realmonte – Agrigento) – Linea Verde – RAI 1
Cattedrale di Sale – Voyager
Miniere di Sale – Realmonte – Agrigento – RAI 3

e)      Il Rosone

2.      La Scala dei  Turchi
2.a – Ubicazione
2.b – Il Colore della Roccia;
2.c – Etimologia – Storia
2.d – La Leggenda di “U Zitu e A Zita” (i due fidanzati);
2.e – Richiesta per il Riconoscimento della “Scala dei Turchi” come Patrimonio
           dell’UNESCO;
2.f – La “Scala dei Turchi” è la spiaggia Italiana più popolare su Istgram;
2.g – La “Scala dei Turchi” oubblicizzata dall’Alitalia nei suoi biglietti;
2.h – Aspetti Geologici – L’Influenza dei Parametri Orbitali;
          Video : Storia Geologica della Sicilia
2.i – Vincoli: SIC e Paesaggistici
2.l – Problematiche:
   2.l.a – Prelievo di Marna;
   2.l.b – Possibili caduta di massi – Video: La Frana del Dicembre 2017;
              La Chiusura della Spiaggia – A Maggio 2019 è ancora vietato l’accesso;
   2.l.c – 2014 – Il Comune scoprì che l’Area è privata;
   2.l.d -  Demolizione di un Ecomostro ed ampliamento del Belvedere (2017);
   2.l.e – Gli Ecomostri demoliti nel 2013;
   2.l.f. – Nuovo Attacco alla “Scala dei Turchi”  con  la costruzione di un Borgo.
               Una lunga vertenza giudiziaria


Video
Drone in volo riprese aeree - Scala dei Turchi "Reloaded"

               Nuove speculazioni
Video:
“Mediterraneo”
Il grande Mango dedicò una melodia… una poesia… al Mar Mediterraneo

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1.      La Cattedrale di Sale
Esistono luoghi che solo per caso o grazie al racconto di un viaggio è possibile conoscere ed ammirare. La provincia di Agrigento è conosciuta per le sue bellezze archeologiche e barocche ma presenta altri aspetti che potremmo definire nascosti. Tesori celati nelle profondità della terra ed espressioni di una Sicilia che non finisce mai di stupire per i suoi molteplici e non valorizzati aspetti.
Un tesoro nascosto… in profondità nelle viscere della Terra… è la miniera di salgemma di Realmonte. Una miniera che custodisce un’opera d’arte dalla duplice origine. Un’origine legata all’espressione religiosa di uomini di grande fede e al lavoro incessante, millenario della natura e del suo lento e meraviglioso incidere nel tempo.

a)      Ubicazione – L’ITALKALI S.p.A. – La Miniera
La miniera di salgemma di Realmonte, posta a circa 4 km da Porto Empedocle, è gestita  dall’Italkali (Società Italiana Sali Alcalini). La società procede  in un attività estrattiva intrapresa da tempo e che spinge il suo lavoro a decine di metri in profondità.




L’attività estrattiva è modernissima e si scende nelle viscere della terra anche con potenti fuoristrada.
Una miniera che si è formata  ben sei milioni d’anni fa. Come detto la struttura estrattiva è ben organizzata e tecnologicamente all’avanguardia. I minerali estratti sono principalmente salgemma e kainite. Il salgemma viene lavorato per uso industriale e domestico e la maggior quantità di prodotto viene distribuito in Europa come sale antigelo. La kainite invece  è utilizzata come fertilizzante nell’agricoltura biologica.

Ingresso della Miniera


Estrazione sale (Italkali)








Il giacimento occupa una superficie di ben 60 chilometri quadrati, distribuiti lungo la costa tra Porto Empedocle e Siculiana, e presenta una riserva mineraria di grande consistenza con molte possibilità di sviluppo legate alla grande quantità di minerali potassici. La produzione annua, in base ai dati in mio possesso, ammonta a circa 500.000 (altre fonti parlano di ben 700.000) tonnellate di salgemma.
Il giacimento è scavato a circa 150 metri di profondità e a 30 metri sotto il livello del mare.

Una miniera  dalle grandissime risorse estrattive che potrebbero esaurirsi tra 200 anni. La sua origine è naturalmente legata alla vita geologica del Mediterraneo e della Sicilia ed è relativamente recente anche se si parla di circa cinque – sei milioni di anni fa cioè al periodo del Messiniano. Un periodo contraddistinto dal prosciugamento del Mediterraneo a causa della chiusura dello Stretto di Gibilterra che portò alla parziale evaporazione delle acque. La roccia dove l’acqua ha scavato la bellissima Grotta del Vento risale a ben 200 milioni d’anni fa.
Naturalmente le acque del Mediterraneo, una volta chiuso lo stretto di Gibilterra, cominciarono ad evaporare e il sale precipitò sul fondo formando dei banchi molto estesi che raggiunsero lo spessore di 40 metri. Su questo spessore di sale si depositarono quindi le argille, formando una spessa coltre. Successivamente i movimenti orogenetici sollevarono il giacimento facendolo emergere dall’attuale livello marino. La copertura argillosa dello spesso strato di sale, essendo impermeabile, fece da protezione  al sale impedendo che venisse a contatto con l’acqua piovana. Senza la presenza di questo strato d’argilla il sale sotto l’azione dell’acqua, naturalmente in millenni, si sarebbe completamente sciolto.

La roccia delle gallerie è costituita da strati policromi di salgemma che sono separati da sottili strati d’argilla e mostra in tutta la sua bellezza i disegni fantasiosi creati dalle pieghe degli strati che si sono deformati in seguito alle vicende geologiche della crosta terrestre.

In alcune zone sono presenti anche numerose concrezioni, sempre di sale, che hanno formato sottilissime stalattiti  e tozze stalagmiti.

“Pioggia” di sale


L’Italkali (Società Italiana Sali Alcalini S.p.A)
è una società mista pubblico-privata italiana che opera nel settore
minerario ed è una tra le principali imprese in Europa per l’estrazione,
la lavorazione, il confezionamento e l’esportazione del salgemma.
La produzione mineraria e la lavorazione del prezioso minerale sono effettuate nelle

Miniere di Realmonte, Racalmuto e Petralia Soprana. A Racalmuto e a Petralia S.
il prodotto viene anche confezionato. Un impresa che ha creato un idonea
struttura logistica. A Porto Empedocle possiede un punto d’imbarco a  gestione
diretta da dove inizia il traffico via mare diretto all’estero e ai porti dell’Italia Continentale.


B)    (Video ) …..Sale di Sicilia… Sale di Natura
Il sale con il Rombo: si scende sotto il Mare, dentro la Terra 

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C .   Il Santuario di Santa Barbara
Nelle viscere della miniera delle immagini indelebili che non si potranno mai cancellare dai nostri ricordi. Immagini nel cuore della miniera a circa 35 metri di profondità sotto il livello del mare.
Un Santuario … nel cuore della miniera… che fu voluto dai minatori per venerare la Santa protettrice dei minatori: “Santa Barbara”.




Un immenso salone scavato nel banco di salgemma e che presenta gli aspetti tipici delle nostre chiese cristiane. Un santuario di sale simile a quello posto nella miniera di Wieliczka, vicino Cracovia in Polonia, vecchio di secoli e Patrimonio dell’Unesco.
Il santuario è collocato in una galleria che si apre sulla sinistra del tunnel principale illuminato da neon e dalla stupenda luce riflessa sprigionata dai bellissimi cristalli di sale. Un salone  largo 20 metri, alto 9 metri e lungo circa 199 m che può accogliere circa 800 posti a sedere.
Al suo interno statue, suppellettili  tutti scolpiti nelle pareti di sale e roccia.
I bassorilievi rappresentano: Santa Barbara, sulla parete di chiusura dell’abside; la Sacra Famiglia sulla parete di destra e Gesù Crocifisso su quella di sinistra.



Santa Barbara




Sacra Famiglia



Gesù Crocifisso
Opera di Lillo Alba di Favara

All’ingresso del santuario si trovano anche due acquasantiere munite di podio e che sono ricavate da blocchi di sale. Scolpito anche su un grosso blocco di sale la mensa, posta su un presbiterio sopraelevato di quattro gradini, dove è raffigurato l’agnello e l’ambone, con la croce e il cero pasquale.







Anche la cattedra vescovile è costituita da un trono scolpito nella parete.
Nel 2000 l’arcivescovo di Agrigento celebrò nel santuario la messa per la consacrazione del luogo di culto.
Ogni anno il 4 dicembre  si festeggia Santa Barbara e l’arcivescovo della Diocesi si reca nella miniera per celebrare la messa e per onorare Santa Barbara in occasione della sua festa.




D.   VIDEO….



1)      La miniera di sale - Realmonte (AG) - Linea Verde RAI 1





2)       Cattedrale del sale - Voyager



3)      Miniera di sale Realmonte - Agrigento - Ulisse RAI 3



E.  IL   ROSONE
Un’altra opera d’arte ha come scultore…. La Natura… che a circa 75 metri sotto il livello del mare ha “scolpito” un bellissimo rosone risalente a 5 milioni d’anni fa. Cerchi concentrici dai colori che variano dalle diverse gradazioni di grigio a verde e rosa, formando un rosone di grandi dimensioni. I colori hanno origine nell’alternanza di salgemma e argille. Ogni cerchio concentrico corrisponde ad un diverso strato di sale.
Quando il Mediterraneo si prosciugò i Sali si sedimentarono  non in strati orizzontali, come avviene di solito, ma con curvature causate dalla costante spinta della piattaforma o Zolla Africana.
La miniera si può visitare a richiesta ed in particolare nei mesi di aprile e maggio, periodi di minore produzione.



Per visitare la miniera è necessario rivolgersi alla direzione dell’Italkali.
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2. LA  SCALA  DEI  TURCHI


2.A – Ubicazione



La  “Scala dei Turchi” è in realtà una parete rocciosa (falesia) a picco sul mare e posta lunga la costa di Realmonte. È diventata famosa per la singolarità della scogliera, di colore bianco e dalle forme caratteristiche, sia per l’ambientazione dei film della serie il “Commissario Montalbano”.
La sua struttura geologica è costituita da un promontorio di marma, che si erge a picco sul mare, cioè una roccia sedimentaria di natura argillosa e calcarea, che presenta un caratteristico colore bianco puro. L’aspetto particolare è anche legato alla sua posizione planimetrica perché posta tra due spiagge di sabbia, Punta Grande e Lido Rossello.



2.B  - Il Colore della Roccia
La roccia assume una colorazione diversa durante la giornata. In pieno giorno, a causa della forte insolazione, la “Scala” appare bianca candida mentre al tramonto assume un caratteristico colore rossastro molto delicato e tenue.
I fondali sono limpidissimi ed è possibile ammirare la flora e la fauna.









Per accedere alla “Scala” è necessario procedere lungo il litorale e  inerpicarsi in una salita somigliante ad una grande scala naturale di pietra calcarea.
Una volta giunti in cima un panorama stupendo che abbraccia tutta la costa agrigentina fino a Capo Rossello.



2.C - Etimologia - Storia
La Scala dei Turchi presenta una forma ondulata e irregolare, con linee non aspre bensì dolci e rotondeggianti. Il nome “Scala dei Turchi” è legato alle antiche incursioni di pirateria  compiute dai saraceni. 
Il riferimento ai “Turchi” è solamente generico perché nel dialetto siciliano con il termine “Turchi” s’intendevano tutti i popoli provenienti dal Nord Africa  di religione islamica.
Il termine “Scala” è invece legato alla caratteristica forma “a gradoni” della rupe ed è probabilmente legato al termine di origine araba “Kallà” ovvero “luogo riparato dai venti o porto” e quindi scala è solo un alterazione del termine arabo.
Il nome originario del sito è “Punta Maiata” ed era un luogo di riparo per le imbarcazioni dei pirati che qui trovavano un sicuro approdo riparato dai venti. Ormeggiate le navi, i pirati penetravano nell’interno razziando i villaggi.

2.D - La Leggenda di “U Zitu e A Zita”
Un posto che oltre ai suoi aspetti naturalistici, geologici e paesaggistici non poteva non presentare anche delle leggende tra cui quella di “ U Zitu a Zita”.


La storia racconta di due giovani, Rosalia, figlia di un ricco signore di Realmonte, e Peppe.
I due ragazzi si incontrarono un giorno, quando Rosalia tornava dalla passeggiata quotidiana, in compagnia della sua governante, e Peppe trasportava un sacco pieno di fave.
Già in quella prima occasione, i due si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra. Ma il loro amore fu subito ostacolato dal padre di Rosalia, che non voleva per la figlia un povero operaio come marito. Per questo, Rosalia e Peppe furono costretti ad incontrarsi furtivamente ed ogni volta per breve tempo.
Sconsolata per non poter vivere pienamente il proprio amore, Rosalia iniziò a non toccare più cibo e a deperire.
A quel punto il padre consultò un medico, il quale disse che la ragazza era malata di ‘malinconia’ e le ‘prescrisse’ delle lunghe passeggiate all’aria aperta. Quelle passeggiate divennero presto occasione d’incontro fra Peppe e Rosalia.
Questo però non sfuggì all’occhio attento della governante, che raccontò tutto al padre della fanciulla.
Questi decise allora di rinchiudere Rosalia in un monastero sperduto in provincia di Palermo.
Di fronte a questa terribile notizia, i due giovani giurarono di rimanere “uniti per la vita e per la morte” e, a notte fonda, si recarono sulla Punta di Monte Rossello e da lì si gettarono nel vuoto.


E proprio lì dove Rosalia e Peppe misero fine insieme alle loro vite, spuntarono, uno vicino all’altro, due scogli, uniti da un’esile lingua di roccia “Scogghiu do zzito e a zzita”. Secondo la leggenda, nelle notti di luna piena quando il mare è in bonaccia, proprio nell’anniversario della tragedia dei due giovani, vicino agli scogli si sente Rosalia cantare una melodia triste in ricordo del suo amore sfortunato per Peppe.





2.E - Richiesta per il riconoscimento come patrimonio dell’UNESCO
La Scala dei Turchi, per la sua indubbia bellezza e per l’alone di leggenda che la circonda, ha acquistato nel corso del tempo una notevole fama. Questo anche grazie ai contributi cinematografici e letterari ‘ispirati’ spesso dal sito.
L’area della Scala ha infatti ‘ospitato’ spesso sfilate di moda, incontri culturali ed altri eventi di carattere mondano.
Numerosi sono inoltre i riferimenti alla Scala dei Turchi nelle opere di Andrea Camilleri, scrittore originario proprio di Porto Empedocle, in particolar modo nelle ‘avventure’ del commissario Montalbano.
Forte è anche la presenza turistica.
Questo straordinario monumento naturale ‘attrae’ ogni estate almeno un milione di visitatori, media che è stata abbondantemente superata lo scorso anno.
Per gli aspetti naturalistici e culturali, l’Amministrazione comunale ha avviato la pratica per il riconoscimento della località “Scala dei Turchi” come patrimonio dell’Unesco.


2.F - Scala dei Turchi è la spiaggia italiana più popolare su Istagram

Un indagine condotta nel 2018 da “Holidu”, motore di ricerca per case vacanza, per verificare quali sono gli hashtag più citati.
È venuta fuori una graduatoria sorprendente secondo la seguente classifica:
1)      Scala dei Turchi: Sicilia con 108.200 hashtag;
2)      Costa Rei : Sardegna con 75.222 hashtag;
3)      Baia del Silenzio . Liguria con 40.300 hashtag
4)     Punta Prosciutto .  Puglia con   34.965  “
5)      Porto Selvaggio : Puglia  con 34. 117    “

A livello internazionale la Scala dei Turchi si dovrebbe trovare verso l’undicesimo o dodicesimo posto dopo la spiaggia di “Lanikai Beach” nell’isola di Oahu (Hawai) con 122.881 hashtag.

2.G - La Scala dei Turchi pubblicizzata dall’Alitalia
Nel 2015 la compagnia aerea “Alitalia” scelse l’immagine della “Scala dei Turchi” per promuovere i suoi viaggi verso la Sicilia per la stagione turistica 2016.


L’immagine della splendida “Scala” diventò subito virale nel web.


2.H -  ASPETTI GEOLOGICI – L’INFLUENZA DEI  PARAMETRI  ORBITALI –
            VIDEO : STORIA  GEOLOGICA DELLA  SICILIA

Una scogliera costituita da marna bianca a globigerine (formmiferi planctonici) della formazione  Trubi del Pliocene Inferiore.
“Trubi” è quindi il nome con cui si indica una determinata formazione geologica, affiorante in Sicilia, e costituita proprio  da globigerine che si sono depositate in ambiente di mare profondo ed accompagnate anche da macrofossili come Coralli non coloniali, Echinidi, ec.



Le Globigerine sono classificati come protozoi e conducono una vita in ambienti marini
dove possono sopportare la pressione idrostatica fino a 4000 metri di profondità.
Presentano un guscio ad avvolgimento  troco spirale (cioè le camere si avvolgono secondo
 una spirale elicoidale), camere globose, una parete
grossolanamente porosa e apertura grande verso l’ombelico.
Sono proprio i gusci di globigerina che costituiscono gran parte dei sedimenti calcarei
nei fondali, dopo la loro morte cadono infatti per gravità sul fondo marino,
dando origine a quelli che vengono chiamati “fanghi di globigerine”.
Il genere, secondo gli studiosi, comparve nel Giurassico

I trubi sono quindi rocce dal colore variabile, dal biancastro al giallastro al bruno, che si depositano in condizioni di mare profondo. Rocce ricche, come detto, di foraminiferi plactonici e caratterizzate da un alternanza  di marne e calcari. Un alternanza quasi ritmica legata alle variazioni periodiche dei parametri orbitali quali la precessione degli equinozi.
La tipica forma a gradinata della falesia è legata al processo di erosione diversificato ad opera degli agenti atmosferici che tendono ad provocare l’erosione dei livelli marnosi più teneri lasciando più sporgenti i livelli di calcare più tenaci e resistenti.

Queste rocce rappresentano la testimonianza del ritorno a condizioni di normalità del Mediterraneo dopo la crisi di salinità (del Messiniano e risalente a circa 6 milioni d’anni fa), dovuta alla chiusura dello Stretto di Gibilterra.
Con la riapertura dello Stretto le acque dell’Oceano Atlantico entrarono nel bacino permettendo il ritorno a condizioni  di sedimentazione marina normale nel mare Mediterraneo.
La falesia ha una successione di marne e calcari marnosi, “trubi”, che si sviluppano per un’altezza di circa 50 m e gli stati che la compongono s’immergono in direzione E-SE con una pendenza di 22°.


Man mano che si procede verso la sommità della falesia, la successione di trubi è interrotta da un piano orizzontale di erosione sopra la quale si trovano in chiara discordanza dei sedimenti “terrazzati” che sono costituiti essenzialmente da sabbie e sabbie limose di origine marina e di colore giallo-rossastro. Tale contatto è ben visibile dalla costa per una questione cromatica e per la diversa giacitura dei litotipi.
I sedimenti del terrazzo esposti lungo questo tratto di costa presentano dei processi di cementificazione che si protrae per qualche metro all’interno.
La diversa consistenza dei sedimenti e la presenza di falde acquifere stagionali, in corrispondenza del piano di contatto con le unità sottostanti marnose,  che superficialmente solcano il letto dei sedimenti con incisioni calanchive marcate, causano spesso dei crolli e scivolamenti del materiale litoide soprastante.
Altri fenomeni di crollo si rilevano lungo le pareti marmose della formazione Pliocenica, dove si notano alcune nicchie di distacco in corrispondenza di aree più fratturate ed alterate.
La parte più antica della falesia presenta delle percentuali di calcare molto alte e proseguendo verso l’alto la percentuale di calcare tende a diminuire progressivamente fino a configurarsi in strati sempre più sottili fino alla netta prevalenza d’argilla che crea un piano di scivolamento.

La configurazione del Mediterraneo deriva dalla complessa storia geologica dell’area legata alle vari fasi di collisione tra l’originario margine europeo e i settori del margine afro-adriatico e questa parte della Sicilia sud-occidentale permette di studiare le deformazioni relative all’avanzamento della placca africana.
Le varie fasi hanno portato al complessivo sollevamento tettonico dell’area che risulta articolata da una serie di successive ed ampie spianate di varia estensione degradanti verso la linea di costa.
Queste spianate sono la conseguenza dei moti eustatici (innalzamento o abbassamento del livello del mare) del mare che agendo sulle terre emerse ha spianato e modellato il basamento roccioso e durante le fasi di stasi ha deposito sopra materiali di varia natura.

Lo stesso fenomeno orogenitico che portò alla genesi della catena appenninica siciliana ha probabilmente causato la chiusura dello Stretto di Gibilterra.  Le acque naturalmente chiuse nel bacino cominciarono ad evaporare arricchendosi di Sali, in prevalenza carbonato di calcio, ed a impoverirsi d’ossigeno causando la morte di una notevole quantità di organismi viventi.
Una forte evaporazione non bilanciata da un adeguato apporto di acque provenienti dai fiumi. I carbonati di calcio furono quindi i primi a depositarsi portando alla formazione del “Calcare di Base” perché sta proprio alla base della serie evaporitica.
Successivamente si depositarono i solfati di calcio che portarono alla formazione dei gessi. Nell’ultima fase di massima evaporazione si ebbe la deposizione dei Sali più solubili e si formarono quindi i Sali potassici, le miniere di salgemma. Durante la deposizione dei gessi si ebbe un’altra fase critica dal punto di vista geologico causato da uno stress tettonico. Stress tettonico legato ai movimenti della placca africana e di quella euroasiatica che portò alla separazione dei gessi depositati prima (gessi di cattolica Eraclea o del II ciclo) con quelli depositati dopo (gessi di Pasquasia o del III ciclo).
Questa fase che contraddistingue la separazione dei due cicli è denominata “deposizione dell’Arenazzolo” ed è in parte visibile  nella “Scala dei Turchi”.


Quando lo Stretto di Gibilterra si riaprì si verificò un veloce colmamento del Mediterraneo, alcuni ricercatori sostengono che si trattò di una spaventosa cascata, instaurando condizioni di deposizione pelagica cioè condizioni tipiche di ambienti di mare profondo (500 metri ed oltre). Il risultato fu la formazione di una roccia bianca (“trubi”) in parte calcarea e in parte argillosa.

Subito dopo la deposizione dei Trubi si verificò un altro stress tettonico che portò al sollevamento dell’area e all’emersione delle rocce che si erano depositate in mare. La conseguenza fu che l’erosione delle rocce che si vennero a trovare alla luce del sole, soggette quindi agli agenti esogeni (piogge, vento, sole, ecc) con successiva deposizione in mare degli parti erose. Un fenomeno che si riscontra soprattutto nelle zone circostanti il centro abitato di Caltanissetta che furono interessate da deposizioni tipiche di ambiente di delta (cioè sfocio di fiume) (Zona di Capodarso, Pasquasia, Sabbucina).
Questo tratto di costa subendo ampie oscillazioni Nord-Sud evidenziò la formazione di rocce alternativamente di costa o di mare poco profondo con il risultato finale di una formazione Marnoso-Arenacea.






Periodo di Massima crisi di salinità del Mediterraneo
B e C) I fiumi che in precedenza drenati verso il Mediterraneo scavavano nei margini continentali profonde gole erosive; D) l'evaporazione del Mediterraneo ha portato alla saturazione del sale nelle sue acque e alla precipitazione di strati di sale spessi più di un chilometro; E) nelle parti più profonde del mare c'erano laghi dove l'acqua raccolta dal bacino del Mediterraneo evaporava.
(da Wikipedia).





Video : Storia Geologica della Sicilia


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L’Influenza dei Parametri Orbitali
Scala dei Turchi è anche un sito geologicamente noto perché nella falesia è possibile riconoscere in maniera molto semplice le ciclicità legate alle variazione dei parametri orbitali in particolare si possono ben correlare le variazioni di insolazione con cicli di mediamente 21000 anni e le variazioni di eccentricità dell'orbita con cicli di mediamente, 100000 anni. Questo ha consentito di effettuare delle datazioni con ordini di errore al più delle migliaia di anni.
Le variazioni stagionali lasciano tracce evidenti i molti sistemi naturali. Tutti sappiamo come nel tronco degli alberi il legno estivo è diverso da quello autunnale perché è costituito da cellule di diametro minore rispetto a quello primaverile forma anelli più scuri. Per effettuare la datazione di una roccia è necessario possedere un segnatempo attendibile per effettuare la misura dell’intervallo di tempo trascorso. I metodi si basano sul sistema paleontologico e su quello fisico. L’integrazione tra i due sistemi permette di inquadrare un fenomeno geologico sia nella storia evolutiva della terra sia in termini trascorsi dal momento in cui si è verificato.
La rotazione e rivoluzione della Terra ci forniscono due importanti e utili unità di misura del tempo: il giorno e l’anno. Le variazioni stagionali di luce, temperatura e precipitazioni esercitano una profonda influenza sugli animali e sulle piante e in certi luoghi anche sull’erosione, sula trasporto e sulla sedimentazione delle rocce. Gli effetti stagionali rimangono infatti fissati negli organismi e nei sedimenti in vario modo e permettono ai ricercatori di contare il numero delle estati e degli inverni. Metodi che trovano valida applicazione solo per le ultima migliaia di anni.
L’esempio più conosciuto è legato alla visione degli effetti stagionali negli anelli concentrici dei tronchi degli alberi. Il fenomeno è detto dendrologia e ha anche permesso di datare siti archeologici fino ad anni a.C. anche negli animali, specialmente quelli marini come molluschi, coralli ed alghe, rispondono anche loro alle variazioni stagionali di temperatura delle acque marine mediante sensibili variazioni nell’indice di crescita delle loro parti minerali. Gli effetti della variazione stagionale si ripercuotono, sembra assurdo ma non lo è, anche sui minerali nell’erosione e nella sedimentazione.  Ad esempio nelle varve, depositi a ciclo annuale associate ai ghiacciai,   il sedimento depositato in inverno forma strati di materiale più scuro rispetto a quello depositato in estate. Questa diversa colorazione è dovuta all’abbondanza di sostanza organica.
Proprio nella Scala dei turchi si può notare questo aspetto geologico che fa del sito uno dei geositi più importanti dell’Isola e da rispettare..
Come già detto, la Scala dei Turchi è composta da strati orizzontali di calcari marnosi bianchi (trubi) di età pliocenica inferiore che si sono depositati sotto il controllo della periodicità dei parametri orbitali della Terra. Il discorso comincia a farsi un po’ più complicato perché il campo magnetico della Terra anni fa, era diretto in senso opposto rispetto a quello di oggi, come evidenziato dalla scoperta di rocce con magnetismo inverso trovate nel focolare di un antico accampamento. Le rocce, raffreddandosi dopo l’ultimo fuoco, si magnetizzarono nella direzione del campo magnetico allora presente, lasciando una registrazione permanente così come un fossile lascia testimonianza di antiche forme di vita.
I parametri orbitali come:
-          La precessione degli equinozi, caratterizzata da una periodicità di circa 2 anni (precessione);
-          Il mutamento dell’inclinazione dell’asse terrestre che assume valori compresi tra un minimo di 21 55’ e un massimo di 24 20’ durante un intervallo medio di anni (obliquità);
-          La variazione dell’eccentricità dell’orbita che compie un ciclo completo in anni (eccentricità)
Determinano una forte influenza sul clima terrestre come variazione dell’insolazione. Questo continuo alternarsi di periodi caldi e freddi produce a sua volta un alternanza o ciclicità nel tipo di sedimentazione marina.
Con particolari tecniche statistiche è possibile legare la ciclicità delle successioni sedimentarie a uno dei tre parametri orbitali terresti. La conclusione che si ottiene è la conoscenza del tempo intercorso per l’accumularsi di una determinata successione di rocce sedimentarie. Infatti anche il  campo magnetico terrestre inverte periodicamente la sua polarità cioè il polo nord diventa polo sud e viceversa. Queste variazioni sono registrate nelle rocce sia su quelle situate sui continenti che sul fondo degli oceani.
Misurando migliaia di queste inversioni nelle rocce di tutto il mondo, i geologi sono riusciti a ricostruire in dettaglio la sequenza delle inversioni magnetiche e a preparare una scala cronologica basata su tali inversioni. Rocce che hanno la medesima età contengono registrata la medesima successione di eventi magnetici. Essendo questa successione caratteristica e unica per ogni momento della storia geologica, si può quindi risalire alla esatta età della roccia esaminata con scarto di molti anni perché la sedimentazione è fortemente influenzata da eventi irregolari ed imprevedibili come cambiamenti climatici, eruzioni vulcaniche e andamento delle correnti marine. Il metodo è complicato e fa ricorso al metodo radiometrico cioè basato sulla radioattività di alcuni atomi presenti nelle rocce.

La ricercatrice dell’Università degli studi di palermo, Athina Tzevahirtzian ha svolto un importante ricerca geologica sulla Scala dei Turchi.
Anche le rocce hanno un anima e nascondo una lunga storia che come abbiamo visto permettono di tracciare il paleoclima e il paleoambiente del nostro pianeta. Non sono un susseguirsi caotico o ordinato di rocce, come potrebbe sembrare ad una prima visione, ma evidenziano una stratigrafia.
Una stratigrafia  che è un aspetto importante della geologia  perchè studia la natura, la distribuzione e le relazioni tra le rocce sedimentarie stratificate chiamate “strati” della croste terrestre.  Il padre della stratigrafia fu un geologo danese, Nicholas Steno, nel 1669 con le sue leggi Stratigrafiche dette appunto di “Steno”.
Nella Scala dei turchi la stratigrafia venne utilizzata per verificare se i cicli sedimentari erano correlati al forzamento climatico mediante precessione, obliquità ed eccentricità. Un analisi per comprendere e spiegare i vari effetti ambientali e il modo con cui oggi questi sedimenti si presentano a noi tenendo conto anche delle forzature esterne. (movimenti epirogenetici,  correnti marine, ecc.)

Cicli di Milankovitch: a) Eccentricità (100-400 kyr) b) Obliquità (41 kyr) c) Precessione (21 kyr). Fonte: NASA

Come abbiamo visto la scogliera è testimone dell’ultima fase della crisi di salinità del Mediterraneo (Messiniana) ed è rappresentata dall’Arenazolo (argillose siltose continentali) a contatto con la Formazione di Trubi (calcari depositati in ambiente marino profondo). I sedimenti delle marne di trubi sono controllati dalla precessione  e quadripartirti, dimostrando una successione evidenziata da strati di diverso colore che si alternano: grigio-bianco- beige-bianco e due minimi di carbonio per ciclo (grigio-bige)

I cicli litologici della Formazione dei Trubi a Punta di Maiata, controllati dalla precessione degli equinozi (21 kyr). Legenda: be: beige; b: bianco; g: grigio. © Antonio Caruso

L’intera successione riflette un diverso contenuto di carbonato di calcio e minerali argillosi e testimoniano il ritorno alla normale condizione marina dopo la crisi di salinità del messiniano.  Il carbonato di calcio è essenzialmente legato all’abbondanza di gusci di microfossili. I livelli di grigio sono invece ricchi di microfossili tipici delle acque calde sub-tropicali e dei minerali argillosi, tra cui alcuni illiti provenienti principalmente dal Nord Europa. I livelli di beige sono invece più ricchi di organismi di acque più temperate  e di palygorskite, un minerale argilloso della regione del Sahara.
La variazione litologica Trubi è una sequenza ciclica che si ripete 96 volte attraverso uno spessore di 120 m nella Punta Maiata, ed è dovuta a cambiamenti mineralogici innescati da cicli precessionali che includevano variazioni paleoclimatiche e paleoceanografiche nel Mar Mediterraneo. Durante i massimi di insolazione dei cicli precessionali, le temperature erano più alte e i venti prevalevano dall'Europa settentrionale, mentre durante i minimi di insolazione, le temperature erano più fredde e i venti prevalevano da sud (monsoni) trasportando minerali argillosi dalla regione del Sahara. Inoltre, le variazioni nello spessore degli strati beige sono state indotte dall'asse obliquo della Terra. Infine, i cicli di eccentricità su scala maggiore  sono chiaramente visibili nel profilo di resistenza agli agenti atmosferici del mantello. In effetti, gli strati più ricchi di contenuto di carbonato erano collegati a fasi di minimi di eccentricità.
La formazione di Trubi lungo la spiaggia riposa nella discordanza sulle argille limacciose e sabbiose dell'Arenazzolo (età messiniana), ancora ben visibile qualche anno fa. Infine, nella parte superiore delle scogliere, la successione copre anche una parte dell'età piacenziana più giovane, cioè 3,60-2,588 Ma.

Confine visibile Messiniano / Zanclea a Punta di Maiata: discordanza della formazione di Trubi (età di Zanclean) sulle argille limacciose e sabbiose dell'Arenazzolo (età messiniana). © Antonio Caruso.

Quindi, se decide di visitare la Scala dei Turchi, non bisogna dimenticare che queste impressionanti scale sono più di una semplice "insolazione" estiva ...  permettono di viaggiare indietro nel tempo circa 4 milioni di anni, e ogni passo che si fa permette di traversare 21 mila anni!

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2.I .  VINCOLI
Scala Dei Turchi rientra nei SIC
Siti di Interesse Comunitario o Sito d’Importanza Comunitaria
Secondo la Direttiva Comunitaria n. 43 del 21 maggio 1992 (92/43/CEE)  relativa
Alla Conservazione degli Habitat Naturali e Seminaturali e della Flora e
della Fauna Selvatiche” nota anche come Direttiva Habitat, che
fu recepita dall’Italia dal 1997.
Siti Natura 2000
Scala dei Turchi (Realmonte – Ag) -  Codice: ITA 040015 /Superficie: 30 ha
Inquadrato nella Regione Biogeografica Mediterranea
Di gran valore, oltre al suo aspetto geologico, anche dei relitti di vegetazione a cedro licio.

Regione Sicilia
Vincolo Paesaggistico – Beni Culturali
Località:
Punta Grande – Scala dei Turchi – Torre di Monte Rosso
Comune: Realmonte – Provincia : Agrigento
Verbale della Commissione  Provinciale che ha approvato il Verbale di proposta del Vincolo:
25 ottobre 1990
Data pubblicazione del Verbale (VPUB): 13 novembre 1990
Numero Decreto dell’Assessorato Regionale si BBCCAA:  5111
Data del Decreto (DDECR) : 28 febbraio 1992
Tipo Pubblicazione del Decreto (TPUB):  GURS (Gazzetta Ufficiale Regione Sicilia)
Numero (NPUB)  GURS : 25
Data (DPUB) GURS : 16 maggio 1992
Codice Istat della Provincia in cui cade il Vincolo : 084
Codice del Vincolo : 19/084/0011
(Codice Istat regione / Codice Istat Provincia / Codice numerico progressivo del vincolo relativamente alla provincia)

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2.L.  PROBLEMATICHE

2.L.a.  Prelievo di Marna
La bellezza del luogo attrae ogni anno migliaia di persone e questo sta creando non poche problematiche ambientali.  La “Scala dei Turchi”, come diceva ironicamente un articolo, è riuscita a sopravvivere ai pirati saraceni che qui nel medioevo ormeggiavano le loro navi per salire sulla “Scala” e inoltrarsi all’interno per depredare e razziare il villaggi ma adesso rischia di sparire a causa del comportamento dei bagnanti che utilizzano il sito come “centro estetico”.
I bagnanti asportano pezzi più o meno voluminosi di marna bianca e una volta ammorbidita con l’acqua l’adoperano come crema solare.
Una “tecnica” assurda non sapendo che la marna ha effetti certamente non benefici sulla pelle dato che non si tratta di argilla ma bensì di calcare.
La marna bianca non è pura argilla, contiene piccolissime quantità d’argilla, e una volta passata sulla pelle provoca irritazioni e secchezza e nelle pelli più delicate anche ulcerazioni più o meno gravi. Se poi  inavvertitamente dovesse essere ingerita, anche in piccole quantità, potrebbe causare delle pericolose gastro enteriti.
Nel 2010 e nel 2012 il sindaco fu costretto ad emettere due ordinanze per impedire la rimozione o il danneggiamento della spiaggia.



 Oggi ci sono delle forti multe, fino a 500 euro, per chi danneggia la spiaggia.
 Nel 2014 ci fu anche un grave problema rifiuti in cui il Comune fu costretto a promuovere una raccolta straordinaria via mare a causa dell’inaccessibilità dei luoghi e dell’enorme quantitativo di rifiuti da smaltire.
Scala dei Turchi non può sopportare un tale afflusso di gente, stimato in circa 700.000 persone x anno, tante per un’area particolarmente delicata. Si era pensato anche ad un ticket di qualche euro ma l’area è demaniale e quindi non è facile ottenere la relativa autorizzazione.

2.L.b Possibili cadute di massi – la Frana di Dicembre 2017 (video) – A maggio 2019 la
          Spiaggia è ancora chiusa al pubblico.
La frequente caduta di massi o di distacchi di parte della Scala dei Turchi aveva costretto il sindaco di Racalmuto ad emettere un ordinanza di divieto di transito. Nel dicembre 2017 delle cadute di massi chiusero l’unica via d’ingresso per raggiungere la baia.

 Video - La Frana del dicembre 2017








Dal verificarsi della frana passarono ben 14 mesi prima degli interventi di ripristino.
Nel marzo 2019  i lavori di messa in sicurezza della Scala dei Turchi furono affidati ad una ditta di Policoro (Matera), la “Siles” per un importo di 181 mila euro. Lavori che prevedono: la bonifica del costone roccioso interessato e il distacco delle parti instabili; la collocazione di reti paramassi in acciaio; la chiodatura di una rete corticale; la creazione di un accurato sistema di drenaggio dei filoni idrici presenti.
L’annuncio  dell’inizio dei lavori fu comunicato dal Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in veste di commissario dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico nell’Isola..” "Restituiamo – sottolinea - alla pubblica fruizione, con un ingresso pedonale sicuro, una delle spiagge più suggestive della Sicilia e meta di turisti provenienti da tutto il mondo. Prosegue senza sosta la nostra attività di tutela e valorizzazione del territorio”..(dichiarazione rilasciata il 19 febbraio 2019 e riportata dal sito : https://livesicilia.it/2019/02/19/riapre-scala-dei-turchi-appuntamento-ad-aprile_1036947/)
Il Sindaco Di relamonte, dott. Zicari, aveva anche annunciato che  la fine dei lavori ..”è prevista per fine aprile la conclusione dei lavori per la messa in sicurezza del litorale, in perfetto anticipo sull’apertura della stagione estiva”.



24 aprile 2019 il sito…https://www.agrigentooggi.it/scala-dei-turchi-piantonata-da-12-vigilanti/  riporta : “Scala dei Turchi, piantonata da 12 vigilanti”
Dodici persone, divise in due turni da sei, per 75 giorni, saranno chiamati a vigilare e “curare” per quanto possibile la Scala dei Turchi. A scriverlo è Francesco Di Mare su La Sicilia in edicola martedì 23 aprile. “Saranno i volontari che come ogni anno ormai da tradizione saranno dislocati dal Comune nelle zone nevralgiche della rinomata località turistica. Le domande per rientrare nella lista dei dodici “fortunati” dovranno essere presentate entro le dodici di dopodomani. Il comune ha stanziato complessivamente 14 mila euro, che serviranno per l’avviamento del servizio e le attività propedeutiche allo stesso. 12.800 euro di questi soldi serviranno al pagamento del personale. Il Comune di Realmonte punta anche grazie a questo servizio a rendere più vivibile la stagione turistica a Scala dei Turchi. I volontari che entreranno in azione nelle prossime settimane”. (La Sicilia)

A maggio 2019 i lavori sembrano ancora non ultimati con  il relativo ripristino della strada d’accesso alla spiaggia.  La dichiarazione con cui si sperava di restituire la scogliera in un paio di mesi sembra svanita.. e questo a pochissimo tempo dall’inizio della stagione estiva.

“Caos alla Scala dei Turchi, arrivano le telecamere e il pattugliamento delle forze dell'ordine”

Le misure di controllo adottate dalle istituzioni dopo i danneggiamenti delle recinzioni, poste per ragione di sicurezza durante i lavori resi necessari per la frana  di alcuni massi dalla Scala dei Turchi, e la conseguente violazione dei divieti d’accesso.  Adottate misure rigide in un vertice alla Capitaneria.
Probabilmente i lavori non sono stati ultimati o forse si attende la consegna dei lavori eseguiti per le necessarie verifiche.
In ogni caso la sicurezza della Scala dei Turchi e il rispetto dei divieti d’accesso, sono stati dibattuti in un vertice alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle presieduto dal Comandante Gennaro Fusco.
Come riporta la redazione di “Agrigentonotizie.it” al vertice erano presenti anche il Sindaco di Realmonte, dott. Carmelo Zicari”, l’ingegnere Carmelo Arcieri del Servizio Regionale di Protezione Civile per la provincia di Agrigento e due delegati dell’assessorato e della ditta che sta eseguendo i lavori.
Sono stai violati dei divieti d’accesso alla Scala dei turchi e quindi scatteranno delle sanzioni nel vertice sono state studiate delle misure per impedire il ripetersi di simili comportamenti. Infatti dei turisti e visitatori hanno divelto le recinzioni di legno per accedere nella scogliera. La recinzione di legno sarà sostituita da una recinzione in metallo e saranno installate delle telecamere di videosorveglianza.  È stato inoltre adottata  una misura che prevede la presenza di personale della ditta, che sta eseguendo i lavori, di volontari della protezione Civile a presidio delle aree per impedire l’accesso.  Previsto inoltre il pattugliamento e l’eventuale intervento da parte del personale militare della capitaneria di Porto, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia Municipale di Realmonte.
La Capitaneria di Porto di Porto Empedocle a seguito del vertice ha anche emesso una nota in cui specifica che : "A seguito di denunce da parte della ditta incaricata e della Protezione civile, Capitaneria sono in corso dal parte del personale militare della Guardia costiera e dei carabinieri, accertamenti ed indagini per l’individuazione delle persone che si sono rese responsabili dei danneggiamenti della recinzione, che, una volta identificati, saranno deferiti all’autorità giudiziaria. Mentre i turisti che continueranno ad oltrepassare le transenne saranno sanzionati per inosservanza delle ordinanze della Capitaneria di Porto e del sindaco di Realmonte. Già sei turisti sono stati sanzionati da parte dei carabinieri".






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2.L.c  2014…. IL COMUNE SCOPRI’  CHE L’AREA E’ PRIVATA…
Il Comune con Legambiente da tempo si batte per chiedere l’istituzione della “Scala dei Turchi” come area protetta. La zona rientra già sia nella normativa dei SIC  e  presenta un vincolo Paesaggistico e Culturale da parte della Regione Sicilia.
Nel settembre 2014 il Comune durante lo studio di un piano di gestione dell’area si accorse dai dati catastali che l’area era proprietà privata. Apparteneva a Ferdinando Sciabbarrà, un dirigente della Camera di Commercio  in pensione.  Una scoperta che destò meraviglia e quello che sembrava all’inizio un problema burocratico ben presto diventò un problema di non facile soluzione che comprometteva anche le relative esecuzione di pratiche per la richiesta d’istituzione di area protetta.
Ci furono una serie d’incontri con il proprietario per risolvere il problema ma senza risultati apprezzabili.. l’accordo non fu raggiunto.
Una domanda ma l’area demaniale non esiste ? per legge non si estende sino a 150 metri dal bagnoasciuga ?

Ad agosto 2015 sulla spiaggia della Scala dei Turchi  “spuntarono” dei cartelli con la scritta: “Proprietà Privata”……..



I giornali riportarono la notizia facendo anche un po’ d’ironia..”è bella la Sicilia quando per anni si sta fermi, e poi, ad un tratto, è tutto un brulicare d’iniziative. Colpisce l’Isola quando dall’immobilismo si passa all’iperattività, fino a che non ci si stanca di nuovo”.
Davanti all’apparizione di quei cartelli il sindaco replicò che si stavano studiando le carte del contendere.
Il sindaco nei suoi comunicati nutriva dei forti dubbi circa il carattere privato della proprietà della spiaggia e affermava che “la Scala appartiene al mondo intero: recintarla è assurdo”.
L’avv. Paolillo, che difendeva gli interessi del proprietario dott. Sciabbarrà replicò..”Attenzione perché c’è una bella differenza tra delimitare e recintare: qui non si vuole impedire l’accesso. Il dott. Sciabbarrà è proprietario esclusivo della Scala dei Turchi, il caso è chiuso”.
Titolare a titolo originario come sembrano dimostrare anche i pareri favorevoli degli enti preposti alla tutela del sito e cioè la Soprintendenza, il Demanio, l’Ispettorato regionale Agricoltura e Foreste. “Dopo aver ricevuto il via libera da parte dei suddetti Enti, continua l’avvocato, abbiamo trasmesso la documentazione al Comune di Racalmuto, il quale deve ora emettere il provvedimento finale”.
Nel frattempo il proprietario dell’area ha opposto i “paletti” che indicano il carattere privato dell’area. Paletti che indicherebbero anche una certa pericolosità dell’area dato che la marna bagnata è particolarmente scivolosa e costituisce un costante pericolo per i fruitori della stessa area.
Il 3 settembre 2015 scadevano i tre giorni imposti da un ordinanza dirigenziale del Comune di Realmonte per la rimozione di cinque paletti con base in cemento e cartelli con la scritta “proprietà privata” e “ divieto d’accesso” che, come abbiamo visto, erano stati collocati dal proprietario del terreno. Cartelli che dovevano quindi essere rimossi dallo stesso proprietario altrimenti sarebbe intervenuti nella rimozione i dipendenti comunali. Contro il provvedimento si doveva presentare ricorso al Tar entro 60 giorni o al Presidente della Regione entro 120 giorni. I legali del proprietario non escludevano la possibilità di ricorrere al Tribunale Amministrativo regionale per l’annullamento dell’ordinanza del Comune datata 31 agosto.

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Non è il primo caso in Sicilia di rivendicazione di proprietà privata per un bene paesaggistico e culturale. I crateri Silvestri dell’Etna furono anch’essi “presi di mira” da cartelli con la scritta
“proprietà privata”. Altri casi, da Mozia a Scopello e anche per il giardino o piscina degli dei, la Kolymbethra di Agrigento, in cui si registra una gestione o una proprietà privata di
luoghi frequentati da visitatori.  L’Isola di Mozia (Trapani) appartiene alla
Fondazione Whitaker ed è accessibile con un ticket che comprende anche la visita al museo.
La tonnara di Scopello fu al centro di una disputa tra i comproprietari della
“Comunione Tonnara di Scopello&Guzzo” e il Comune di
Castellammare del Golfo. Ci fu anche una sospensiva del Tar delle ordinanze comunale
che prevedevano la “pubblica accessibilità all’area demaniale marittima e la
libera e gratuita fruizione del mare, nelle baie antistanti i faraglioni e
l’ex Tonnara di Scopello”.
La “Kplymbethra di Agrigento” è invece un bene demaniale concesso dalla Regione al Fai
per un periodo di 25 anni a partire dal 2000.

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Una situazione assurda quindi per la Scala dei Turchi.
Il comune di Realmonte dovrebbe espropriare il bene acquistandolo a prezzo di mercato..
Sulla Scala dei Turchi è probabile che ci sia un effettivo diritto di proprietà privata, come risulta dai titoli. Dal 1975 non si possono più acquistare beni del genere, ma chi è già titolare ha la facoltà di comportarsi  “uti dominus”(come se ne fosse il proprietario) nei limiti delle norme di diritto pubblico. Si può anche introdurre un biglietto d’ingresso come succede nella pozza dei fanghi di Vulcano nelle isole Eolie. La spiaggia però non può essere oggetto di usocapione, dato che è liberamente accessibile. Di fronte alla proprietà privata, l’unica cosa che potrebbe fare il Comune è l’esproprio che dovrebbe essere accompagnato da un progetto di pubblica utilità e si dovrebbe registrare l’inerzia del proprietario, del privato, nel godimento del bene.
Secondo un regolamento della Comunità Europea, ratificato da una sentenza della Corte Costituzionale, il bene espropriato deve essere pagato secondo il valore di mercato. (Studio legale Peritore). Ma quanto vale la Scale dei Turchi ?







Foto tratte dal sito:


Il Privato e il Comune  intavolarono delle trattative per trovare un accordo ma ogni tentativo (ci furono tre riunioni) fu vano.. s’instaurò tra i due  soggetti giuridici un forte braccio di ferro. Il proprietario si recò quindi da un notaio e concesse l’area della sua “scogliera” all’Associazione “Mareamico” di Agrigento. Nel novembre 2016 il proprietario e l’Associazione presentarono un progetto che dopo anni di completo abbandono prevedeva e garantiva:
-          La pulizia del sito;
-          La sorveglianza;
-          La sicurezza;
-          La protezione della marna dall’azione di danneggiamento (asportazione).
Il progetto proponeva l’ingresso nell’area a pagamento: tre euro a persona escluso i residenti di Realmonte e i minori.
Dei relativi incassi, il 10% sarebbe andato al proprietario nel primo anno; il 20% nel secondo anno e il 30% a regime.
Per rendere il progetto favorevole al Comune veniva prevista per le casse pubbliche il 30% degli incassi. Somma che doveva essere reinvestita “interamente” per creare dei servizi ai turisti.
Il sindaco non accettò la proposta e rinunciò alla firma del relativo protocollo d’intesa con l’allegato progetto.
Nel mese di marzo 2017, l’Associazione “Mareamico” iniziò la ricerca di 15 operatori per l’affidamento della gestione del sito a partire dal primo maggio e nello stesso tempo scrisse al sindaco di Realmonte, Calogero Zicari, per rendergli note le iniziative intraprese nella “Scala dei Turchi”. Il sindaco avviò subito un azione legale contro il privato affermando che “ La Scala dei Turchi è un bene dell’umanità e come tale deve essere fruibile liberamente da parte di tutti, per cui non si riconosce alcuna validità ed efficacia giuridica ad eventuali atti di concessione da parte di chi si ritiene, secondo noi infondatamente, proprietario esclusivo».

Il sindaco rispose alle iniziative dell’Associazione assicurando che il Comune non avrebbe lasciato incustodito il sito e prima dell’inizio dell’estate il  personale comunale sarebbe stato presente sui luoghi “per garantire e svolgere compiti di informazione, prevenzione, tutela e pulizia”.
La diatriba tra il Comune e il privato non finì e lo stesso proprietario si dichiarò pronto a chiudere l’accesso al pubblico del sito. Il presidente dell’Associazione “Mareamico”, Claudio Lombardo, chiese l’intervento del Prefetto di Agrigento per invitarlo a fare da garante nel confronto con il Comune “Il Sindaco si sieda al tavolo, affermò il presidente dell’Associazione, e poi scelga se combatterci o appoggiarci”.


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2.L.d  Demolizione di un Ecomostro ed ampliamento del Belvedere
Nel frattempo nel mese di giugno 2017 cominciarono i lavori di ampliamento della terrazza panoramica con vista sulla Scala dei Turchi. Un ampliamento realizzato dal Comune di Realmonte in collaborazione con il Fai su un area di circa 600 metri quadrati in cui fu demolita una struttura abusiva.  La terrazza con l’ampliamento raggiungeva una superficie di circa 1200 mq con un fronte
di circa 140 metri.





Il fabbricato demolito


“I lavori – ha spiegato il sindaco Lillo Zicari – sono già cominciati questa settimana e sono completamente a carico del comune, le opere verranno realizzate da dipendenti comunali. Andremo così ad ampliare ulteriormente la terrazza panoramica realizzata in collaborazione con il Fondo Ambiente Italiano con cui prosegue il rapporto di collaborazione. Visto che il belvedere in questi mesi molto apprezzato dai turisti ed ha fatto da scenario a diverse iniziative pubbliche – ha proseguito il primo cittadino – abbiamo pensato di procedere con l’ampliamento in modo da dare ai turisti la possibilità di godere al meglio i suggestivi panorami dei luoghi della Scala dei Turchi diventata in questi anni famosa in tutto il mondo. I lavori saranno conclusi nel giro di un mese, faremo l’inaugurazione comunque entro l’estate. Il progetto – ha spiegato il sindaco – prevede la sistemazione dei luoghi, la realizzazione di una staccionata, delle panchine in legno e la cartellonistica La location si presta bene anche per l’organizzazione di eventi artistici e culturali, anche in questa direzione continuerà la collaborazione tra il comune di Realmonte e il Fai”.
Nell’agosto 2017 il belvedere fu inaugurato. C’è da dire che il terreno in cui fu realizzato il belvedere era di proprietà del Demanio Trazzerale dell’Assessorato  Agricoltura e consegnato al Comune di Realmonte in comodato d’uso.  Lo stesso belvedere fu realizzato grazie alla collaborazione dell’Ente di Sviluppo Agricolo che con i propri lavoratori ha permesso la sua realizzazione rendendo fruibile un terreno in disuso a tutti i turisti.
La demolizione del fabbricato, sicuramente abusivo, fu resa possibile anche grazie ai finanziamenti del Fai e di Intesa Sanpaolo nell’ambito dell’iniziativa “I Luoghi del Cuore”.










Nel frattempo andava avanti il nuovo piano di gestione della Scala dei Turchi messo in campo dall’amministrazione comunale dopo le polemiche con il proprietario Ferdinando Sciabbarrà, e con il responsabile dell’associazione Mareamico di Agrigento, Claudio Lombardo, che avevano annunciato un piano di gestione che prevedeva il ticket d’ingresso. Il proprietario dell’area ed il Comune arrivarono con atti diversi davanti al tribunale di Agrigento  che sarà chiamato  a decidere sul contenzioso tra pubblico e privato. Siamo nell’estate del 2017 e quattro  del Comune persone si occupavano tutto il giorno della sorveglianza del sito e fornivano informazioni ai turisti. Nel frattempo si lavorava anche per un nuovo parcheggio e un servizio navetta. Il comune aveva infatti pubblicato un avviso esplorativo per manifestazione d’interesse propedeutico per partecipare alla procedura negoziata per l’affidamento del servizio di parcheggio custodito a pagamento in località Scavuzzo e un servizio navetta per collegare il parcheggio con le località balneari di Punta Grande, Scala dei Turchi e il centro abitato di Realmonte.

A dicembre 2017 ci furono dei distacchi di massi dalla Scala dei Turchi e la zona fu quindi recintata. Furono collocati dei cartelli dove si avvertiva del pericolo e quindi si vietava l’ingresso.
(Argomento riportato  nell’articolo: La Frana del 2017…..)


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2.L. E  GLI  ECOMOSTRI demoliti nel 2013
Nel 2017 per la costruzione del Belvedere sulla Scala dei Turchi ci fu l’abbattimento di un piccolo ecomostro ma a giugno 2013 ci fu l’abbattimento di un altro ecomostro che deturpava la scogliera.
Un contenzioso durato ben…… 24 anni.
Un orribile costruzione in cemento davanti alla quale era necessario passare  per raggiungere i luoghi balneari.



Sembra un  romanzo…. Un romanzo sulla vita dell’Ecomostro che durerà tanto tempo….
I lavori dell’albergo iniziarono nel 1989 ad opera di alcuni imprenditori che volevano realizzare un albergo. I lavori vennero bloccati nel 1992 per ordine della magistratura a seguito delle numerose denunce che Legambiente presentò a partire dal 1990.
La ditta proprietaria “Scatur Srl” provò un ultimo disperato ricorso ma l’esito del contenzioso “gemello”, quello sugli altri tre ecomostri di Capo Rossello, fece capire alla stessa ditta che non vi era più alcuna possibilità di bloccare la demolizione.


Il 22 ottobre 2012 la procura di Agrigento stabilì la demolizione dell’ecomostro. L’ordinanza fu firmata dal Procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Antonella Pandolfi, che hanno proceduto alla notifica al sindaco di Realmonte Pietro Puccio per procedere all’abbattimento.
Un iter, quello per l’abbattimento degli ecomostri e di tutti gli edifici abusivi oggetto di sentenza definitiva di demolizione,  che ripartì dopo le intimazioni della Procura della Repubblica. Fu proprio il procuratore aggiunto dott. Ignazio Fonzo ad aprire il “cassetto” con centinaia di fascicoli fermi senza alcuna apparente ragione da tanto e tanto tempo.


Purtroppo lo scheletro dell’edificio per 24 anni, fino ad oggi 5 marzo 2013,   con i  suoi seimila metri cubi di cemento ha deturpato la spiaggia della Scala dei Turchi candita a diventare patrimonio dell’Unesco.

“La vera notizia è l’inversione di tendenza che segna questa demolizione – ha commentato il presidente di Legambiente Sicilia Mimmo Fontana, presente questa mattina alla Scala dei Turchi – Siamo estremamente soddisfatti non solo perché, dopo tanti anni di battaglie, viene restituita tutta la sua bellezza a una spiaggia meravigliosa, ma anche perché quanto accaduto oggi è sintomo di una cultura che, piano piano, sta finalmente cambiando. Sta cambiando l’atteggiamento di alcune Procure, che hanno cominciato a diffidare i comuni che non abbattono le speculazioni edilizie, ed è cambiato quello dell’amministrazione di Realmonte, che finalmente si è mossa per agevolare questa demolizione e far inserire la spiaggia di Scala dei Turchi tra i beni Unesco”.

 “Questa giornata ci dà enorme allegria e ci infonde nuova forza per continuare la nostra battaglia per la bellezza, che è la più grande risorsa del nostro Paese, e per il rispetto della legalità – ha aggiunto il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza – e soprattutto lancia un monito ai sindaci e alla classe politica su quale sia la strada giusta da perseguire perché ci dice che solo abbattendo gli abusi questo paese può tornare a far sorridere i suoi territori”.
Le opere di demolizione furono commissionate alla stessa “Scatur Srl” con relativa demolizione delle opere di elevazione e degli impalcati. Successivamente si procedette alla frantumazione ed infine al ripristino dei luoghi.




2.L.f   NUOVO ATTACCO ALLA SCALA DEI TURCHI – Una Lunga vertenza giudiziaria…







 L’8 agosto 2014 il complesso di 52 alloggi residenziali in costruzione da parte dell’Impresa “Co.Ma.Er. S.p.A.” costituente il “Borgo Scala dei Turchi” fu travolto da una grave indagine giudiziaria.
La Procura di Agrigento  chiese ed ottenne, con firma del gip del Tribunale di Agrigento, il sequestro del terreno e di tutti i fabbricati ricadenti nell’area di proprietà dell’impresa.  Un sequestro relativo ad un indagine diretta dal Procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Antonella Pandolfi. L’inchiesta convolse ben 12 persone che furono accusate a vario titolo di lottizzazione abusiva in concorso. Furono apposti anche i sigilli alle strutture.

Come riportarono le cronache d’allora furono indagati funzionari e dirigenti della Soprintendenza, del Comune di Realmonte e naturalmente anche i costruttori.


Il complesso di villette, costruito a poche centinaia di metri dalla Scala dei Turchi, fu subito al centro di numerose polemiche nate nell’estate 2013. L’Associazione Ambientalista “MareAmico” di Agrigento rilevò subitogli aspetti negativi  del complesso.
Un complesso residenziale di 25 villette, a due piani con “ampio living room”, piscina e ampio terrazzo panoramico con vista sul mare. Il sindaco di allora, Piero Puccio, assicurò tutti dicendo che le villette erano autorizzate e non rovinavano il panorama della Scala dei Turchi che era candidata a patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.


La Regione  ordinò un ispezione per controllare se tutto fosse in regola. La cittadinanza di Realmonte era però indignata e  molti stavano preparando un esposto alla Procura per fermare quello che consideravano uno scempio ai d uno dei più bei panorami esistenti. Nello stesso tempo organizzarono un sit-in  di protesta davanti al Comune.
(Lunedì 9 settembre 2013)
Nel novembre sempre del 2013 ci fu la revoca delle autorizzazioni per le costruzioni ottenute dai vari uffici regionali e dallo stesso Comune di Realmonte. Tra gli acquirenti delle villette numerosi personaggi della politica, dello spettacolo e anche, secondo le voci, dello sport. La stessa Impresa “Co.Ma.Er. S.p.A.” a seguito della revoca delle autorizzazioni chiese il risarcimento danno agli Enti Locali e alle Associazioni Ambientalistiche.

2 Luglio 2015
La Cassazione conferma sequestro del Borgo Scala dei Turchi

Il “Borgo Scala dei Turchi”, quello che era stato pubblicizzato come il Villaggio dei vip che doveva sorgere a Realmonte, restò sotto sequestro. Lo decise la Corte di Cassazione rigettando la richiesta della Co.Ma.Er, società siracusana che aveva già avviato i cantieri prima di fermarsi in seguito alle prime polemiche sollevate dalle associazioni ambientaliste. La Suprema Corte dichiarò inammissibile il ricorso dell’impresa e confermò l’ordinanza emessa dal tribunale del riesame di Agrigento.
“Il provvedimento, firmato dal gip Stefano Zammuto qualche giorno prima del Ferragosto del 2014 su richiesta del pubblico ministero Antonella Pandolfi, ha resistito fino al terzo grado e a questo punto pare spegnere definitivamente le speranze della società di completare la lottizzazione. Il progetto, secondo quanto sostengono i pm, sarebbe del tutto illegittimo. Secondo gli inquirenti il piano che avrebbe dovuto portare alla realizzazione del complesso di villette con piscina a ridosso della scogliera sarebbe stato portato avanti “in una situazione di totale illegalità”. Le difformità rispetto alle autorizzazioni sarebbero state molteplici. Contestate anche violazioni di norme e vincoli. Gli inquirenti peraltro sostengono che dal lontano 1991, una legge avrebbe vietato – a tutela del sito di “particolare pregio” – di realizzare qualsiasi opera edilizia”.

2 Giugno 2016
è arrivato anche il Bollo di Legittimità da parte della Corte di Cassazione”


 “Ebbene ora su questa vicenda è arrivato anche il bollo di legittimità da parte della Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso dei costruttori e che li ha pure condannati al pagamento delle spese legali.
Nello specifico la Corte di Cassazione ha ribadito – tra l’altro – che i vincoli di immodificabilità dei luoghi non sono temporanei, ma permangono, quale misura di salvaguardia, sino all’approvazione del piano paesaggistico.
Questa sentenza, inevitabilmente, provocherà degli effetti in tutte quelle aree vincolate da vincoli paesaggistici, come Lampedusa, Menfi, Punta Bianca e la stessa Scala dei Turchi”.


Aprile 2017
Una perizia collegiale per verificare se le conclusioni  della perizia del consulente di parte del Pubblico Ministero siano corrette e in particolare per accertare l’esatta distanza dalla battigia delle opere edilizie. Un vero e proprio colpo di scena davanti al Gup del tribunale di Agrigento Francesco Provenzano.
L’udienza a carico delle 12 persone indagate sembrava sul punto di concludersi cioè di essere definita con le scelte dei riti e invece una nuova battuta d’arresto . Il giudice a seguito delle difese depositate dagli indagati, assistiti dall’avvocato difensore, decise con un ordinanza di disporre un’attività d’integrazione probatoria disponendo una perizia collegiale.

Novembre 2017
“… Il Piano di Lottizzazione è legittimo…”.
Il piano di lottizzazione è “correttamente dimensionato”, tuttavia alcune edifici del Villaggio della “Scala dei Turchi” ricadono in una zona entro i 170 metri dalla battigia e quindi vanno ritenuti “non realizzabili”.
Non sono state inoltre rispettate tutte le prescrizioni in materia di altezza. L’architetto Paolo La Greca dell’Università di Catania, l’Ingegnere Mario D’Amore e l’architetto Giudo Meli, chiamati dal giudice Francesco Provenzano a stabilire se l’operato del consulente della Procura, l’architetto Luciano Montalbano, sia stato corretto e, in particolare, se sia stata rispettata “l’esatta distanza dalla battigia delle opere”, ridimensionano in maniera significativa l’ipotesi accusatoria del pm Antonella Pandolfi che chiese il rinvio a giudizio dei dodici imputati, ai quali si contesta di avere consentito un piano di costruzione di alcune villette a schiera di lusso a breve distanza dalla Scala dei Turchi.


27 luglio 2018


"Il Villaggio dei vip alla Scala dei Turchi era abusivo", 4 condanne e 8 rinvii a giudizio
Il gup Francesco Provenzano ha inflitto quattro mesi al direttore dei lavori e a un funzionario della Sovrintendenza, 8 mesi ai responsabili della società costruttrice
Quattro condanne per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato (e persino per un imputato che non lo aveva scelto, il giudice ha poi rimediato alla svista) e otto rinvii a giudizio. L’inchiesta sulle le presunte irregolarità legate alla realizzazione del cosiddetto “Villaggio dei vip” nei pressi della Scala dei Turchi, a Realmonte, regge al primo vaglio processuale. Il giudice Francesco Provenzano, nella tarda mattinata, ha concluso l’udienza preliminare scandita da contrasti e veleni sfociati persino con l’iscrizione del registro degli indagati di uno dei periti, accusato di falso.
Quattro mesi di arresto e 4 mila euro di ammenda sono stati inflitti ad Antonino Terrana, 60 anni, dirigente della Soprintendenza e Giovanni Francesco Barraco, 57 anni, direttore dei lavori. Otto mesi di arresto e 14 mila euro di ammenda per Gaetano Caristia, 72 anni, presidente della società siracusana Co.Ma.Er che stava realizzando il complesso di villette a schiera e Sebastiano Comparato, 83 anni, legale rappresentante e socio maggioritario della stessa società. Il giudice, per un errore, aveva anche letto nel dispositivo la condanna dell’architetto Giuseppe Vella, funzionario del Comune di Realmonte su cui, invece, doveva decidere solo se disporre il rinvio a giudizio. Dopo essersene accorto, è rientrato in camera di consiglio e ha corretto l’errore materiale. Vella andrà a processo, a partire dal 5 novembre davanti al giudice Alessandro Quattrocchi, insieme agli altri sette imputati. Si tratta di Giuseppe Farruggia, 64 anni, ex sindaco di Realmonte nonché progettista della lottizzazione Co.Ma.Er; Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 54 anni, tecnico dell’Utc di Realmonte, responsabile del procedimento della lottizzazione Co.Ma.Er; Daniele Manfredi, 57 anni, direttore dei lavori; Giovanni Farruggia, 61 anni, direttore dei lavori per le opere di urbanizzazione relative alla lottizzazione Co.Ma.Er; Vincenzo Caruso, 62 anni, dirigente del servizio per i Beni paesistici della Soprintendenza; Agostino Friscia, 65 anni, dirigente della Soprintendenza; e Calogero Carbone, 65 anni, dirigente della Soprintendenza. I principali reati contestati erano l’abuso di ufficio, la lottizzazione abusiva e la violazione della normativa edilizia. L’abuso di ufficio, peraltro inserito in un secondo momento, è stato escluso dal giudice sia per gli imputati condannati in abbreviato (gli avvocati Giuseppe Scozzari e Luigi Restivo hanno già annunciato appello) che per quelli dell’udienza preliminare (difesi fra gli altri dagli avvocati Leonardo Marino, Vincenzo Caponnetto e Alessandro Patti).



Novembre 2018
dopo la condanna, imprenditore denuncia la procura”



Dopo la condanna subita, il, legale rappresentante della Co.Ma.E.R Immobiliare s.r.l., ha presentato presso la Procura della Repubblica di Caltanissetta una denuncia per abuso di ufficio nei confronti del Pubblico ministero  che si è occupato dell’intera vicenda. In una nota Caristia afferma che, “unitamente ad altri soggetti , è stato condannato il 26 luglio 2018 dal Gup di Agrigento, Francesco Provenzano, alla pena di 8 mesi di arresto per il reato di lottizzazione abusiva a seguito della contestazione da parte della Procura della Repubblica della violazione di un presunto vincolo di inedificabilità assoluta temporanea imposto sulla fascia costiera del Comune di Realmonte a circa un chilometro e mezzo dalla celebre “Scala dei Turchi”. Il giudizio di condanna è stato espresso nonostante l’azienda fosse in possesso di regolari concessioni edilizie rilasciate dal Comune corredate da tutti i nulla osta richiesti dalla legge (autorizzazioni paesaggistiche, nulla osta del Genio civile, del Demanio forestale, della Provincia regionale, dell’Asp)”.Tutto questo ha determinato l’imputato condannato a presentare altresì denuncia, anche “presso il Consiglio Superiore della Magistratura, il Ministero di Grazia e Giustizia e la Procura Generale presso la Corte di Cassazione”, perché ritiene che siano stati usati due pesi e due misure dato che – afferma Caristia – “Ancor prima della celebrazione del processo sia la Procura che il Procuratore capo erano consapevoli che sulla stessa fascia costiera su cui sarebbe ricaduto il vincolo di inedificabilità erano stati realizzati centinaia di immobili i cui titolari erano anch’essi in possesso di concessioni ed autorizzazioni. Ma nessuna indagine o contestazione è stata formulata dalla Procura di Agrigento”. E a questo punto, l’imprenditore indica alcuni pretesi favoritismi verso parenti di magistrati o potentati economici (gruppo Catanzaro anche se attualmente ancora sotto inchiesta). Dal quinto piano di Palazzo di giustizia, sede della Procura, come prevedibile, nessuna replica    
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Gennaio 2019
 “… nuova querelle in vista…”
L’imprenditore Caristia denuncia il giudice Provenzano, indagine sul Pm Pandolfi”
Nuovi strascichi nella controversa vicenda del Borgo Scala dei Turchi. A seguito della denuncia per abuso d’ufficio presentata lo scorso 29 ottobre 2018 nei confronti del Pm della Procura di Agrigento Antonella Pandolfi, dall’imprenditore siracusano Gaetano Caristia (legale rappresentante della CO.MA.E.R Immobiliare, titolare dell’intervento sul Borgo Scala dei Turchi per il quale lo stesso è stato condannato lo scorso 26 luglio 2018 dal Gup Francesco Provenzano per lottizzazione abusiva) la Procura di Caltanissetta ha aperto un fascicolo di indagini (numero 3431/2018) assegnato alla Dott.ssa Chiara Benfante. Secondo l’imprenditore la magistrato non sarebbe stata equilibrata nello svolgimento delle indagini e dell’udienza preliminare in cui ha chiesto e ottenuto la condanna di Caristia.
Ebbene, lo stesso imprenditore Caristia – che lo scorso 29 ottobre ha denunciato per abuso d’ufficio la pubblico ministero, Antonella Pandolfi, con indagini in corso da parte della Procura di Caltanissetta – oggi annuncia di avere altrettanto denunciato il giudice Francesco Provenzano per omissione e rifiuto d’atti d’ufficio. Lo stesso Caristia spiega perché: “Perché il Giudice ha omesso di depositare le motivazioni della sentenza nel termine da lui stesso indicato di 75 giorni. A distanza di 6 mesi dalla lettura del dispositivo, e di ben più di tre mesi dalla scadenza che lo stesso Giudice aveva indicato, vengo privato del mio diritto di poter impugnare una sentenza che non esito a definire scandalosa. Sono l’unica persona ad essere stata condannata, tra centinaia di altri soggetti, per aver provato a creare sviluppo nel territorio agrigentino”.

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Febbraio 2019
“…presidente sezione penale è incompatibile: nuovo cambio giudici”
Il presidente della prima sezione penale del Tribunale di Agrigento Alfonso Malato si è dichiarato incompatibile – avendo svolto funzioni di Gip nello stesso procedimento – e per tale motivo cambia il collegio giudicante nell’ambito del processo “Borgo Scala dei Turchi”.
Il processo riprenderà il 21 marzo prossimo. La vicenda riguarda presunte irregolarità nella costruzione di una serie di villette a schiera nei pressi della Scala dei Turchi di Realmonte. Sul banco degli imputati siedono l’architetto Giuseppe Vella, funzionario del Comune di Realmonte, Giuseppe Farruggia, 64 anni, ex sindaco del Comune e progettista della Co.ma.er; Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 54 anni, componente dell’ufficio tecnico comunale; Daniele Manfredi, 57 anni, direttore dei lavori; Giovanni Farruggia, 61 anni; Vincenzo Caruso, 62 anni, dirigente soprintendenza; Agostino Friscia, 65 anni, dirigente soprintendenza e Calogero Carbone, 65 anni, anche lui dirigente della soprintendenza.


Marzo 2019
"Villaggio dei vip abusivo alla Scala dei Turchi", il processo non decolla

Otto mesi dopo i rinvii a giudizio, il dibattimento non parte per difficoltà nel comporre un collegio di giudici davanti al quale si possa celebrare


ll presidente della prima sezione penale Alfonso Malato, avendo trattato il procedimento in qualità di gip, è incompatibile. Slitta ancora l’inizio del dibattimento sulle presunte irregolarità legate alla realizzazione del cosiddetto “Villaggio dei vip”, un complesso di villette a schiera, nei pressi della Scala dei Turchi, a Realmonte, la cui realizzazione è stata bloccata sul nascere dall'inchiesta.
Lo scorso 5 novembre il giudice monocratico Alessandro Quattrocchi, davanti al quale per un errore era stato assegnato il procedimento dopo i rinvii a giudizio, si era dichiarato “incompetente per materia”, facendo slittare l’inizio del dibattimento che era stato disposto quattro mesi prima. In sostanza, essendo stati gli imputati rinviati a giudizio per abuso di ufficio, il processo si deve celebrare davanti al tribunale collegiale e non, come disposto nel decreto che disponeva il giudizio, davanti al giudice monocratico. Il giudice Francesco Provenzano, lo scorso 26 luglio, aveva concluso l’udienza preliminare - scandita da contrasti e veleni sfociati persino con l’iscrizione del registro degli indagati di uno dei periti, accusato di falso – con quattro condanne, inflitte agli imputati del troncone abbreviato, e otto rinvii a giudizio.
I principali reati contestati sono l’abuso di ufficio, la lottizzazione abusiva e la violazione della normativa edilizia. Il piano di lottizzazione, secondo il pm Antonella Pandolfi, sarebbe del tutto illegittimo. La questione, però, a distanza di cinque anni, ancora non approda neppure in dibattimento. 


30 Aprile 2019
Borgo Scala dei Turchi, si apre dibattimento ma reati vanno verso la prescrizione

Dopo non poche difficoltà per l’individuazione del collegio dei giudici, s’è aperto il dibattimento del processo per l’inchiesta sul “Borgo della Scala dei Turchi”.
Molte delle ipotesi di reato contestate rischiano di cadere il prescrizione.
Questa mattina, avanti la seconda sezione penale del Tribunale di Agrigento, i difensori degli otto imputati si sono riservati di decidere circa la scelta, o meno, di rinunciare alla prescrizione. 
Intanto il prossimo 28 maggio, data in cui riprenderanno le attività, verranno escussi i primi testi nominati dal pubblico ministero Antonella Pandolfi che in aula rappresenta l’accusa. Sul banco degli imputati, nel troncone del rito ordinario, siedono otto persone tra tecnici comunali e della sovrintendenza oltre che i responsabili della società siracusana Co.Ma.Er che si occupava della costruzione del villaggio. Quattro, invece, erano state le condanne inflitte nel processo con rito abbreviato. Il collegio difensivo, tra gli altri, è composto dagli avvocati Leonardo Marino, Vincenzo Caponnetto e Alessandro Patti.


28 Maggio 2019

Maresciallo in aula: “Concessioni firmate dal dirigente mentre era in congedo”


Si sblocca, a distanza di quasi un anno dal rinvio a giudizio di otto persone e la condanna nel filone abbreviato di altre quattro, il processo con rito ordinario scaturito dall’inchiesta sulla costruzione di un complesso di villette a ridosso della Scala dei Turchi. 
Sul banco degli imputati siedono l’ex sindaco di Realmonte Giuseppe Farruggia, 65 anni, nonché progettista della lottizzazione Co.Ma.Er; Cristoforo Giuseppe Sorrentino, 55 anni, tecnico dell’Utc di Realmonte, responsabile del procedimento della lottizzazione Co.Ma.Er; Daniele Manfredi, 58 anni, direttore dei lavori; Giovanni Farruggia, 62 anni, direttore dei lavori per le opere di urbanizzazione relative alla lottizzazione Co.Ma.Er; Vincenzo Caruso, 63 anni, dirigente del servizio per i Beni paesistici della Soprintendenza; Agostino Friscia, 66 anni, dirigente della Soprintendenza;  Calogero Carbone, 66 anni, dirigente della Soprintendenza e l’architetto Giuseppe Vella, funzionario dell’ufficio tecnico del comune di Realmonte.
 Le ipotesi di reato contestate vanno dall’abuso d’ufficio alla lottizzazione abusiva e anche la violazione della normativa sull’edilizia. 
All'udienza precedente, i giudici hanno fatto presente che i cinque capi di imputazione che ipotizzano i reati di lottizzazione abusiva e di "deturpazione di bellezze naturali", risalenti a partire dal 2008, sono prescritti: gli imputati, interrogati sulla questione, hanno dichiarato formalmente di non rinunciarvi. Nella peggiore delle ipotesi, quindi, per questi fatti ci potrà essere solo una condanna civile al risarcimento. 
Resta in piedi solo l'abuso di ufficio, contestato a tutti gli imputati, e la singola accusa di falso, ipotizzata nei confronti del direttore dei lavori Daniele Manfredi che avrebbe attestato falsamente, in due perizie consegnate alla Sovrintendenza, che il progetto rispettava il limite della distanza di 150 metri dalla battigia. 
Questa mattina in aula sono comparsi due testi nominati dal pubblico ministero Antonella Pandolfi: si tratta del maresciallo di Polizia Giudiziaria Di Giorgio e dell’architetto Luciano Montalbano, consulente di parte della Procura. Il primo ha riferito alla Corte l’origine dell’indagine: “Fui delegato dall’allora procuratore aggiunto Ignazio Fonzo in seguito ad un esposto dell’ex assessore Mariella Lo Bello che indicava l’imminente realizzazione di un complesso di villette a ridosso della Scala dei Turchi. Si trattava della costruzione di 52 villette, di un impianto sportivo e del rifacimento dello storico casale Biondi, una costruzione preesistente. Le nostre indagini si concentrarono su tutti i passaggi effettuati: da quello in consiglio comunale dell’ottobre 2008 alla convenzione stipulata nel dicembre dello stesso anno tra il comune e la ditta Comaer. Verificando le date di rilascio delle concessioni, confrontandole con il registro delle presenze del personale del comune, scoprimmo che quelle del luglio 2012 e nel marzo 2013 furono firmate dal dirigente Vella mentre lo stesso si trovava in congedo nonostante fosse indicato in una nota sindacale il legittimo sostituto (il geometra Fucà nrd). Sequestrammo l’area – conclude il maresciallo – su provvedimento dell’autorità giudiziaria nel gennaio 2014”.
Dopo il maresciallo è stata la volta del consulente della Procura, l’architetto Montalbano, che ha riferito tutti i tecnicismi legati ai vincoli a cui sarebbe stata sottoposta l’intera area: “Effettuammo un sopralluogo nel novembre 2013 quando le opere di urbanizzazione erano state parzialmente eseguite, vi erano due fabbricati nei lotti 11 e 12 e posta la recinzione che delimitava l’aera di costruzione. La norma regionale 78 del 1976 dice di fatto che la realizzazione di fabbricati di nuova costruzione sono vietati entro i 150 metri dalla battigia. Sull’area vige un vincolo paesaggistico e di immodificabilità assoluta che, di fatto, vieta la costruzione di immobili fino all’approvazione del piano paesistico territoriale. Ad oggi il pino non è stato approvato ma soltanto adottato il che vuol dire che è soggetto a modifiche in corso. Per me – ha concluso il consulente – il diniego all’approvazione è ancora valido”.

Prima dell’escussione dei due testi l’avvocato D’Acquì, tra i componenti del collegio difensivo, aveva sollevato eccezione per estromettere dalla costituzione di parte civile l’associazione ambientalista Legambiente. La Corte ha rigettato l’istanza per tardività in quanto il dibattimento è già stato aperto e, in ogni caso, questo tipo di valutazione era stata già effettuata dal Gup Provenzano con precisa ordinanza. Si torna in aula il 25 giugno per il contro-esame del consulente della Procura da parte delle difese rappresentate, tra gli altri, dagli avvocati Gigi Restivo, Alessandro Patti, Leonardo Marino e Vincenzo Caponnetto. 

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Video

Drone in volo riprese aeree - Scala dei Turchi "Reloaded"





Ancora oggi il meraviglioso sito di “Scala dei turchi”, che tutti c’invidiano, è oggetto di minacce speculative. Basta navigare su internet e vedere notizie su nuovi resort in progettazione sulla spiaggia tra Punta Maiata (Scala dei Turchi) e Punta Grande con opere che dovrebbero arrivare sino alla spiaggia.
Il rispetto per la natura e la loro storia sono forse legati ad un idealismo che difficilmente può essere accettato da una società spinta solo al tornaconto economico.  Offrire un servizio di qualità con un ambiente a misura d’uomo, incontaminato da strutture o ecomostri,  non è difficile… basta amare la propria terra e con coscienza operare nella giusta strada rispettando le regole etico sociali…
Quando si parla di regole etico sociali si fa sempre riferimento a due capisaldi fondamentali del nostro vivere…. Rispetto dell’ambiente e dell’umanità.
Fui accusato da un presidente della Caritas di essere un idealista… forse è vero… ma a quel presidente della Caritas, che non voglio nemmeno citare perchè non ne vale la pena, dico solo che l’uomo è capace di rispettare le creature e l’ambiente nella misura in cui porta nel proprio spirito un senso vero e pieno della vita. Altrimenti sarà portato a disprezzare se stesso e tutto ciò che lo circonda e quindi ad non aver rispetto dell’ambiente in cui vive.. del creato.

Ma è così difficile rispettare l’ambiente ?  Il mondo del lavoro ci mette in contatto  con figure con i quali ci dobbiamo spesso confrontare per la diversità di ideali ed anche di concezioni di vita. Ho avuto contatti con figure che per la loro posizione sociale si sarebbero dovuti fare portavoce della protezione dell’ambiente… ed invece… Un presidente di una fondazione che diede incarico ad un suo dipendente di buttare dei gattini di pochi giorni….. o ancora l’amministratore di una fondazione dare incarico, sempre ad un suo dipendente, di buttare dei cuccioli che per paura si erano rifugiati in una canaletta sotterranea. L’operaio per stanarli adoperò una lunga canna e finì con l’uccidere un cucciolo….. Come potrebbero condividere la protezione dell’ambiente chi non ha il senso del rispetto di ciò che lo circonda… figuriamoci poi per una “semplice” falesia di colore bianco….. a picco sul mare…. “è solo una roccia”. Come siamo lontani dalle idee di protezione ambientale del Trentino o di altre Regioni e Stati Europei….




Nel 1992 Giuseppe Mango, in arte Mango, (Lagonegro, 6/11/1954 – Policoro, 8/12/2014) scrisse una poesia… una melodia dedicata al Mar Mediterraneo.. Un mare che rileva le sue bellezze uniche ma anche la tristezza delle cose perdute e la forza del riscatto… in questa canzona c’è l’orgoglio del “Mare Nostrum” e la forza del riscatto del Sud dalla corruzione… Un video girato a Lampedusa segno di questo Sud.. Terra Bellissima, piena di tanta semplicità …..



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