Vicari (Pa)… il Monastero Basiliano di Santa Maria de Boikòs - I gioielli rinvenuti nelle sepolture di giovani donne.



Il Castello di Vicari (Palermo)

Nell’area del castello furono rinvenuti nel 1999 alcuni reperti d’epoca romana, per lo più frammenti e un urna cineraria con iscrizione che fu trovata dal Salinas C. nel 1883. I reperti risalenti alla successiva epoca bizantina sono piuttosto rari.  Sempre negli scavi del 1999 fu trovato soltanto un vasetto. All’epoca bizantina risalirebbe la chiesetta di S. Maria di Boikos, un tempo con annesso convento, posta ai piedi della Rocca del castello vicino all’ingresso.
Al 1077  risale la più antica fonte storica di ambito latino che ricorda la sosta del Conte Ruggero a “Brica” prima della conquista di Castronovo. 
Ruggero tornava dalla conquista di Trapani e di altri territori circostanti e si fermò proprio a Vicari che il Malaterra indicò con il termine di “Brica”, facendone la sua base militare per la successiva spedizione contro Castronovo all’interno della Sicilia e lungo l’importante strada Palermo – Agrigento.
Una fonte che attesta la presenza di un insediamento probabilmente fortificato sulla Rocca di origine bizantina e ristrutturato da parte degli arabi.
Goffredo Malaterra nel descrivere gli avvenimenti non cita il ricorso ad un assedio posto a Vicari, lasciando intendere come il castello doveva essere di scarso rilievo e forse limitato ad un piccolo fortilizio.

Ai piedi del castello sorgeva la Chiesa con convento di Santa Maria di Boikòs, detto anche di Biccari o Boico, di origine bizantina e probabilmente abitato da un certo numero di monaci basiliani.
Ruggero, nella sua sosta a Vicari, trovò i monaci che pregavano  per il suo successo sugli infedeli e con atto di donazione, datato ottobre 1097, concesse al monastero alcune terre tra cui quelle di Scopello.
Nel diploma,   è ancora in vita Nicodemo vescovo superstite di Palermo che svolge le sue funzioni in un isolata chiesa di periferia dato che la cattedrale era stata trasformata in moschea, si registra anche una donazione di “villani” di origine saracena, greca e giudea a favore del monastero di rito basiliano annesso alla Chiesa di S.M. di Boikos.
Le donazioni sono motivate dal fatto che i monaci avevano continuato coraggiosamente ad esercitare il culto cristiano anche durante la dominazione musulmana. Nel 1121 in un altro diploma si cita Roberto De Milia e sua moglie, insieme a “Guimundus canonicus bicarensis (di Vicari)” per l’introduzione di nuove “genti”.
In un  diploma del 1176 si fa riferimento alla “Villa di Vicari” e nei testimoni è menzionato il “dominus castellanus Biccari (Di Vicari).
Ulteriore riferimento ad un castellano in un documento del 1194 che cita il nobile Bellus…”vende una casa di sua proprietà all’abate di S. Maria”.. specificando che ..”essa è sita in ballio castelli Vicari”.
Nel 1186 il monastero sembra in uno stato di declino e il vescovo di Patti-Lipari lo affida, insieme alla Chiesa di S. Sofia, au un musulmano convertito, il gaito Riccardo, ..”affinchè cerchi di ripristinare l’ordine e la prosperità”.

La pianta del castello di Vicari
La Chiesa di santa Maria di Boikòs è sulla sinistra, sulla via d’accesso al castello

Le strutture murarie della Chiesa e del relativo convento erano quindi ubicate in prossimità dell’accesso principale al castello. Durante l’età normanna nelle adiacenze del castello erano poste alcune case della nuova aristocrazia militare e la collocazione della chiesa al disotto delle mura occidentali del castello sembrerebbe indicare uno stretto rapporto fra l’aspetto militare e quello culturale del sito.

Il Monastero Basiliano di Santa Maria de Boikòs probabilmente avviava giovani monaci ed eremiti a tradurre la fede in superamento delle passioni ed a conseguire quella “apatheia” con lo splendido contatto con la natura. Nelle terre di Scopello, vicino Castellammare del Golfo (Tp) avevano delle piccole grotte dove i giovani basiliani si isolavano dal mondo in preghiera per verificare la propria fede e scelta di vita.

Pianta e sezione della Chiesa

Una vecchia foto che ritrae la parete occidentale della Chiesa

Vicari (Pa) – Santa Maria di Boikòs

Ai piedi del castello di Vicari la Soprintendenza di Palermo fece degli scavi  nel 2016 all’interno della Chiesa di Santa Maria di Boikòs posta lungo il principale accesso alla rocca fortificata. La rimozione di uno spesso stato detritico costituito da recenti crolli, mise in luce i limiti di una chiesa databile alla metà/fine del XVIII secolo. Una chiesa costituita da un’unica navata con un altare principale. Al centro dei due lati più lunghi si trovavano due altari minori.

Interno della Chiesa di Santa Maria di Boikos nella sua
fase più recente


Questa configurazione moderna, che evidenzia la presenza di frustuli di decorazioni a stucco, si sovrappone ad una chiesa decisamente più antica risalente al trecento e ai resti ancora più antichi di una chiesa a tre navate databile alla prima metà dell’XI secolo.  Lo scavo ha messo in luce nella parte più vicina all’ingresso e al di sotto dell’attuale pavimentazione moderna in cotto, un altro livello pavimentale che fu realizzato con pietrame irregolarmente sbozzato e databile alla prima metà del XIV secolo.

Livello Pavimentale Medievale
In alto si nota la sepoltura di un inumato

 Il piano sigillava a sua volta numerose sepolture con inumati ornati da notevoli oggetti preziosi.

Sepolture al di sotto dei livelli pavimentali

Al centro della navata, all’inizio della seconda arcata, fu rinvenuta, in una fossa terragna, la sepoltura di una giovane donna. La donna aveva un copricapo costituito da un’intelaiatura in fascette di bronzo e una cuffia realizzata con fili dorati e decorata con elementi in pietre dure.

Sepoltura giovane donna

Al di sotto di questa sepoltura fu rinvenuta una seconda inumazione, anch’essa femminile.
La donna aveva al centro del torace una fibbia, ornata da un motivo ad onda e vicino al reperto, sul lato destro, una scatolina quadrangolare di ferro forse un piccolo reliquario (?).


La seconda tomba femminile con ricco corredo
I segnalini evidenziano il corredo  costituito  da:
perline, forse dei rosari; aghi dorati; vetri colorarti, anelli, ecc.

Nelle mani la donna aveva quattro anelli, due d’oro e due d’argento.
-          Il primo anello aureo aveva un castone sopraelevato costituito da una fasciatta, sulla quale da un lato erano raffigurate tre spighe, chiusa i lati da due valve, di cui una perduta, ornate da un motivo a reticolo; sull’anello, ai lati del castone, si trovava da una parte la rappresentazione dell’Agnus Dei, dall’altra quella due  leoni rampanti in lotta;




-          Il secondo anello aureo aveva anch’esso un castone molto sopraelevato che doveva essere ornato da una pietra andata perduta. Sulla fascia erano cesellate alcune iscrizioni separate da lettere di maggiori dimensioni e racchiuse all’interno di un ovale. Anche uno degli anello d’argento aveva un castone molto sopraelevato e conteneva una gemma adesso molto degradata. La fascia dell’anello era invece decorata con un motivo geometrico a spina di pesce  reso a incisione.



Attorno a queste sepolture altre sepolture di personaggi importanti anche loro con anelli d’argento alle dita. Al di sotto di questo livello fu rinvenuto un altro strato di sepolture più antiche.

Sepoltura a lastre litiche nel secondo livello di inumazioni

Erano inumazioni più povere, deposte in fosse rivestite la lastre litiche. L’edificio antico aveva tre navate, come si poteva dedurre dalla traccia sulle pareti di archi in seguito murati, e si decise d’intervenire anche nell’area della navata destra.

Pianta schematica delle strutture rinvenute nella Chiesa di Santa Maria di Boikòs

Lo scavo mise in luce la piccola abside della navata laterale e una parte del suo pavimento in terra battuta.
Il tutto databile alla metà dell’XI secolo. Fu anche rinvenuta la fondazione del muro esterno della navata che come le altre murature, era costituito fa piccole lastre di calcarenite bianco-grigiastra scavate forse sul posto. Questo muro laterale sfruttava il banco roccioso affiorante come si deduce dalla superficie rocciosa a contatto con il paramento sud del muro che in alcuni punti è rozzamente regolarizzata. Questa struttura muraria si collega ad angolo retto con un altro muro, perpendicolare alla parete laterale destra della chiesa moderna. Quest’ultima struttura sembra essere la chiusura ad ovest della prima fase costruttiva della chiesa che era molto meno sviluppata, rispetto al fabbricato del trecento, in senso longitudinale e dotata all’esterno di un pavimento di mattoni quadrati in cotto.

Particolare abside navata laterale

La chiesa nella prima fase aveva quindi una divisione a tre navate, la navata centrale era larga circa due volte quelle laterali, messe in comunicazione da arcate sopra le quali si trovavano due finestre che indicano che le navate laterali avevano coperture più basse rispetto alle falde centrali. Intorno alle absidi, nella terra che appoggia a queste, furono rinvenute altre sepolture databili successivamente alla metà dell’XI secolo.

Particolare area esterna navata laterale

una delle sepolture poste vicino all’area esterna della navata laterale

Alla luce delle ricerche archeologiche si po’ quindi dedurre come l’edificio abbia avuto varie fasi di vita.
La prima costituita da una chiesa a tre navate, di proporzioni ridotte, il cui rapporto tra lunghezza e larghezza è di 1:1. Questa fase si può datare dopo la prima metà dell’XI secolo quando le fonti attestano una sosta del Gran Conte Ruggero a Vicari nella sua avanzata di conquista e una donazione al monastero annesso alla chiesa di S. Maria di Boikòs. In seguito forse per ragioni statiche fu eliminata la navata laterale destra e murati gli archi di collegamento. Probabilmente in questo periodo furono deposte le ricche sepolture rinvenute nella navata centrale della chiesa. Trasformazione che si possono datare tra l’ultimo decennio del XIII secolo e i primi anni del XIV secolo. È lo stesso periodo in cui il sovrastante castello fu ampliato, quando il bene, che fino allora era demaniale, fu infeudato. Tra i vari passaggi il castello fu anche concesso al casato dei Chiaramonte. In seguito la chiesa fu riconfigurata così come appariva all’inizio della scavo e quando furono realizzati i due altari laterali che ristrinsero ulteriormente gli spazi dell’edificio.
Le documentazioni su questo antico convento sono scarse.
Sembra che Santa Maria del Boikòs sia stata la prima chiesa in Italia dedicata al culto della Madonna e la seconda in Europa.







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