ENCICLOPEDIA DELLE DONNE – XII CAPITOLO Le Donne dell’Afghanistan – La Regina Soraya Tarzi (1926 - 1929) -- Prima Parte

 د ښځو انسائیکلوپیډیا - دولسم څپرکی
د افغانستان ښځې - ملکه ثریا طرزي
لومړۍ برخه












Indice.
Premessa Storica;
Periodo Monarchico (1901 – 1929)
Habibullah Khan
Mahmud Tarzi e le sue idee progressiste
Habibullah Khan e il suo processo di modernizzazione del Paese
Le mogli di Habibullah Khan: Sarvar Sultana Begum – Ulya Janab- ecc.
I figli/e di Habibullah Khan
Il Matrimonio tra Amanullah Khan e Soraya Tarzi (30 agosto 1913)
Amanullah Khan e Soraya Tarzi sovrani d’Afghanistan -  Le riforme progressiste –
La regina Soraya Tarzi la prima femminista nella storia dell’Afghanistan
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Un destino crudele quello delle Donne Afghane dove le loro libertà ed i loro diritti vengono negati in nome della religione.
Eppure ci sono stati momenti nella ricca storia dell’Afghanistan dove le donne hanno studiato, erano libere e potevano esprimere la loro sensibilità, creatività, il proprio modo d’essere.
Bellissime anime femminili che hanno lasciato una forte impronta culturale e sociale. Figure, anche recenti, che fanno parte della memoria più profonda delle donne afghane, da non dimenticare perchè guide per il riscatto sociale in un periodo in cui il Paese sembra tornato al Medioevo.
Il tutto davanti all’insensibilità della Comunità Internazionale, dell’ UE ed USA che, con il loro ritiro nel 2021 dal territorio afghano senza preoccuparsi di costituire una forte governo, hanno lasciato il Paese nelle mani dei Talebani.
Vent’anni di guerra e di presidio cancellate con un colpo di spugna.  È una Comunità Internazionale avvolta nei suoi giochi di potere economici legati agli armamenti, a finanziare le fabbriche della morte, allo sfruttamento delle risorse economiche mentre molti Stati soffrono gravi crisi economiche e mancano delle fondamentali regole etico-sociali tipiche di una comunità civile.
La mia ricerca, in diverse parti, è dedicata proprio alle Donne Afghane e sarà inserita nella mia “Enciclopedia delle Donne”.
Un piccolo contributo alla loro voce… anime che hanno lottato per l’emancipazione delle donne, per i loro legittimi diritti.
Poetesse, politiche, manager, ecc. che hanno avuto anche riconoscimenti a livello internazionale.
Un piccolo modo per rendere la loro voce immortale… duratura nel tempo e in grado di spronare per il raggiungimento della legittima libertà. Non posso permettere che le donne afghane scompaiano nell’empietà dei loro oppressori e penso che la scrittura sia uno dei modi per rendere sempre viva la loro voce così come di tante altri milioni di donne vittime di violenza
La mia voce è un piccolissimo alito di vento che si perderà nel nulla… ne sono cosciente… ma le mie ricerche inserite nella mia biblioteca digitale permetteranno alle generazioni future di venire a conoscenza di quanto crudele sia la politica attuale. Personaggi politici che mancano di obbiettività, incapaci di leggere le origini degli avvenimenti per prendere coscienza delle azioni da adottare. Comandare seduti su una comoda poltrona lontani dalla realtà e dal mondo che li circonda è sin troppo facile. I fatti per  essere compresi e percepirne le motivazioni bisogna viverli in prima persona, a contatto con la realtà, e solo allora si potranno affrontare con coscienza per la loro risoluzione.
Dovrebbero fare riferimento alla propria coscienza ed alle cariche istituzionali che hanno assunto… ma questo è un discorso troppo lungo… quello che interessa è il potere economico, lo sfruttamento incondizionato delle risorse umane e naturali.
Ci sono personaggi politici che parlano di democrazie, di libertà, di rispetto dei diritti, ergendosi a paladini di difesa della pace… della  democrazia e poi creano… finanziano la guerra.
La coscienza è ormai solo un termine estraneo alla vita quotidiana.
Nella mia ricerca si citerà anche Nadia Anjuman , una poetessa afghana che fu uccisa…
I suoi pensieri riassumono il momento attuale delle donne afghane.
Che voglia o no sono un’emarginata, come posso parlare del miele
se porto il veleno in gola?
Non ho voglia di aprire la bocca di che cosa devo parlare?

William Shakespeare (?) disse.......


In piedi,
in piedi, signori, davanti a una donna,
per tutte le violenze consumate su di lei,
per le umiliazioni che ha subito,
per quel suo corpo che avete sfruttato
per l’intelligenza che avete calpestato
per l’ignoranza in cui l’avete tenuta
per quella bocca che le avete tappato
per la sua libertà che le avete negato
per le ali che le avete tarpato
per tutto questo
in piedi, Signori, in piedi davanti a una Donna.
E se ancora non vi bastasse,
alzatevi in piedi ogni volta che lei vi guarda l’anima
perché lei la sa vedere
perché lei sa farla cantare.
In piedi, sempre in piedi,
quando lei entra nella stanza e tutto risuona d’amore
quando lei vi accarezza una lacrima,
come se foste suo figlio!
Quando se ne sta zitta
nasconde nel suo dolore
la sua voglia terribile di volare.
Non cercate di consolarla
quando tutto crolla attorno a lei.
No, basta soltanto che vi sediate accanto a lei,
e che aspettiate che il suo cuore plachi il battito
che il mondo torni tranquillo a girare
e allora vedrete che sarà lei la prima
ad allungarvi una mano e ad alzarvi da terra,
innalzandovi verso il cielo
verso quel cielo immenso
a cui appartiene la sua anima
e dal quale voi non la strapperete mai
per questo in piedi
in piedi
davanti a una donna
.

Soraya  Tarzi
Regina e Prima femminista nella Storia dell’Afghanistan

 Premessa  Storica

Prima di narrare la storia della regina Soraya è importante   dare un riferimento storico dell’epoca in cui visse facendo un piccolo confronto con il periodo attuale (2023).
I diritti delle donne afghane sono sempre stati ostacolati dagli integralisti e dai conservatori e questo malgrado le norme approvate nel corso dei tempi.
Oggi nel 2023, come abbiamo visto, non sono ancora riconosciuti alle donne i diritti fondamentali.
Infatti dopo la partenza della coalizione, gli americani furono gli ultimi a ritirare le loro truppe dal territorio afghano, le donne furono costrette ad affrontare gravissimi problemi che sembravano superati da tempo… un improvviso ritorno al passato di almeno vent’anni e forse più grazie alla salita del potere dei talebani.
Furono reintrodotti numerosi divieti, in continuo aumento di giorno in giorno, nei confronti delle donne.
Spostarsi da sole oltre un raggio di 72 km, di vestirsi secondo il proprio stile, di frequentare liberamente la scuola in tutto il territorio afghano o di esercitare la loro professione, se non in particolari condizioni, o di lavorare.
La situazione sanitaria legata alla pandemia di Covid-19 e le condizioni meteo hanno creato un ulteriore aggravamento della condizione femminile. Per l’aspetto sanitario c’è da dire come ci sia stata una mancata collaborazione dei talebani in merito al piano vaccinale.
L’Afghanistan è l’unico paese al mondo dove non è permesso alle donne di studiare ed andare in scuole superiori. Alle donne è vietato lavorare fuori casa ad eccezione di alcuni lavori. Non ci sono donne al governo e non esiste un dicastero legato alle difficili problematiche femminili. La maggior parte delle donne che avevano un ruolo nel Parlamento fino al 2021, oggi sono in esilio  e la maggior parte in Grecia.
La popolazione afghana si aggira intorno ai 34 milioni di persone con 14,2 milioni di donne.
Le stime del 2020 parlavano di una popolazione afghana di circa 38 milioni di persone.
Il 22% degli afghani vive in aree urbanizzate mentre il 78% vive nelle zone rurali che sono fortemente conservatrici e quindi ostili alle riforme di emancipazione femminile.
Eppure nel corso dei tempi le donne afghane furono coinvolte in un progressivo riconoscimento dei loro diritti.
  

a)     Periodo Monarchico (1901 – 1929).

Dal 1901 al 1919 -  Habibullah Khan (Habib Allah) (Tashkent -Turkestan russo ed ora Uzbekistan - 3 giugno 1872; Kalagosh - Afghanistan, 20 febbraio 1919 : etnia Pashtu) fu emiro dell’Afghanistan. (Altre fonti citarono la sua nascita a Samarcanda).

Fu un regnante riformista e questo fu un aspetto importante considerando l’epoca in cui visse. Durante il suo regno si preoccupò di superare l’isolamento del suo paese. Portò in Afghanistan i più moderni ritrovati e metodi occidentali della medicina, introdusse l’elettricità e le automobili. Fondò anche un importante settimanale.  Sotto il regno di suo padre (Abdur Rahman Khan, sposato con Asal Begum) molte persone furono costrette all’esilio e Habibullah permise il loro ritorno grazie ad una amnistia generale. 
Nel 1903/1904 fondò la scuola di Habia. Gli studenti apprendevano la matematica, la geografia, la ginnastica ritmica, l’inglese e l’urdu. Istituì anche un college militare o accademia militare e le sue riforme coinvolsero anche il codice penale con l’abolizione delle pene più atroci. Uno dei suoi consiglieri Abdul Lateef fu però condannato alla lapidazione per apostasia. Una condanna che fu eseguita a Kabul nel 1903.

Tra il 1901 ed il 1904 acquistò importanti attrezzature per l’industria locale e continuò, nel suo breve regno, a sviluppare le comunicazioni ed il commercio. Una vasta opera di modernizzazione che coinvolse anche il settore viario dimostrando che  
“viaggiare era molto importante per lo sviluppo culturale e commerciale”.
Intervenne anche sulla repressiva intelligence, organizzata da suo padre, riuscendo in parte a smantellarla.
Il suo regno durò diciotto anni e fu relativamente tranquillo. L’unica rivolta che dovette fronteggiare fu quella di Khost nel maggio 1912, guidata da Jehandad Khan, un pretendente al trono afghano. La rivolta si concluse dopo tre mesi (agosto 1912) con la resa dei ribelli che accettarono le richieste del governo.
Durante la Prima Guerra Mondiale l’Afghanistan mantenne la sua neutralità malgrado i continui sforzi del sultano dell’impero Ottomano (Mehmed V – Mehmed VI) e della spedizione militare tedesca di Niedermayer – Hentig per cercare di fare schierare il Paese con gli imperi centrali.
Nel suo discorso d’incoronazione il re Habibullah Khan aveva promesso il suo sforzo nel perseguire politiche di unità nazionale, di resistenza dall’aggressione straniera (un aspetto che vedrà l’Afghanistan sempre sotto la costante pressione politica inglese), di riforme e di raggiungere l’obiettivo di un governo centrale afghano assoluto.
Perché il sovrano parlò di “governo centrale afghano assoluto”?
Governo assoluto in termini di politica interna ed estera?
Nel XIX secolo l’Afghanistan era un regno indipendente che soffriva di una instabilità cronica a causa delle continue guerre  intestine  fra le varie tribù ed etnie e di una grave ingerenza esterna da parte della Russia zarista e dell’Impero Britannico (La vicina India faceva parte dell’Impero britannico dal 1858, anno in cui fu ratificato la fine dell’Impero Moghul).
Gli inglesi tentarono sempre di controllare dal punto di vista militare il territorio afghano dando  origine alle guerre anglo-afghane. Il primo attacco inglese fu nel 1839-1842 e fu un completo disastro per gli inglesi. Un nuova invasione nel 1878 questa volta con un esito diverso.
Infatti nel 1879 l’emiro Mohammad Yaqub Khan  si recò a Gandamak, un piccolo villaggio fuori Jalalabad e avviò delle trattative con  gli inglesi  Pierre Louis Napaleon Cavagnari, soldato e amministratore militare, e con il generale Roberts. 

Cavagnari (il secondo da sinistra)  e Yaqub Khan (il terzo da sinistra) a Gandamakhttps://it.wikipedia.org/wiki/Pierre-Louis_Cavagnari#/media/File:Mohammad_Yaqub_Khan_with_British_officers_in_May_of_1879.jpg

Il Cavagnari era un militare arrogante che aveva prestato servizio nell’East India Army nel 1° Fucilieri del Bengala. Successivamente fu trasferito al servizio politico e fu inviato dal  vicerè Lord Lytton nella missione di Kabul del 1878.
Gli afghani rifiutarono l’inviato e questo fu una delle cause che diedero inizio alla seconda guerra anglo-afghana.
L’emiro Yaqub Khan e il Cavagnari avviarono le trattative di pace e alla fine fu siglato il Trattato di Gandamark. Secondo alcune fonti il trattato prevedeva la concessione di alcuni territori afghani agli inglesi e l’invio a Kabul di un inviato inglese. Per “diplomatico” inglese a Kabul fu scelto proprio il Cavagnari con nomina nel luglio 1879.
In realtà il trattato prevedeva:
-        il mantenimento del trono al sovrano Mohammad Yaqub Khan,
-        agli afghani la sovranità interna del Paese;
-        gli inglesi acquisivano il controllo delle relazioni estere del Paese e la residenza del Cavagnari a Kabul. 
Il Cavagnari era noto nell’esercito inglese proprio per la sua arroganza e lo stesso invio a Kabul fu considerato un grave errore da parte delle autorità britanniche. La situazione a Kabul diventò subito tesa. Alcuni soldati si ribellarono perché non avevano ricevuto la paga dall’emiro ed attaccarono la residenza reale. Nell’attacco (settembre 1879) morirono il Cavagnari e la sua missione diplomatica. La guerra era tutt’altro che finita. Le truppe britanniche furono richiamate ed occuparono Kabul per poi lanciare una terribile azione punitiva contro gli afghani. Il sovrano afghano abdicò rifugiandosi nel campo britannico per essere poi successivamente mandato in India nel dicembre 1879. Il nuovo sovrano Abdur Rahman Khan  (padre di Habibullah Khan) istituì a Kabul un forte governo centrale  però sempre sotto la tutela della potenza coloniale inglese.
Il nuovo sovrano Habibullah Khan parlò quindi di sovranità ma in realtà  rimase sempre legato alla Gran Bretagna.

Habibullah Khan con alcuni soldati afghani

Habibullah mantenne delle relazioni soddisfacenti con l’India britannica. Gli inglesi erano coinvolti negli affari afghani e il sovrano  Habibullah accettò questa guida britannica negli affari esterni in cambio di una sovvenzione annuale di 160.000 sterline. Habibullah mantenne invece il pieno controllo degli affari interni del suo paese, adottando un percorso politico moderato, e riuscendo ad introdurre delle riforme necessarie per lo sviluppo dell’Afghanistan.
Habibullah Khan riuscì a mantenere neutrale l’Afghanistan durante la Prima Guerra Mondiale 
perchè contrario alla guerra e questo aspetto lo rese impopolare tra gli esponenti antibritannici della popolazione.
Salì al trono prendendo il titolo di “Seraj al-mellat wa ‘l-din” (Lanterna della Nazione e della Religione) ed ereditò un paese in pace.
Concesse un’amnistia ai notabili “sardar s” che erano stati espulsi da suo padre, Amir Abd-al-Rahman, invitandoli a tornare in Afghanistan.
Gli esuli erano costituiti da due gruppi:
-        Gli esiliati in India che erano colpiti dalla potenza militare della Gran Bretagna;
-        Gli esiliati nell’Impero Ottomano che furono influenzati dalle riforme dal Tanzimat del XIX secolo. (Il Tanzimat Fermani - Editto Imperiale di Riorganizzazione – o Gulhane Hatt-i Seif – “Editto Supremo del Giardino delle Rose”, era un editto che cercava d’integrare i non-musulmani e i non-turchi nella società ottomana, tutelando di loro diritti mediante l’applicazione del principio europeo di uguaglianza di fronte alle legge. Con l’editto si cercò d’introdurre nell’Impero ottomano le conquiste europee nel campo delle tecnologie e delle scienze umane. L’editto  segnò il cambiamento della società ed Istambul fu uno dei centri maggiormente attivi nel cambiamento sociale.

L’Editto contrastava gli obiettivi indipendentisti delle diverse etnie e fu il primo passo verso
l’occidentalizzazione del paese interessando molte aree e cambiando i valori e gli stili
di vita delle persone. La letteratura fu, in particolare modo, utilizzata dalle
persone  per la promozione di idee di occidentalizzazione. Il Tanzimat fu un valido
esempio di come le persone possano essere influenzate dalla letteratura.

Tra gli esuli c’era Mahmud Tarzi  ( politico, diplomatico, giornalista, scrittore e poeta afghano) considerato il padre del giornalismo in Afghanistan. Il Tarzi diventerà una figura chiave ed importante nella storia dell’Afghanistan.

Sebbene l'età abbia i suoi limiti normali, può essere estesa da due cose:
 lo studio della storia e il viaggio. 
La lettura della storia amplia la percezione della creazione del mondo,
mentre il viaggio amplia il campo visivo.

Mahmud Tarzi  

Mahmud Tarzi nacque il 23 agosto 1865 a Ghazni, in Afghanistan.
Di etnia Pashtun, il padre era Sardar Ghulam Mihammad Tarzi, capo della casa reale Mohammadzai,
sovrano di Kandahar e noto poeta. La madre apparteneva invece alla tribù dei Popalzai.
Nel 1881, dopo l’ascesa al trono dell’Afghanistan dell’emiro Abdur Rahman Khan, nonno paterno
di Amanullah Khan, tutti gli esponenti della famiglia Tarzi furono espulsi dall’Afghanistan.
I Tarzi si recarono prima a Karachi, nel Sindh, dove vissero dal gennaio 1882 al marzo 1885.
Si trasferirono quindi nell’Impero Ottomano e Mahmud Tarzi cominciò a visitare i paesi
del Medio Oriente. Fece un pellegrinaggio a La Mecca, visitò Parigi e altri Paesi
del Mediterraneo orientale.  Tra le sue visite anche un incontro con
Jamal ad-Din al-Afghani a Costantinopoli. Jamal ad-Din al-Afghani era un famoso
teologo iraniano di religione islamica. Fu  il massimo riformatore che il mondo islamico
abbia avuto in tutto il XIX secolo. Mahmud Tarzi, nel suo viaggio in Siria nel 1891, incontrò
a Damasco la figlia (Asma Rasmiya)  di un commerciante siriano,  Moḥammad Saleh al-Mossadiah, un muezzin della moschea degli Omayyadi.  Dai matrimonio nacquero cinque maschi e
cinque femmine.  La figlia Kayrira sposò il principe Enayat-Allah e Toraya (Soraya) sposò
Amanullah Khan futuro sovrano dell’Afghanistan. Asma Rasmiya era la seconda moglie di
Mahmud Tarzi. La prima moglie era un afghana (Ḵōgiāni?) che morì a Damasco.
Soraya Tarzi diede  un grande contributo alla scolarizzazione e all'educazione delle donne afgane.
Un aspetto che Maḥmud Ṭarzi aveva costantemente invocato e ritenuto una necessità assoluta
per lo sviluppo del paese.
Tarzi rimase in Turchia fino all’età di 35 anni ed acquisì una grande conoscenza nelle
lingue: la sua lingua Pashto, Dari (dialetto persiano), turco, francese, arabo e urdu.
Un anno dopo la morte del sovrano afghano Abdur Rhaman Khan nel 1901,
il figlio Habibullah Khan invitò la famiglia Tarzi a tornare in Afghanistan ed a Mahmud Tarzi fu
assegnato un incarico governativo. Incominciò ad introdurre in Afghanistan importanti idee
occidentali e diventò l’unico responsabile nel procedimento di modernizzazione del
Paese nei primi due decenni del Novecento. Tarzi fu a fianco dei sovrani afghani
(Amanullah Khan e Soraya) nel loro viaggio in Egitto ed in Europa
(dicembre 1927- gennaio1928) ma non oltre. Nell’aprile 1928 tornò in Afghanistan dove non
ricoprì più alcun incarico ufficiale. Abbandonò l’Afghanistan pochi mesi dopo quando il sovrano
Amanullah Khan fu deposto dal trono..  Si trasferì in Iran a Teheran per poi trasferirsi a Istanbul nell’ottobre 1929.
Ad Istanbul morì nel 1934 per un cancro al fegato e fu sepolto nel cimitero di Eyup.
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In Turchia Mahmud Tarzi aveva incontrato Jamal-al-Din Afghani, un teologo di religione islamica.
Fu probabilmente il massimo riformatore che il mondo islamico abbia avuto in tutto il XIX secolo.
Il suo programma intellettuale era rivolto all’intera comunità dei credenti (Umma) e aveva come obiettivo la libertà dei territori islamici dal dominio coloniale europeo. Questa liberazione avrebbe permesso la riunione originaria di tutti i musulmani che erano spesso divisi in sette e fazioni contrapposte. Questo avrebbe permesso una rinascita culturale, scientifica, politica ed economica della casa dell’Islam (dar-al-Islam) cioè l’uscita da uno stato di confusione a cui era stata condannata dall’inerzia e torpore accumulatosi nei secoli. Secondo il teologo le cause del declino dell’Islam erano da ricercarsi non nelle regole dell’Islam ma nel comportamento dei suoi seguaci, poco attenti alle norme religiose e distanti dalla tradizione.
Nei suoi discorsi citò un verso del Corano (VIII,53)..
«Iddio non cambia il favore di cui ha favorito un popolo fin quando essi non cambiano
quel che hanno in cuore»
era necessario superare l’infinita imitazione della tradizione ed aprire la mente ed il cuore ad uno sforzo interpretativo dei testi sacri.
Una tesi legata alla necessità di modernizzare la religione con un elevata disponibilità al cambiamento.
Il Tarzi, sempre in Turchia, era diventato un esponente importante del movimento dei “Giovani Turchi”. Un movimento politico che aveva come obiettivo l’attuazione nel paese di vaste riforme e il contrasto al predominio delle potenze europee nella vita politico-economica turca. Il movimento diede vita al comitato “Unione e Progresso”.
Il sovrano afghano Habibullah Khan per attuare la sua politica di modernizzazione del paese si rese conto che l’aiuto di Mahmud Tarzi, un leader tra gli intellettuali e una guida agli occhi del pubblico, fosse fondamentale.
Per il Tarzi era giunto il momento di rimodellare la sua vita per il futuro con un ritorno in Afghanistan dopo l’amnistia generale concessa da Habibullah.
"Durante questo periodo, stavo anche cercando di pianificare il mio futuro. Dovrei essere un pubblico ufficiale qui (Damasco), o dovrei tornare a Kabul per servire il mio paese e l'intero mondo islamico? ... Ho visto che la natura ha fornito Me con varie competenze e opportunità per perseguire obiettivi nazionali. La prima è la mia identità afgana, la seconda sono i lunghi anni che ho trascorso nelle terre ottomane e l'educazione che ho ricevuto lì, e la terza è il matrimonio che ho avuto con una cittadina ottomana. Sono stato anche in grado di seguire il mondo con la mia padronanza di pashtu, persiano, francese, arabo, turco/ottomano e un po' di urdu. Quando è stata valutata l'amnistia generale annunciata dal governo afghano, l'ostacolo più grande al mio ritorno nel mio Paese è stato rimosso".
L’amnistia riguardava anche la famiglia di Mahmud Tarzi e quindi era rivolta anche a suo padre Ghulam Muhammad Tarzi.
 
Il sovrano Abdur Rahman Khan, padre di Habibullah Khan e responsabile dell’esilio della famiglia Tarzi, prima di morire inviò una lettera a Sardar Ghulam scrivendo..
C'è stabilità e continua pace e prosperità in Afghanistan e nel governo afghano. Non c'è più alcun ostacolo per te e la tua famiglia alla separazione dall'Afghanistan. Se desideri tornare nel tuo Paese, questo sarà rispettato e apprezzato".
Ghulam Muhammad rispose..
"Poiché Sua Maestà sa che il luogo in cui tutta l'umanità sarà provata insieme ai suoi peccati dopo il Giorno del Giudizio sono i territori palestinese e siriano. Se dovessi tornare lì ora quando mi sento vicino a morte, puoi immaginare che sarebbe difficile fare un lungo viaggio di ritorno in Siria quando arriverà quel giorno".
Se il padre di Mahmud Tarzi aveva deciso di continuare il suo esilio in Siria, anche a causa dell’età, diversa era la situazione per il famoso politico e giornalista.
Aveva senso continuare una vita in esilio?
Viveva lontano dalla sua patria e aveva sempre una continua nostalgia dell’Afghanistan. La nostalgia era accompagnata dalla preoccupazione sia per la situazione politica afghana, avvolta sempre da una incertezza perenne, sia per l’arretratezza.
Certo gli inglesi vedevano con grande sospetto un ritorno del Tarzi e della sua famiglia in Afghanistan e probabilmente sul loro esilio ci fu un’influenza britannica.
Il Tarzi aveva un grande obiettivo: mettere a disposizione dell’Afghanistan le conoscenze acquisite in 18 anni di esilio nell’Impero ottomano a Damasco ed ad Istanbul. Da parte sua  Habibullah  era cosciente che la vicinanza del Tarzi gli avrebbe procurato un grande rispetto nei paesi stranieri e tra la popolazione afghana.
In questo modo avrebbe avviato le sue riforme raccogliendo al suo fianco i leader religiosi nazionalisti.  L’Afghanistan aveva un tasso di alfabetizzazione molto basso e il Tarzi sperava di schierarsi con i leader religiosi intellettuali per salvare il suo paese dall’ignoranza e quindi avviarlo allo sviluppo.
Tra i progetti del sovrano c’era anche la creazione di un giornale. Progetti che con la collaborazione del Tarzi si sarebbero potuti realizzare.
Si percepiva nell’aria la visione di un nuovo Afghanistan che poteva diventare un modello da imitare per tutti gli altri Stati dell’Asia centrale.
Il sovrano doveva valutare con attenzione questi processi di modernizzazione.
La trasformazioni in campo politico, legale, economico, sociale, culturale, militare, educativo avrebbero potuto incontrare delle opposizioni in ambienti legati ad idee tradizionaliste e conservatrici.
Questi interventi sarebbero stati il preludio all’indipendenza totale dagli inglesi e il suo raggiungimento sarebbe stato un grandissimo successo per il sovrano.
Doveva circondarsi di persone in grado di condividere i suoi progetti, formare una comunità di validi tecnici, e Mahmud Tarzi era l’uomo adatto per l’identità ideologica..
Queste idee innovative nel campo sociale, l’apertura verso l’Occidente, i suoi discorsi convincenti, permisero al sovrano  di ottenere il rispetto degli ambienti intellettuali e gli permise di raggiungere una popolarità sempre crescente di giorno in giorno.
 Habibullah capì come il momento era maturo per iniziare con Mahmud Tarzi un rapporto di collaborazione il prima possibile.
C’era nella mente di Habibullah anche un altro progetto oltre quello di riunire e sviluppare lo Stato:
l’idea del matrimonio tra le figlie di Mahmud Tarzi e i figli dello stesso Habibullah.
Matrimoni tra famiglie nobili importanti per la continuazione della dinastia.
Il ritorno del Tarzi in Afghanistan doveva essere assicurato con il massimo rispetto e la fiducia che meritava. Un suo ritorno avrebbe aumentato la  simpatia, nei confronti del sovrano, tra la maggior parte della popolazione e al contrario avrebbe intimidito gli oppositori al sovrano.
Habibullah Khan condivise i suoi pensieri sul Tarzi con il suo amico e consigliere Yusuf Khan..
"Non è vano che Ghulam Muhammad abbia dato a Mahmud molti privilegi e lo abbia cresciuto in modo distinto, Yusuf Khan. Guarda, Mahmud, con la sua penna e intelligenza, spiega le opportunità che faranno avanzare il suo paese. Ha incontrato il sultano ottomano, e scrive anche con lui. Ha una forte personalità che attira anche la mia attenzione. È un idealista che porterà molti benefici al nostro popolo e al paese. Inoltre, si è sposato con la figlia di un rispettato famiglia a Damasco con un matrimonio sano. Ha tre adorabili figlie. Sua moglie, che ama molto la sua famiglia e i suoi figli, li ha cresciuti molto bene. Spero che andranno molto d'accordo con le nostre famiglie. Mahmud sarà di grande aiuto supporto per raggiungere la mia gente e negli affari di stato. È una persona giovane e molto lungimirante la cui penna è robusta; le sue idee sono positive e forti. Possiamo fare un lavoro utile per sbarazzarci di questa piaga britannica. Ne sono sicuro Yusuf Khan, possiamo fare benedette fusioni tra noi n nostre famiglie. I Tarzi sono una famiglia degna di noi. Allevano molto bene le loro figlie. Se Dio concede, porterò le loro figlie ai miei figli. Perché no!"
 
Yusuf Khan, con suo fratello Asef, era nel palazzo reale come consigliere privato di  Habibullah Khan e rispose che 
conosceva molto bene la reputazione di Mahmud Tarzi.

Yusuf Khan era un ottimo consigliere ed aveva una buona visione delle idee moderne del suo sovrano e si rendeva conto che attorno ad Habibullah non c’erano intellettuali in grandi di adottare ed implementare quelle idee innovatrici.
Allora Mahmud Tarzi aveva circa 35 anni. Era conosciuto per le sue idee progressiste, per gli studi dei vari movimenti occidentali per la libertà e per l’istruzione.
Dopo aver ascoltato Habibullah Khan, Yusuf Khan rispose con gentilezza…
"Buon Dio, hai ragione. Suo padre, Ghulam Muhammad, che ha dato tutti i suoi preziosi minerali a questo figlio, ha cresciuto Mahmud bene. Vedendo e pensando al futuro, non ha risparmiato nulla da suo figlio. Siamo sotto la tua aus- pices per servire te e il nostro santo paese. Siamo disposti a sacrificare le nostre idee e i nostri corpi per il tuo cammino. Vorrei presentarti le mie idee nella massima tranquillità. Sì, Mahmud è un personaggio colto, straordinario, un idealista che ama la sua patria. Come hai detto, la sua famiglia è molto prestigiosa. Hanno molta cura per i loro figli. Con il tuo permesso, sostengo fortemente ciò che dici sulla loro unità familiare e cura.
Sono convinto che tale le fusioni saranno vantaggiose per entrambe le famiglie e
per il futuro del nostro Paese".
Habibullah fu entusiasta delle risposte date dal suo fidato consigliere..
"Caro Yusuf Khan, sono contento di quello che hai detto. So che tu e tuo padre siete d'accordo con Ghulam Muhammad sul nostro paese. Tutti conoscono gli sforzi del tuo defunto padre e di Ghulam Muhammad per la patria. Forse ti abbiamo trascurato e i Tarzi a causa dell'urgenza delle azioni e della retorica dichiarata rapidamente. Tuttavia, vedo che ci sono sempre cose positive dette su Mahmud Tarzi e il suo prezioso padre e su quanto siano sinceri e veri per la patria. Mahmud Tarzi sarà utile per noi. Lascialo venire nel suo paese ora. Lavoriamo insieme per far rivivere il paese insieme. Lascia che continui a servire la terra di suo padre con la sua penna e le sue idee. Tuttavia, non lasciare che questo problema venga ascoltato fino a quando non avremo risultati, Yusuf Khan".
Habibullah, dopo questo positivo dialogo con il suo consigliare, inviò un messaggio ad Abdul Wahed chiedendogli  di contattare Mahmud Tarzi.
Abdul Wahed parì per incontrare il Tarzi.
Mahomud Tarzi era una personalità importante, con un carattere forte, coraggioso e soprattutto aveva in sé le idee giuste per lo sviluppo dell’Afghanistan. Aveva tutte le caratteristiche per essere un leader ed aveva un carisma in grado di mobilitare le persone sotto la sua guida.
Mahomud Tarzi e Abdul Wahed s’incontrarono a Damasco in una fredda e piovosa giornata invernale del gennaio 1901. 

Damasco – Porta della città nel 1900 circa
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/2/2e/The_gate_of_the_street_called_straight%2C_Damascus%2C_Holy_Land%2C_%28i.e._Syria%29-LCCN2002724980.jpg

Damasco – Un artigiano nella lavorazione delle spade

Damasco – La “Strada Dritta” nel 1900
https://it.wikipedia.org/wiki/Strada_Diritta_%28Damasco%29#/media/File:Street-called-Straight-Detroit.jpeg

Abdul Wahed consegnò una lettera
di buona volontà e le istruzioni dell’emiro d’invitare Mahmud Tarzi chiaramente e
rispettosamente al suo paese.
Mahmud Tarzi tornò nel suo ufficio e si sedette alla scrivania.
Fece un gran respiro e la sua mente cominciò a percorrere le vie del passato, al momento in cui fu condannato all’esilio. Momenti di rabbia, sofferenza e paura anche per la sua famiglia.
Ben 18 anni passati tra sofferenza e rabbia, come suo padre, pensando sempre al suo Afghanistan.
Momenti che erano intervallati dal suo attivismo politico e culturale mai nascosti ed apprezzati nei movimenti giovanili che proponevano la visione di una nuova società.
Le proposte di Abud Wahed gli sembravano irreali.
L’Afghanistan dopo anni gli chiedeva il ritorno in patria, il suo aiuto.
Rimase dubbioso per un attimo e pensò alla sua famiglia, voleva la sua sicurezza, delle garanzie per i suoi figli e soprattutto la dignità, il rispetto.
Decise di discutere la questione con la moglie. Si alzò dalla scrivania e si fermò davanti alla finestra. Non aveva smesso di piovere. Guardò le palme su entrambi i lati della via curva, le persone con gli ombrelli aperti e i movimenti improvvisi delle carrozze che trasportavano i passeggeri. Un piccolo squarcio di Damasco avvolta da un aria pulita dalla pioggia leggera ma continua.
Decise di tornare a casa e di parlare con sua moglie Resmiye ( Rasmya) sul possibile ritorno in Afghanistan.
Indossò l'impermeabile preso dall'appendiabiti in noce dietro la porta, si mise in testa il berretto di astrakan, si guardò allo specchio e chiuse la porta dietro di sé, lasciandosi nell'odore di pioggia, erba e terriccio .
Asma Rasmya Khanum era la seconda moglie di Mahomud Tarzi. Era nata a Damasco nel 1877 ed aveva 24 anni. Una donna dall’alto profilo culturale figlia di Saleh Mossadiah El-Fattal un muezzin della moschea degli Omayyadi. La loro figlia Soraya era nata da poco ed aveva due anni.

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"L'albero maestro della mia casa, mia cara signora. L'emiro mi ha mandato la sua persona più vicina. Eravamo insieme. La scorsa settimana hanno annunciato che sarebbero venuti e volevano stare insieme. Volevano mantenere questa conversazione tra noi il più possibile. Mi hanno detto molte cose. Ho visto la loro sincerità, le loro buone intenzioni e il loro rispetto per noi dai loro discorsi e dalle scintille nei loro occhi. Abbiamo vissuto qui con voi e i miei amati figli per molto tempo , entrambi felici e fiduciosi. Tuttavia, sai che la mia patria è tutto per me. La mia patria è anche il luogo in cui possiamo essere felici insieme. Ora, Amir Habibullah mi ha personalmente chiamato; vuole che io sia vicino dalla sua parte; vuole che io lo sostenga e lavori per lui. Anche io sono favorevole a questa richiesta rispettosa. Inoltre; questa richiesta è portata dal figlio di qualcuno che conosco, qualcuno che conosce e rispetta le mie idee. Che ne dici, mio bella moglie? Se succede, ti trasferirai per la prima volta e vivrai nel mio paese se accetti.”

Un bellissimo rapporto d’amore. Rasmiye, in virtù di queste grande amore, sapeva leggere negli occhi del marito e percepiva le sue emozioni e problemi ancora prima della loro rivelazione.
La donna si rivolse al marito con grande entusiasmo..
"Onorevole Tarzi Saheb, sono nato con te, vivo con te. Il mio unico impegno è il mio amore per te e per i nostri figli, insieme alla nostra unità. Sei essenziale per l'Afghanistan. I tuoi amici, nemici e gli inglesi riconoscono questo. Grazie a Dio, non hai nemici personali. Hai persone care, associazioni rispettose e amici che lo ripetono tutti. Anche dopo venerdì scorso, questo è stato avanzato all'incontro. Abbiamo parlato dei vantaggi del tuo ritorno in Afghanistan. Farò lo stesso qui, come sarò nella nostra amata patria. Sarò lì al tuo fianco con la mia penna e il mio spirito. I miei figli ed io saremo sempre al tuo fianco come una forza formidabile. Possa il grande creatore ti fornisca salute e aumenti la tua resilienza. Possa la nostra decisione essere benedetta”.
Non è difficile immaginare la felicità del Tarzi, il suo animo si riempì di gioia.. la moglie , la sua famiglia, avrebbe condiviso questa nuova ed importante fase della loro vita..
"Luce mia, mia cara signora. Ora capisco ancora meglio quanto sia piacevole condividere una vita con te, quanto sia rispettabile. Grazie per essere al mio fianco e dare forza. Sono sicuro che ci saranno cose belle per voi e i nostri figli, e naturalmente per la nostra patria".
Il Tarzi cominciò a spiegare alla moglie il discorso avuto con Abdul Wahed e gli riferì anche le parole che il sovrano Habibullah Khan aveva espresso sulla sua famiglia..
"Oltre a tutto questo, la mia nobile origine di famiglia deriva da mio padre ed è sposato con una stimata moglie è stato accolto con profonda rispetto dell'emiro. In futuro, con il permesso del grande creatore, la mia amica ha suggerito che potrebbero esserci unità tra le nostre famiglie"
La donna capì subito quanto importante fosse quel discorso .. un discorso serio che riguardava anche il loro futuro nella casa reale.
"Onorevole, prego, spero di darti figli più propizi, li alleverai per la prosperità e l'ascesa dell'Afghanistan, quindi potrai presentarli allo stato".
Qualcosa d’importante stava per succedere… un qualcosa che sarebbe rimasta scritta nella storia dell’Afghanistan.

La donna si rivolse al marito con grande entusiasmo..
"Onorevole Tarzi Saheb, sono nato con te, vivo con te. Il mio unico impegno è il mio amore per te e per i nostri figli, insieme alla nostra unità. Sei essenziale per l'Afghanistan. I tuoi amici, nemici e gli inglesi riconoscono questo. Grazie a Dio, non hai nemici personali. Hai persone care, associazioni rispettose e amici che lo ripetono tutti. Anche dopo venerdì scorso, questo è stato avanzato all'incontro. Abbiamo parlato dei vantaggi del tuo ritorno in Afghanistan. Farò lo stesso qui, come sarò nella nostra amata patria. Sarò lì al tuo fianco con la mia penna e il mio spirito. I miei figli ed io saremo sempre al tuo fianco come una forza formidabile. Possa il grande creatore ti fornisca salute e aumenti la tua resilienza. Possa la nostra decisione essere benedetta”.
Non è difficile immaginare la felicità del Tarzi, il suo animo si riempì di gioia.. la moglie , la sua famiglia, avrebbe condiviso questa nuova ed importante fase della loro vita..
"Luce mia, mia cara signora. Ora capisco ancora meglio quanto sia piacevole condividere una vita con te, quanto sia rispettabile. Grazie per essere al mio fianco e dare forza. Sono sicuro che ci saranno cose belle per voi e i nostri figli, e naturalmente per la nostra patria".
Il Tarzi cominciò a spiegare alla moglie il discorso avuto con Abdul Wahed e gli riferì anche le parole che il sovrano Habibullah Khan aveva espresso sulla sua famiglia..
"Oltre a tutto questo, la mia nobile origine di famiglia deriva da mio padre ed è sposato con una stimata moglie è stato accolto con profonda rispetto dell'emiro. In futuro, con il permesso del grande creatore, la mia amica ha suggerito che potrebbero esserci unità tra le nostre famiglie"
La donna capì subito quanto importante fosse quel discorso .. un discorso serio che riguardava anche il loro futuro nella casa reale.
"Onorevole, prego, spero di darti figli più propizi, li alleverai per la prosperità e l'ascesa dell'Afghanistan, quindi potrai presentarli allo stato".
Un umile discorso quello di Rasmiye.. sperava di dargli ancora dei figli..

Non avrebbero mai potuto immaginare che quella piccola bambina di due anni dal bellissimo nome orientale Suraiya (Shahzada Tarzi)  sarebbe diventata la sovrana più illustre del XX secolo segnando delle pagine importanti nella storia dell’Afghanistan  e sui diritti delle donne.
Soraya è un nome di origine indo sanscrito persiano ricco di significato.
Già la lingua sancrita cioè la lingua che parlavano i Sicani abitatori della Sicilia ancora prima dell’arrivo dei Siculi…

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Si tratta di una variante del nome maschile Thurayya, un termine arabo che indicherebbe le Pleiadi, un gruppo di stelle presenti nella costellazione del Toro.
Le Pleiadi infatti deriverebbero dal termine arabo “thirwa”, “prosperità e ricchezza” perché erano considerate delle portatrici di pioggia. “Thurayya” sarebbe quindi un diminutivo di “thirwa”.
Soraya sarebbe la variante femminile del termine maschile Thurayya.
Il termine secondo la lingua sanscrita sarebbe legato al nome originario maschile “Surya”.
Nella mitologia indiana Surya era il dio vedico del sole, chiamato anche Signore delle Costellazioni e il Brillante. (La cultura Vedica era tipica degli antichi popoli che abitarono l’India Nord-occidentale cioè nella “terra dei sette fiumi”. In questa zona la cultura vedica acquisì le sue caratteristiche filosofiche e linguistiche per poi espandersi nelle regioni del Sud dell’India ed anche verso Occidente e verso il Sud-Est dell’Asia).
In entrambi i termini, arabo e indiano, la parola Soraya sarebbe legata quindi alla bellezza ed alla lucentezza.
La parola avrebbe un suo preciso significato…
“bella e splendente come il sole e la luna insieme”.
Presenta una personalità duplice legata alla luce ed al sole, comportamento lunatico e solare. È quest’ultimo carattere a prevalere perché è tipico di una figura sensibile. Soraya è sempre alla ricerca non solo di un equilibrio sentimentale ma anche di un benessere psicofisico.
Non esiste nel calendario un giorno in cui festeggiare l’onomastico del nome Soraya.  Essendo sprovvisto di un santo patrono omonimo, si festeggia il giorno uno novembre per la ricorrenza di Ognissanti.

Il suo nome completo era:

Suraiya Shahzada Tarzi

Suraiya in Sanscrito (?): सुरेज्य 
Soraya  in Sanscrito.. (?): सोरयते {सरय}  

Mahmud Tarzi decise quindi di ritornare con la sua famiglia in Afghanistan e riprese subito a riproporre nella sua mente i progetti da avviare. Suo padre, a cui era molto legato, decise di restare a Damasco, dove avrebbe vissuto il resto della sua vita.
Suo padre Ghulam gli disse..
"Quei vecchi venti eccitanti non mi portano più il profumo di rose fresche dalla mia terra natale. Al contrario, porta sempre sussurri di solitudine e dolore"
Mahmud Tarzi rivide nella mente le sere dei 18 anni vissuti in esilio, quando tornando a casa trovava suo padre seduto su una sedia nera di ebano sul balcone nel retro della casa. Gli baciava la mano e poi sedeva sul divano di fronte per iniziare a raccontare le informazioni quotidiane mentre suo padre ascoltava con dolcezza e si accarezzava la barba. Quella sera il discorso sarebbe stato diverso perchè legato ad un atteggiamento deciso di chi voleva lasciare, il prima possibile, Damasco..
"So che mi sta aspettando ogni giorno con entusiasmo e mi ascolta con impazienza. Tuttavia, non ha più quel vecchio entusiasmo e desiderio. Ora capisco meglio le sue azioni e il suo comportamento quando stavamo lasciando il paese ".
Con loro non può succedere niente, diceva. Tuttavia, sono fiducioso. Questi ultimi sviluppi sono segni promettenti di risultati positivi. Come sempre, io e i miei amici lo faremo fare cose buone insieme al sostegno e alla volontà di Dio.
"La gente ha fatto così tante cose a questo paese. Non puoi costringere una nazione al confinamento che spezza la catena della schiavitù e continua a desiderare la libertà sopra ogni altra cosa. Allora, cosa farai? Fai come fanno gli inglesi, giochi brutti scherzi e dipingi gli occhi delle persone per mantenerle nel caos costante. Quando hai la forza, puoi soffiarla o rattopparla e tirarla nella direzione che desideri. Soprattutto se hai attratto il capo dell'amministrazione con promesse, puoi muoverti più facilmente. Tuttavia, la mia gente non cadrà perché ha il gene di vivere in libertà con il cavallo, la famiglia e la terra. Ora, il vento mi porta questi. Con questo vento che soffia, la gente dice proprio questo.
Attraverso questi venti vogliono che io entri in quest'opera e mi invitano a guidarli».
 
Gli anni tra il 1902 e il 1930 furono importanti nella storia afghana. Sebbene le iniziative riformiste come lo status di stato moderno, i diritti delle donne, l'istruzione, la sicurezza sociale, il sistema legale e la sanità abbiano reso l'Afghanistan un leader in Asia centrale, purtroppo questi aspetti non furono sostenuti per molto tempo. Se si fossero potuti prolungare nel volgere del tempo, oggi non si parlerebbe di miseria e di arretratezza sociale per l'Afghanistan.
 
La nostra amministrazione è reale. Questo significa che c'è l'emiro ei suoi delegati. Non c'è opposizione costruttiva. Non ce ne può essere uno. Quelli in amministrazione sono quelli che sono in linea con l'emiro e quelli che agiscono secondo i suoi desideri. Questi sono due gruppi di persone. Un gruppo giura fedeltà all'emiro per la sicurezza della loro vita. L'altro gruppo cerca di guidare l'emiro a fare meglio per il Paese. È quest'ultimo gruppo che è estremamente importante. Se non c'è opposizione, allora assumeremo questa funzione costruttiva. In altre parole, indirizzeremo l'Emiro a migliorare il Paese e migliorare la qualità della vita del suo popolo. Le notizie che ho ricevuto e le mie sensazioni mi dicono che la situazione è matura per questo tipo di manovra e l'emiro ha bisogno di me. È più giovane di me, ma ha molta esperienza di governo da quello che ho sentito. Sarò l'aiutante dell'Emiro e sarò l'artefice di un'opposizione che lo dirigerà. A quanto ho capito, Sua Santità l'Onorevole Amir è molto ansioso di iniziare una simile mossa. L'intera azienda può applicare cambiamenti che possono rendere i sistemi amministrativi dell'Occidente adeguati allo stato d'animo del paese. Suo padre libera intellettuali, amici e persone preziose che all'epoca erano imprigionate; chiede persino loro di entrare nell'amministrazione. Pertanto, sta correndo un rischio elevato su se stesso Quindi, sta pensando bene per la sua patria ".
Questi pensieri furono la nuova linea di vita del Tarzi… Era pronto per la sua missione di sviluppo dell’Afghanistan… Aveva la sua amata moglie al fianco, una donna che aveva sempre saputo dargli i giusti consigli..
Rasmiye disse al marito….
Sarò al tuo fianco con tutto ciò che ho..
Il Tarzi diventò uno dei maggiori sostenitori dello sforzo  di modernizzazione avviato nel paese dal sovrano Habibullah.
Giunse in Afghanistan con un squadra di sette persone che portò dalla Turchia.
Erano esperti in campi importanti come la medicina, l’esercito e la finanza.
Avevano avuto importanti contatti con il sultano Abdulhamit e con i “Giovani Turchi”. Il Tarzi portò i concetti di nazione, bandiera, indipendenza, libertà e sviluppo. In seguito ebbe importanti rapporti con Ataturk e sviluppò quella grande amicizia tra Turchia ed Afghanistan che, secondo le sue idee,
non doveva essere danneggiata per nessuno motivo.
Habibullah capì che la modernizzazione dell’esercito e dell’amministrazione si doveva basare su riforme educative e con la creazione ed espansione di una base industriale.
Nominò suo fratello, Nasr-Allah come ministro dell’istruzione e affidò a suo figlio maggiore, Enayat-Allah gli affari militari.

Amir Habibullah Khan e suo fratello Sardar Nasrullah Khan (1917)

Riorganizzò l'amministrazione provinciale e istituì diversi consigli di stato, che includevano esperti indiani musulmani. Malgrado una divisione di responsabilità per il governo del paese, il sovrano continuò a riservarsi l'autorità di prendere tutte le decisioni importanti.
Importante, con ottimi risultati, fu la riforma dell’istruzione.
Nominò un consiglio per l’istruzione di dieci uomini (Anjoman-e ma ‘aref) guidato da Sardar Nasr-Allah che si riuniva due volte alla settimana. Il consiglio prendeva delle decisioni ed iniziative che erano poi sottoposte all’approvazione del sovrano.
Nel 1903 fondò la Scuola Habibiya, nacque in origine come “mandrasa”, che reclutava studenti che
avevano completato i livelli inferiori di istruzione religiosa e li formava secondo un percorso didattico anglo-indiano modificato, che includeva per la prima volta materie diverse dalla religione. 
La riforma incontrò una forte opposizione da parte degli ulama che avevano goduto di un vero e proprio monopolio dell’istruzione.
(Gli ulama erano i dotti delle scienze religiose (teologia, diritto, ecc.) ed erano considerati i depositari ed i tutori delle legge religiosa islamica (shari’a). Rappresentavano quindi l’elemento conservatore all’interno del mondo islamico che in realtà conservano ancora oggi nel 2023).
Quindi con la riforma furono istituite diverse “mandrase” come scuole preparatorie per il trasferimento successivo degli studenti all’Habibiya.
Nel 1907 fu istituito  l'Istituto di composizione letteraria ( Dār al-taʾlif ) per tradurre testi dall'inglese e produrre materiale didattico. Nel 1914 fu fondato il Teacher Training College ( Dār al-moʿallemin ) per formare insegnanti da destinare nelle nuove scuole. 
Il sovrano Habibullah Khan istituì per questa riforma scolastica circa due milioni di rupie Kabuli durante i primi dieci anni del suo regno.
 L’introduzione dell’educazione militare fu avviata nel 1909 con l’apertura della Scuola Militare ( Maktab-e fonun-e ḥarbiya) 
.Gli insegnanti erano ufficiali turchi che introducevano gli studenti all’esercitazione e alle scienze militari.
Moḥammad Nāder aveva l’incarico come  ispettore della scuola e i primi studenti furono  i figli dei notabili.
I figli di Habibullah, Enayat-Allah e Aman-Allah (Amanullah Khan, futuro sovrano) furono tra i primi studenti della scuola. Una scuola importante che aveva come obiettivo la formazione di ufficiali moderni.

Habibullah Khan I, emiro dell'Afghanistan dal 1901 al 1919,
con i suoi figli Enayatullah (a sinistra) e Amanhullah.
Per ordine dei suoi figli sarebbe stato assassinato(?).

Fu istituita anche una scuola per inservienti reali ( ārdaliyān ) per i Nurestāni appena convertiti e per i figli di quei mālek s (capi) che si erano ribellati e successivamente pentiti.
(I Nuristani sono un gruppo etnico dell’Afghanistan diffuso nelle province di Nurestan, Lahman e Konar e di alcune valli del distretto di Chitral vicino alla frontiera Nord-Ovest con il Pakistan.  Praticavano dei culti politeistici e solo ai primi del 1900 circa si convertirono alla religione islamica. I Nuristani sarebbero di origine Caucasica.)
Habibullah, durante il regno di suo padre Amir Abd-al-Rahman, fu nominato “ispettore delle industrie”.  Il sovrano Abd-al-Rahman aveva infatti fondato “l’officina” grazie ad un sussidio britannico. Con questo sussidio costruì una fabbrica di armi grazie anche alla collaborazione di tecnici britannici. Veniva utilizzato un particolare macchinario a vapore che richiedeva per il suo  funzionamento  l’uso di molto legname. Data la scarsità di legname nel territorio il macchinario era molto costoso per il suo funzionamento.
Una delle prime opere di Habibullah fu la costruzione di una centrale idroelettrica a “Jabol Seraj” (Jabal al-Serraj) nella provincia di Parwan. Fu costruita dall’ingegnere americano AC Jewette da ingegneri inglesi (?). I lavori iniziarono nel 1911 (?) e furono completati nel 1918(?). La centrale idroelettrica fu progettata, per la prima volta, per generare elettricità per il palazzo reale.


Su questo terrapieno furono installate cinque turbine, che a quel tempo producevano 2500 kilowatt di elettricità, e la sua elettricità veniva utilizzata dalla Cittadella Reale e dal Ministero della Difesa di Kabul. Attualmente quattro turbine di questa diga sono fuori servizio e l'unica turbina rimasta produce 400 kilowatt di elettricità.
Foto di Tajuddin Soroush, corrispondente della Bbc da Kabul
https://www.facebook.com/bbcdari/

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Cittadella reale - Jabal al-Sraj, provincia di Parwan
L’ordine di costruire la Cittadella fu emesso da Habibullah Khan.
La sua costruzione durò due anni e fu completa nel 1907. La cittadella ricopre circa
36 acri di terra (14,47 Ha/ettari). Il palazzo era conosciuto come “Siray Al-Emsar” e
Habibullah usava la cittadella come pensione e luogo di intrattenimento.
Era considerata anche come residenza reale al tempo di Amanullah Khan e di Soraya.
Successivamente fu utilizzata come base militare.
La cittadella storica fu costruita sul bordo di un'altura che domina la valle del mare di Jabal al-Siraj.  La cittadella di Jabal al-Siraj rappresenta la crudeltà del tempo perché
colpita negli ultimi decenni da attacchi bellici e in modo grave  durante il regime talebano. 
Con l'attacco dei talebani alla provincia di Parwan, circa il 90% della cittadella, compreso l'harem della cittadella, fu distrutto.
Sembra che nel 2018 il palazzo fu restaurato.

Investimenti furono eseguiti anche nella salute pubblica.
Nel 1910 fu aperto un ospedale civile da 40 posti letto (safa-kana-je molki). Il direttore era un turco, dottor Munir Izzat Bey, che inserì tra le terapie anche la quarantena e creò un vaccino contro il vaiolo. Fu istituito anche un separato ospedale militare che era gestito da medici indiani.
Il sovrano chiamò dei tecnici esperti dall’India, dall’Impero Ottomano e anche dall’Occidente, in particolare dalla Gran Bretagna, per sviluppare progetti per la produzione di palle di cannone, armi leggere, cartucce, scarpe, uniformi ed anche per il conio di monete.
Sempre con l’aiuto tecnici stranieri avviò la creazione di industrie per la soffiatura del vetro, falegnamerie, per il taglio di pietre e gemme compresi i lapislazzuli. Grazie a questi impulsi industriali si formarono anche numerosi laboratori famigliari privati.
 La prima linea telefonica in Afghanistan collegava il palazzo con gli uffici governativi e fu ampliata nel 1910 a Jalālābād e nel 1911 a Jabol Serāj e Paḡ-mān. 
Furono importante anche delle auto per uso privato e nel 1912 erano presenti in Afghanistan circa trenta auto. Furono importate dall’India anche un certo numero di carri e carretti in legno.
La rete viaria cominciò  ad avere un ampliamento. Le prime strade furono costruite per soddisfare le esigenze del sovrano e collegavano Kabul a Jalalabad, al confine indiano ed anche a Pagman, Jabol Seraj, Gazni e Kandahar. Ma erano ancora gli elefanti ad essere utilizzati per trasportare macchinari e attrezzature importate dall’estero.  Erano necessari almeno75 giorni per il trasporto  con gli elefanti dei generatori elettrici da Jalalabad a Jabol Serai.
Furono costruiti anche i primi ponti in ferro sul fiume Kabul a Jalalabad e a Darunta che collegavano Kabul alla valle del Lagman.
Un ponte di ferro fu costruito anche sul fiume Nilab a Golbahar con la sua inaugurazione nel 1911.
Si sviluppò anche la stampa con una moderna macchina che permise la pubblicazione di un giornale bisettimanale, il “Seraj al-Akbar-e Afganiya”. Fu pubblicato in lingua persiana tra il 1911 e il 1918 sotto la direzione di Mahmud Tarzi e diventò l’organo dei partiti panislamici e nazionalisti afghani. Il Tarzi  ebbe la grande capacità d’istruire i lettori sugli affari internazionali e sulla necessità di modernizzare il paese. Il giornale comprendeva anche delle vignette politiche e  delle foto che erano scattate dal sovrano, un grande appassionato di fotografia.
Il giornale continuò la pubblicazione anche dopo la morte del sovrano Habibullah Khan  prendendo il nome di “Seraj al-tawarik di Fayz.Mohammad Kateb”. Una narrazione della storia dell’Afghanistan fino agli ultimi decenni dell’Ottocento. Il sovrano Habibullah  supervisionava personalmente la composizione del giornale e lo faceva pubblicare nella tipografia governativa.

SERĀJ al -AḴBR- e AFḠĀNIYA
“Torcia delle notizie dell'Afghanistan”
Un quotidiano bimestrale in lingua persiana pubblicato a Kabul durante il regno
di Habibullah Khan nel 1901-1919.
Era stato preceduto da una pubblicazione risalente al 1873 (Šams al-nahār ).
Era un giornale dal formato piuttosto grande (33 x 24)cm e costituito da 12-14 pagine che
fu stampato in litografia per il primo anno e poi in tipografia per gli anni successivi con illustrazioni.
Ebbe una tiratura di circa 1600 copie alcune delle quali erano distribuite gratuitamente mentre
altre andavano ai dipendenti pubblici afghani più pagati in cambio di una piccola
trattenuta dal loro stipendio. Alcune copie venivano scambiate
con giornali musulmani provenienti da altri Stati. Il giornale era l’opera di una figura appena
tornata dall’esilio, Mahmud Tarzi che fu responsabile dell’intera operazione giornalistica e
autore per tutti gli articoli non firmati. Gli articoli firmati furono scritti dai suoi
collaboratori, una piccola squadra composta da traduttori e giovani giornalisti
afghani e turco-ottomani.
Il primo numero era datato 15 Šawwāl 1329/16 Mizān 1290 Š./9 ottobre 1911, e  continuò ad essere pubblicato per qualche tempo con il sostegno di Amir Ḥabib-Allāh, che favorì gli sforzi di Ṭarzi per conciliare monarchia e nazionalismo sotto il regime bandiera dell'Islam e dell'ideologia moderna.
Il giornale pubblicava notizie locali e in particolare notizie sul sovrano e sui suoi sforzi
di modernizzazione del Paese. Il Tarzi  doveva attenersi anche alla volontà del sovrano
che non voleva azioni di disturbo negli affari politici. Lo scoppio della prima guerra
mondiale mise in contrapposizione Habibullah Khan e il Tarzi creando una certa tensione che non
mise in pericolo l’esistenza del giornale. Si faceva riferimento, in quel periodo, agli avvenimenti
bellici pubblicati dalla stampa estera e veniva impedita la libertà d’espressione sulla
indipendenza dell’Afghanistan  e sulla sua neutralità nell’eventi bellici.
La posizione filo-turca e anti-britannica, le aspirazioni nazionalistiche e di indipendenza da parte
della redazione del giornale finirono con il decretarne la chiusura che avvenne con l’ultimo
numero pubblicato il 15 Rabiʿ I 1337/27 Qaws 1297 Š./19 dicembre 1918.
Mahmud Tarzi rimase amareggiato per la chiusura del giornale.  La maggior parte della
popolazione afghana era analfabeta e il giornale era una sfida molto difficile. Il Tarzi
voleva utilizzare il giornale per analizzare i motivi che stavano alla base dell’arretratezza
dell’Afghanistan e, analizzate le motivazioni, trasformare il giornale in uno strumento
educativo, uno strumento per nuove idee.
Invitava a combattere l'ignoranza e l'analfabetismo che colpivano l'Afghanistan, a destinare le risorse necessarie all'istruzione e all'acquisizione della conoscenza; ad aprire l'istruzione pubblica fino alle moderne materie scientifiche; dare alle donne il posto loro negato dal clero e incitava alla battaglia contro il degrado morale e la corruzione. Erano tutte critiche rivolte alle classi dirigenti dell'Afghanistan, con l'obiettivo di porre fine all'inerzia del paese, avviarlo sulla strada dell'indipendenza e riformare la società.
Un altro obiettivo che il Tarzi voleva raggiungere con la pubblicazione del giornale era
quello di unire l’Afghanistan al mondo esterno informando gli afghani
sugli ultimi sviluppi della scienza, della tecnologia, delle discussioni intellettuali e
del progresso dell'umanità attraverso articoli su argomenti vari come la meteorologia
 e cosmografia, medicina, filosofia, storia, geografia, grandi scoperte scientifiche ecc.
Il giornale criticava le potenze coloniali ed anche i teologi musulmani perché responsabili
dell’inerzia del mondo musulmano davanti ai problemi sociali e politici.
Tarzi accusava il mondo musulmano di essere troppo conservatore e di ostacolare la
modernità e le nuove idee di libertà e di sviluppo. Un mondo musulmano che amava mantenere
le classi sociali nell’ignoranza  così come oggi nel 2023. Il Tarzi si sforzò di dimostrare come
il progresso e la modernizzazioni non fossero contrari agli insegnamenti dell’Islam.
Il giornale portava un’innovazione nel campo della scrittura e del linguaggio. Le espressioni della stampa scritta ( editoriali, annunci, lettere al direttore, periodici ecc. ) erano nuovi per i lettori afghani che dovevano anche abituarsi ad  un vocabolario completamente nuovo, come riconosceva lo stesso Ṭarzi. Nel giornale la letteratura con una sezione dedicata anche alla poesia portatrice di un messaggio di libertà, patriottismo e progresso sociale. Una rubrica, dal nome originale “from East and West”, era dedicata alla letteratura straniera con racconti, romanzi, saggi, originariamente in lingua inglese e soprattutto francesi, che furono tradotti in persiano dalla loro versione turca. In definitiva il giornale era anche una rivista politica oltre che filosofica e scientifica. Era la voce per uno stato afghano moderno proiettato verso la piena indipendenza.
Il giornale raggiunse il suo obiettivo?.
Sì.  L’Afghanistan dichiarò la sua indipendenza ed entrò nello scenario internazionale affiancando la grandi potenze occidentali oltre ad avviare un importante processo di rinnovamento sociale e culturale e di legittimazione dei diritti umani senza distinzione di sesso.
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Le riforme riguardavano anche l’eliminazione dei “siah cah” ovvero dei “pozzi neri” dove venivano gettati i prigionieri e coloro che dovevano scontare delle pene detentive per atti criminosi. Quest’antica pena sostituiva la mutilazione dei criminali.
 Un aspetto importante sarebbe legato al fatto che le riforme amministrative, militari, scolastiche, sistema postale, il permesso di viaggio e altri affari pubblici erano tutti regolati da norme specifiche che erano elencate nel “nezam-namaha”.
Le riforme  iniziarono nella provincia di Kabul e si diffusero lentamente anche nelle altre province. Il sovrano pensò anche all’abbellimento delle sue residenze come alla creazione di  campi di golf e la costruzione di una conduttura d’acqua potabile da Pagman. Certo queste opere erano legate d un processo di modernizzazione  legato alle esigenze del sovrano ma fecero da base per un  una modernizzazione sempre più ampia e che investiva tutto il territorio afghano soprattutto per le riforme che riguardavano l’istruzione, il campo militare ed amministrativo.

https://en.wikipedia.org/wiki/File:Siraj_Ul_AKhbar.jpg

Mahmud Tarzi con la sua famiglia
https://www.hurriyet.com.tr/gundem/afganistanin-efsane-ismi-mahmut-tarzinin-torunu-omer-tarzi-afganlar-esaret-kabul-etmez-41883620


1913
Khairya vista qui con suo padre, Mahmud Tarzi, e figlio, Khalilullah, davanti a un muro abbondantemente coperto di immagini e bric-à-brac come era allora la moda.
https://ackuimages.photoshelter.com/image/I0000fUx.y0BGZvM

Le Mogli di Habibullah Khan

Habibullah Khan si sposò con Sarvar Sultana Begum  (Ulya/Ulli Harzat,1875 – 1965) figlia di Loinab Sher Dil Khan di Shaghasi, governatore di Balkh.
Era la terza moglie del sovrano. Come i suoi predecessori, il sovrano aveva quattro mogli ufficiali e un gran numero di mogli non ufficiali oltre a concubine schiave che risiedevano nel palazzo reale “Harem Sara” a Kabul. In realtà aveva più mogli del normale, almeno 44 secondo le fonti, tra cui Ulya Janab, ma Sarvar Sultana Begum era una delle quattro ufficiali.
Nel 1919 suo figlio  (Amanullak Khan) salì al potere e la madre Savar diventò regina madre.
Una posizione importante a corte. Suo figlio continuò, seguendo l’esempio del padre, la modernizzazione del paese. Una riforma in particolare colpì la corte. sciolse infatti l’harem reale e liberò le donne schiavizzate del palazzo reale. Una riforma importante nella posizione della donna, un piccolo passo verso l’emancipazione.
Fu descritta dalla scrittrice svedese Aurora Nilsson che visse in Afghanistan con il marito afghano dal 1926 al 1927.
La scrittrice svedese visitò la corte reale a Paghman e  Darullaman e riportò i dialoghi nel suo libro dedicato alla regina consorte Soraya Tarzi (moglie di Amanullah Khan) e alla regina madre Savar.
Furono le stesse Soraya e Sarvar  che invitarono la Nilsson a parlare delle usanze europee.
La  Nilsson instaurò una grande amicizia con  la regina Sarvar che definì come “influente e dominante”. Le mostrò la danza, la ginnastica e le fece anche da fotografa.
La regina Sarvar sostenne le riforme di modernizzazione del figlio e assistette sua nuora (la regina Soraya) nel su importante ruolo di nuova donna afghana moderna..
Suo figlio fu deposto nel 1929 e la regina madre Sarvar lasciò l’Afghanistan per morire in esilio a Istanbul nel 1965.
Amir (re) Habibullah Khan e le sue mogli, circa 1900 o 1910.
https://i.redd.it/ky9xjadft1w61.jpg


Sarvar Sultana Begum
Moglie dell’Emiro Habibullah Khan e madre di Amanillah Khan
https://www.facebook.com/Shah.Amanullah.Khan/photos/a.116941128390579/1019772291440787/

Sarvar Sultana Begum
Il signore che è in piedi è Sardar Khalilullah Enayat Seraj (nipote del re Amanullah Khan)
A destra: Sardar Assadullah Khan (figlio di S.S.Begum e fratello di Amanullah Khan)
A sinistra: Sardar Obaidullah Khan (figlio di S.S.Begum e fratello di Amanullah Khan)
https://www.facebook.com/Shah.Amanullah.Khan/photos/a.116941128390579/1019772291440787/

R.I.P Uliahazrat Sahiba  (Sarwar Sultana Begum or (Ulya (Ulli) Hazrat) ,
madre del re Amanullah Khan con suo nipote, il signor Khalilullah Enayat Seraj
https://www.facebook.com/Shah.Amanullah.Khan/photos/a.116941128390579/1019772291440787/

A destra.. la regina madre Sarwar Sultana Begum vedova dell’ex sovrano Habibullah Khan
In piedi a sinistra, il figlio Amanullah Khan sovrano dell’Afghanistan
A fianco, sulla destra di Amanullah Khan, la moglie Soraya(?)
I fratelli e le sorelle di Amanullah Khan
https://www.facebook.com/Shah.Amanullah.Khan/photos/a.116941128390579/1019772291440787/

Ulya Janab era un’altra delle consorti ufficiali del sovrano Habibullah Khan.


Era figlia di Mohammad Yusuf Khan e sorella di Mohammed Nadir Khan (futuro sovrano dell’Afghanistan dal 15 ottobre 1929 fino al novembre 1933 con il nome di Nadir Shah).
Mohammad Yusuf Khan era stato esiliato in India da Abdur Rahman Khan (padre di Habibullah Khan) e con l’amnistia concessa da Habibullah Khan ritornò in patria con la sua famiglia.
Nadir Khan diventò uno dei generali più importanti dell’esercito afghano.
Ulya Janab aveva passato la sua infanzia nell’India britannica ed aveva un carattere forte. Vestiva
seguendo la moda occidentale, un atteggiamento che era condiviso dal re Habibullah Khan, favorevole  all’uso della moda occidentale anche  se solo all’interno del palazzo reale.
La Janab parlava l’urdu e fu ricordata come la prima donna a fare una traduzione dall’urdu al dari. Fece infatti la traduzione del testo “Al-Farooq, una vita del califfo Omar, compagno del profeta Maometto” che fu pubblicato nel 1932. Morì nel 1919.

Ritornando alla politica del re  Habibullah Khan non bisogna dimenticare che  riuscì a ridurre le tensioni politiche con l’India Britannica  siglando un trattato d’amicizia nel 1905 e compiendo un visita di Stato in Inghilterra nel 1907. Le fonti citarono anche come fu iniziato in India alla massoneria. Entrò a fare parte della “Loggia della Concordia” con il numero 3102.
Questo fu un aspetto curioso della sua vita anche e l’episodio si dovrebbe collocare nel 1907 quando il sovrano afghano fece una visita in India. Una visita per prendere visione delle tecnologie indiane e delle riforme adottate dal Paese.


Giornale indiano britannico riporta la visita in India di Habibullah Khan
https://www.reddit.com/r/afghanistan/comments/n75bfi/british_indian_newspaper_welcoming_amir_king/

L’India era sotto il Protettorato Inglese e proprio nel 1907 il governo britannico invitò l’emiro dell’Afghanistan a visitare la frontiera indiana.
Nella sua visita fu accompagnato dal tenente colonnello A. Henry McMahon, commissario capo del Baluchistan.
Dopo alcuni giorni il sovrano afghano rilevò il desiderio di diventare un massone. Il tenente colonnello inglese rimase perplesso perché non capì il desidero dell’emiro di portare la massoneria in Afghanistan.
Alla fine il McMahon si rese conto di come il re afghano fosse convinto della sua richiesta di essere iniziato alla massoneria.
Habibullah Khan rilevò a McMahon di
Aver incontrato bravi uomini e che la Massoneria era una buona cosa.
In nome della diplomazia, Mc Mahon ricevette il permesso, per l’iniziazione del re Habibullah Khan, da Lord Kitchener, Gran Maestro distrettuale del Punjab, Duca di Connaught.
Lo stesso Lord Kitchener scrisse una lettera in cui c’era il voto per accettare il sovrano afghano alla loggia.

Il re Habibullah Khan, emiro dell’Afghanistan, fu iniziato alla Massoneria a Calcutta in India ed
inserito nella “Loggia della Concordia”  con il numero 3102.
Una loggia che aveva un appartenenza esclusiva perché ristretta ad ufficiali civili e militari
britannici di altissimo rango.
All’Emiro furono conferiti il primo, il secondo e il terzo grado e la cerimonia si svolse in lingua
inglese con la traduzione in persiano da parte di Henry McMahon.
Il sovrano afghano prestò giuramento su un Corano che si trova esposto nella Biblioteca della Gran
Loggia d’Inghilterra.
La sua affiliazione massonica avrebbe creato dei problemi in Afghanistan da parte dei suoi nemici?
Certamente e per evitare problemi, l’appartenenza alla Loggia doveva essere tenuta segreta ai suoi
seguaci, ai soldati, all’intero entourage ed al pubblico.
Il segreto della sua appartenenza alla Loggia fu mantenuto in India ma la stessa cosa non avvenne in
Afghanistan.
Infatti al suo ritorno incominciarono a circolare con insistenza delle “strane” voci secondo cui il
sovrano era un massone. Naturalmente i principali mullah afghani colsero l’occasione per creare
problemi al sovrano.
La lealtà del re Habibullah Khan si manifestò ancora una volta perché pubblicamente ammise
di essere un massone, che era orgoglioso di essere un massone e
che lo era diventato a beneficio dell’’Afghanistan.
Habibullah Khan rimase colpito nel suo viaggio in India dalla tecnologia britannica e quando
ritornò nel suo Paese fece ulteriori investimenti per occidentalizzare il suo paese.
Nel bene e nel male vedeva e percepiva come l’occidentalizzazione fosse un passo importante per la
modernizzazione del suo paese. Probabilmente la sua iniziazione a massone fu forse anche legata ad
una sua manifestazione personale verso l’occidentalizzazione in cui credeva fermamente.
Il re Habibullah Khan ebbe numerosi figli/e e il figlio minore, Amanullah Khan, nato
l’uno giugno 1892 a Paghman, era il favorito.
Il sovrano con la moglie Sarwar Sultana Begum ebbe i seguenti figli/e:
-        Amanullah Khan, futuro sovrano d’Afghanistan;
-        Inayatullah Khan;
-        Sahira Begum Siraj Al Banat, principessa d’Afghanistan


Il sovrano Habibullah Khan con i figli:
Il principe Inayatullah (Enayatullah) Khan e il principe
Amanullah Khan (?) a destra. Foto 1915(?)

Il principe Inayatullah (Enayatullah) Khan



Il principe Inayatullah (Enayatullah) Khan, fratello di Amanullah Khan



Chiamata anche Bibi Gul o Seraj al-Banat, era nata nel 1902 (?).
Nel 1919 si sposò con il generale Amir Alì Ahmad Khan Shaghasi (1883-1929) , ministro degli
affari interni nel 1919- 1920 e governatore di Kabul 1925 – 1929.
Era sorella del sovrano Amanullah Khan che con le sue riforme guidava  anche il cambiamento
nella posizione sociale delle donne da troppo tempo avvolte dalle violenze, dalle privazioni e
dall’esclusione sociale. Un cambiamento sostenuto anche dalla madre Sarwar Sultana Begum, dalla
regina Soraya Tarzi moglie del fratello Amanullah Khan e dalle sue sorelle.  Agirono come modelli
abbandonando il velo , adottando la moda occidentale e assumendo anche importanti ruoli pubblici. 
La principessa Sahira partecipò attivamente ai lavori sociali e a molte campagne di sensibilizzazione
sociale tra le donne.
Nel 1923 criticò il concetto prevalente nella società afghana di inferiorità delle donne in un raduno
pubblico a Kabul..
"Alcune persone ridono di noi, dicendo che le donne sanno solo mangiare e bere. Le donne anziane
scoraggiano le giovani donne dicendo che le loro madri non sono mai morte di fame perché non
sapevano leggere o scrivere... Ma la conoscenza non è monopolio dell'uomo. Donne meritano
anche di essere informati. Dobbiamo da un lato allevare bambini sani e, dall'altro, aiutare gli
uomini nel loro lavoro. Dobbiamo leggere di donne famose in questo mondo, per sapere che le
donne possono ottenere esattamente ciò che gli uomini possono ottenere ."
Nel 1924 fu nominata direttrice generale dell'ospedale Masturat, il primo ospedale per donne a
Kabul. 
Nel 1928 lei e sua cognata, la regina Soraya, fondarono l’organizzazione femminile Anjuman-i
Himayat-i-Niswan (1928), presieduta dalla sua sorellastra, la principessa Shah Gul Jahan.
Nel 1929 con la deposizione e l’esilio del fratello Amanullah Khan le riforme a favore dei diritti dlle
donne furono cancellate. Il marito Amir Alì Ahmad Khan Shaghasi si proclamò emiro a Jalalabad il
17 gennaio 1929  ma fu sconfitto da Kalakani, futuro sovrano o emiro dell’Afghanistan, nel
febbraio del 1929. Fu catturato a Kandahar il 9 maggio 1929 e imprigionato a Kabul. Di lui si
persero le tracce.

La principessa Sahira Begum Siraj Al Banat

La principessa Sahira Begum Siraj Al Banat con il marito



Il sovrano Amanullah Khan con le sorelle

Il sovrano Amanullah Khan con le sorelle

La principessa Sahira Begum Siraj Al Banat con il marito

La principessa Shah Gul Jahan (conosciuta anche come Kubra Jahan Begum / Principessa
Kubrah / Principessa Kobra) ) era  figlia di Habibullah Khan e di Sitara Begum (consorte
Shighnani), una delle 44 mogli del sovrano.
In virtù di questi unioni era una delle 28 sorellastre del re Amanullah Khan.
Sposò Sardar Muhammad Husain Jan, il secondo figlio di Sardar Muhammad Umar Khan.
Anche lei partecipò attivamente al programma di riforma sociale nei confronti delle donne.
Nell’organizzazione femminile Anjuman-i-Himayat-i-Niswan la principessa Kubrah fu nominata
presidente e coordinava, visionava e guidava la pubblicazione. Nel suo ufficio a Kabul riceveva le
donne che denunciavano i maltrattamenti subiti e svolgeva anche una valida comunicazione per fare
conoscere alle donne i loro diritti.
Amanullah Khan era stato nominato, dal padre Habibullah Khan, governatore di Kabul e custode
dell’esercito e del tesoro. Era riuscito a stringere un cordiale rapporto con la maggior parte delle
tribù locali, un aspetto che lo favorirà nella sua futura ascesa al trono. 
Il 30 agosto 1913 il principe Amanullah Khan sposò Soraya, la figlia di Mahmud
Tarzi e di Asma Rasmiya Khanum nel palazzo Qawm-i-Bagh a Kabul. 






 https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/9f/Stamp_of_Afghanistan_-_1966_-_Colnect_483153_-_Bagh_i_Bala_former_Palace_of_Abdur_Rahman_Khan.jpeg


Una coppia molto giovane, Soraya era ancora una ragazza quattordicenne mentre Amanullah
Khan   era da pochi mesi ventunenne. Una bella ragazza, educata, intelligente e con profonde
conoscenze culturali. Parlava perfettamente il turco, il francese, l’arabo e il persiano ed era in
 possesso di una grande comunicazione, un’oratrice appassionata ed efficace.
La regina Sarwar Sultana Begum, madre del principe Amanullah Khan, chiamò Soraya Tarzi
con il termine di “Shah Khanum”.
(Il termine Khan è di origine mongola ed è un appellativo di natura nobiliare di origine turco
mongola per indicare “principe – sovrano – monarca”.
Per indicare una donna appartenente alla famiglia di Khan si usa il vocabolo “Khanum
/Khanim”. “Shah Khanum” sarebbe l’appellativo di “Principessa /Regina”,


https://www.facebook.com/Shah.Amanullah.Khan/photos/4743605925724053

Da sinistra; Sardar Mahmud Tarzi; lo sceicco Saleh el-Mesudi padre di Resmiya khanum, Asma Resmiya khanum, regina Soraya e la sorella Saltan khayria khanum. In piedi re Amanullah. fonte;sig. Nanguyalai Tarzi
https://www.facebook.com/ikikralbirlider/photos/a.927183920631488/2554158291267368/

Nel febbraio 1919, l’emiro Habibullah Khan, si trovava nella provincia di Laghman per una battuta
di caccia. Era accompagnato dal fratello Nasrullah Khan , dal figlio primogenito di Habibullah,
Inayatullah, e dal comandante in capo dell’esercito, Nadir Khan.
Le figlie di Amir Habibullah Khan  con i loro fratelli, Re Amanullah Khan e
Sardar Inayatullah Khan.
La foto fu stata scattata durante il regno di Amir Habibullah Khan.
https://www.facebook.com/730006487093069/photos/daughters-of-amir-habibullah-khan-standing-with-their-brothers-king-amanullah-kh/820987621328288/?paipv=0&eav=AfY1_rwX-jyEfXmuwAL25IoIsOeG4aHsCNtOnFctq6tUaZkeFWnNlHV2NDRmwOnkIQg&_rdr

Sardar Inayatullah Khan, fratello di King Amanullah Khan

Sardar Inayatullah Khan, ( fratello di  King Amanullah Khan ) con sua moglie

La principessa Sahira Begum Siraj Al Banat ( a destra), sorella di
Amanullah Khan con Khairia moglie di Sardar Inayatullah Khan Seraj

Sardar Inayatullah Khan Seraj con la sua famiglia


Il principe Inayetullah Khan, fratello maggiore del re Amanullah Khan,
nel 1910 sposò Khayriya Enayat Seraj (Damasco 1893- Kabul,1980).
Era la segretaria del padre Habibullah Khan e in particolare traduceva i romanzi di
Jules Verne in lingua Farsi. Fu la prima nuora di Habibullah e con il matrimonio prese
il titolo di Principessa.
Dal matrimonio nacquero:
Khalilolah (1910 – 1978) - Zainab (1912 – 1959) - Mastura (1913 – 1997) –
Homeyra (1915 - 1977 sposato con Ata Ullah (Nasser-Zia)/morto nel 1971) –
Hamidullah Enayat Seraj (1917-2009) - Roqia (1918 -  ?).
Hamida 1920, khayrollah 1921, Esmatullah, Latifa Kabir Seraj, Anissa 1925, Nafisa e Fatima che morirono in giovane età.
https://www.facebook.com/photo/?fbid=779646232129094&set=daughters-of-amir-habibullah-khan-standing-with-their-brothers-king-amanullah-kh
....................................
La sera del 20 febbraio il sovrano fu assassinato nella sua tenda da Shuja ul-Dawla, uno dei
suoi paggi. Il mandante rimase sconosciuto. Forse nell’omicidio c’era la mano
inglese?   Un’altra fonte, non verificata, citò come mandante dell’assassinio i figli del 
sovrano. Il successore al trono era il fratello del re, Nasrullah, ma rifiutò la nomina e giurò
fedeltà al figlio  Inayatullah, primogenito  del defunto sovrano, .


Nasrullah Khan, fratello del sovrano Habibullah Khan
https://i.redd.it/etekrnmrgh471.jpg

Anche Inayatullah rifiutò la successione al trono affermando che
Suo padre avrebbe preferito Nasrullah quale suo legittimo erede.
La successione al trono di Nasrullah fu quindi una realtà perché le tribù locali gli giurarono fedeltà
dato che era considerato un uomo pio e religioso.
Il 21 febbraio 1919  Nasrullah venne quindi proclamato sovrano a Jalalabad.
La situazione stava ormai avviandosi a prendere una nuova piega.
Amanullah, il figlio terzogenito del defunto sovrano, era rimasto a Kabul come rappresentante del
re. Quando seppe dell’avvenuta morte del padre rimase a Kabul come rappresentante del re e prese
subito il controllo del tesoro reale tentando anche un colpo di stato nei confronti dello zio sovrano.
Prese il controllo della capitale e del governo centrale e dichiarò guerra a Nasrullah.
Nasrullah, con grande coscienza e in rispetto alla sua etica morale e sociale, non agì nei confronti
del nipote, non volendo inutili spargimenti di sangue. Disse al nipote Amanullah Khan  di prendere 
la reggenza del Paese e che sarebbe andato in esilio in Arabia Saudita.
Amanullah ringraziò lo zio promettendogli che sarebbe potuto rientrare in Patria quando lo avesse
desiderato.
Il 28 febbraio 1919 Amanullah si autoproclamò emiro ricevendo anche la fedeltà e
la fiducia dei capi tribali. La Moglie Soraya Tarzi ricevette il titolo di regina
consorte.

Regina SORAYA TARZI

Principessa Consorte dell’Afghanistan
In carica: 28 febbraio 1919 – 9 giugno 1926
Regina Consorte dell’Afghanistan
In carica: 9 giugno 1926 – 14 gennaio 1929

Suraiya Shahzada Tarzi
Nome Usuale: Soraya Tarzi (in lingua pashtu/dari:  ملکه ثريا )Damasco, Impero Ottomano, 24
novembre 1899 – Roma, 20 aprile 1968)
Sepoltura: Jalalabad (Afghanistan)
Dinastia: Mohammadzai – Tarzi
Padre: sardar Mahmud Tarzi         Madre: Asma Rasmiya Khanum
Consorte di: Amanullah Khan
Figli/e: Principessa Ameenah Shah – Principessa Adebah Bibi – Principessa Meliha
Principe della Corona Rahmatullah dell’Afghanistan – Principe Saifullah –
Principe Hymayatullah – Principessa Adeela – Principe Ehsanullah – Principessa India –
Principessa Nagia
Religione: Musulmana

Nata a Damasco in Siria, allora facente parte dell’Impero Ottomano, fu istruita da suo padre sardar
Mahmud Geg Tarzi,  un leader politico ed intellettuale afghano. Apparteneva alla tribù Pashtun dei
Mohammadzai, una sottotribù della dinastia Barakzai ed era altresì nipote del sardar Ghulam
Muhammad Tarzi.
(Sardar (sirdar, sardaar o serdar) era un titolo nobiliare che in origine era usato per indicare dei
principi, nobili o alti aristocratici. Il titolo fu successivamente usato per indicare anche un capo o
capo tribù o di un gruppo e veniva usato come sinonimo del titolo arabo “Amir”).
Mahmud Tarzi era un politico, diplomatico, giornalista, scrittore e poeta afghano. Fu considerato il
padre del giornalismo in Afghanistan diventando un figura chiave nella storia del Paese.
In Turchia fu sostenitore del ruolo riformatore di Mustafa Kemal Ataruk e nelle sue opere di
modernizzazione del paese. Nei suoi progetti riformatori incontrò una forte opposizione da parte
degli estremisti religiosi e dei conservatori.

Ghulam Muhammad Tarzi fu invece poeta, scrittore, militare afghano ed anche governatore di
Kandahar. Con il figlio Mahmud Tarzi fu uno tra i principali storici e scrittori dell’inizio del
Novecento afghano.
Quando Soraya diventò regina dell’Afghanistan aveva una posizione marginale nello scenario
politico mondiale, eppure diventò una delle donne più importanti ed influenti del mondo.
Studiò in Siria venendo a contatto con i valori occidentali e moderni che influenzeranno la sua vita
futura.
La madre era Asma Rasmya Khanum, seconda moglie di suo padre, e figlia dello sceicco
Muhammad Saleh al-Fattal Effendi di Aleppo, muezzin della Moschea degli Omayyadi.
Quando  Habibullah Khnan, padre di Amanullah futuro marito di Soraya, diventò re
dell’Afghanistan nell’ottobre 1901, uno dei suoi numerosi contributi alla nazione fu il ritorno degli
esuli afghani. La famiglia Tarzi era esule e con il suo ritorno in patria contribuì alla
modernizzazione del paese. Grazie a questo ritorno della famiglia Tarzi nell’Afghanistan, Soraya
Tarzi incontrò il futuro re Amanullah Khan.
I Tarzi ritornati in patria furono ricevuti a corte su invito del re Habibullah Khan. In questo
ricevimento il figlio del re,  il principe Amanullah, incontrò Soraya e tra i due ci fu subito una
grande affinità anche culturale.
Il principe era un seguace delle idee liberali del padre di Soraya, Mahmud Tarzi, e la sposò il 30
agosto 1913 nel palazzo Qawm-i-Bagh a Kabul.

Soraya Tarzi con il marito Amanullah Khan





Il 3 marzo 1919 Amanullah Khan, temendo una possibile rivolta dei sostenitori del sovrano deposto,
venne meno al suo giuramento e Nasrullah venne arrestato, imprigionato e successivamente
giustiziato.
Amanullah, al momento della sua ascesa al trono, aveva solo la giurisdizione degli affari interni del
suo paese mentre la politica o gli affari esteri erano di competenza del Viceré dell’India, Frederic
Thesiger (I Visconte di Chelmsford), naturalmente sotto l’egida della Gran Bretagna.
Il sovrano non accettò questa limitazione alla propria sovranità e dichiarò guerra all’Impero
Britannico il 3 maggio 1919 dando avvio alla “terza guerra anglo-afghana”.
Il 19 agosto 1919 (oggi festa nazionale) fu firmata la pace.
( Il Trattato fu firmato a Rawalpindi fra l’Emirato dell’Afghanistan ed il Regno Unito. Per l’Emirato
dell’Afghanistan il trattato fu firmato da Alì Ahmad Khan. Nel Trattato, da alcune fonti riportato in
data 8 agosto, la Gran Bretagna riconobbe l’indipendenza dell’Afghanistan secondo l’articolo 5 del
trattato. L’accordo prevedeva come l’Afghanistan non si espandesse oltre il passo di Khyber e pergli
inglesi la fine dei loro sussidi all’Afghanistan. In merito ai confini l’Afghanistan non riconobbe mai
la linea “Duran” come confine internazionale fra l’Afghanistan ed il Pakistan).



Guardando a sud attraverso la gola di Ali Musjid nel Khyber Pass,
North West Frontier, Pakistan, 1919.
(Foto di R.B. Holmes/Royal Geographical Society via Getty Images)
https://www.gettyimages.it/detail/fotografie-di-cronaca/looking-south-through-the-gorge-at-ali-musjid-in-fotografie-di-cronaca/964868964?adppopup=true

Le truppe indiane britanniche assicurano il confine nord-occidentale nella regione
del Passo Khyber, intorno al 1939
(Foto di ullstein bild/ullstein bild via Getty Images )
https://www.gettyimages.it/detail/fotografie-di-cronaca/british-indian-troops-secure-the-north-western-fotografie-di-cronaca/542350245?adppopup=true


Un asino che mangia fieno vicino al Passo Khyber in Afghanistan, 17 giugno 1966.
(Foto di Wagg/Graphic House/Foto d'archivio/Getty Images)
https://www.gettyimages.it/detail/fotografie-di-cronaca/donkey-eating-hay-near-the-khyber-pass-in-fotografie-di-cronaca/1197358262?adppopup=true

Un cartello per il Khyber Pass in Afghanistan e un altro che dichiara che
è severamente vietato scattare fotografie, 17 giugno 1966.
(Foto di Wagg/Graphic House/Archive Photos/Getty Images)
https://www.gettyimages.it/detail/fotografie-di-cronaca/sign-to-the-khyber-pass-in-afghanistan-and-fotografie-di-cronaca/1197358246?adppopup=true


Nel 1921 il sovrano afghano promulgò la prima costituzione afghana nella quale veniva
garantita l’eguaglianza dei diritti a tutti i cittadini del paese senza distinzione di sesso.
Amanullah Khan per l’approvazione della Costituzione dovette affrontare un percorso politico
molto difficile perché contrastato duramente dai conservatori, dagli esponenti religiosi e dai capi
tribali. Figure che da sempre hanno condizionato la storia dell’Afghanistan impedendo il
raggiungimento della democrazia.
Amanullah Khan proclamò la prima Costituzione dell’Afghanistan nell’inverno del 1301 (1922) in 
un’assemblea ( Gran Jrga / Loya Jrga) che si svolse  nel Palazzo Seraj-ul-Emart (Edificio
Splendente) di Jalalabad.
1920 – Vista Sud-est del palazzo che mostra alcune alterazioni.
Copia di cartolina b/n stampata a Parigi nel 1922. 1926,1928.
https://ackuimages.photoshelter.com/image/I00001TnuXjqn7M4
La città di Jalalabad fu fondata nel 1570 dall’imperatore Moghul dell’India,
Jalaluddin Akbar e la città prese il nome di “Dimora Splendente”.
Molti dei palazzi antichi sono scomparsi.
Il palazzo Seraj-ul-Emorat (Luce degli edifici) fu costruito da
Amir Habibullah, padre di Amanullah Khan,  nel 1910.
La tradizione narra come lo stesso sovrano abbia fatto da supervisore alla costruzione
del palazzo reale. Un palazzo che fu costruito su una piattaforma rialzata. Il sovrano trattò gli operai con
tanto zelo ed educazione che il palazzo fu completato in soli 40 giorni.
Dopo la morte di Habibullah, il palazzo fu utilizzato da Amanullah come pensione statale per poi essere saccheggiato e abbandonato dopo le rivolte tribali che colpirono Jalalabad nel 1928.
Nella parte occidentale del palazzo rimasero dei frammenti di oscure decorazioni.
La Loya Jrga fu introdotta nella Costituzione dell’Afghanistan come
la più alta manifestazione della volontà del popolo.
“Jirga” è un termine Farsi che significa “cerchio rotondo” e Loya, una parola Pashto, con il 
significato di “grande”. Dovrebbe quindi essere un’assemblea consultiva degli anziani, dei capi 
tribù, un’assemblea costituente per l’approvazione della Costituzione e spesso anche per la nomina 
del capo di Stato.
Le tribù pashtum, in particolare quelle poste nelle regioni orientali dell’Afghanistan, hanno delle 
Jirga permanenti. Sarebbero il luogo di riunione per la soluzione collettiva di varie questioni 
sociali, la risoluzione delle controversie e persino dei casi penali.
In altre province la funzione dell’Jrga è ristretta a questioni sociali importanti.
Il potere decisionale degli affari collettivi da parte degli anziani tribali è, da sempre, un aspetto 
molto comune in molti gruppi etnici dell’Afghanistan.
Ogni tribù ha un suo capo che prende il nome di Khan o  Malik che organizza la jirga della tribù.
Gli anziani e le persone di rilievo sono invitate all’jirga, si siedono sul pavimento e chiunque può 
esprimere liberamente la propria opinione, il proprio pensiero.
Le donne non possono partecipare all’assemblea.
Si tratta quindi di un forte simbolo di autorità tribale e spesso i governanti afghani hanno dovuto 
adattare le loro decisioni al volere, anche se sbagliato, dell’Jirga..


Amanullah Khan cercò di ottenere il sostegno della gente, per le sue riforme, attraverso l’Jirga.
All’assemblea per la proclamazione della Prima Costituzione dell’Afghanistan erano quindi
presenti:
-        Il re Amanullah Khan, con la funzione di Presidente;
-        872 membri dell’Afghanistan
-        Esito:  Approvazione della Prima Costituzione dell’Afghanistan.
All’Jirga erano presenti funzionari governativi e capi tribù delle regioni orientali e meridionali del
paese a cui il sovrano presentò la Costituzione.
Non ho riferimenti sul dibattito che immagino molto accesso.
L’assemblea decise che l’approvazione doveva avvenire in una nuova Jirga in cui fossero presenti i
rappresentanti di tutte le regioni del Paese.
Da quello che ho potuto capire attraverso le traduzioni dal persiano di alcuni riferimenti, la legge
fu  denominata dall’assemblea, in un modo decisamente irriverente..
Politica del Governo contro l’Afghanistan (?)
La Costituzione sanciva l’abolizione della schiavitù, sottolineava l’Unità Nazionale, le libertà 
personali, l’uguaglianza dei diritti dei cittadini senza distinzione di sesso, le tasse proporzionali al 
reddito, ecc.
Un’altra assemblea (Jirga) nel 1302 (1923), Anno solare (28 Cancro-9 Assad), si svolse a Paghman.
-        Il re Amanullah Khan, Presidente;
-        1046 membri;
-        Discussione: Modifica della Costituzione.
Questa Jirha emendò la Costituzione approvata dalla Loya Jirga nel 1301 /1922) nella città di 
Jalalabad ed approvò alcune riforme del governo Amanullah.
Nell’assemblea fu utilizzato per la prima volta il voto segreto e furono usate delle perline bianche  
per l’approvazione (sì) e delle perline nere come voto negativo (no).
Ogni membro della Jirga mise una di queste perline in un contenitore speciale.
Nel 1927/- 1928 Amanullah Khan e Soraya Tarzi fecero un viaggio di Stato in diversi Stati europei. 
Le visite nei paesi europei diedero  un ulteriore grande impulso sulla formazione dei loro pensieri di 
sviluppo sociale ed economico e sulle decisioni per la realizzazione dei diritti delle donne.
La regina ebbe un grande formatore nel padre Mahmoud Tarzi che aiutò la figlia a formare il 
movimento delle donne ed anche nella fondazione della prima scuola e di un ospedale femminile 
chiamato  Mastorat nel 1300  (1922) e nel 1303 (1924).
La figura della regina è ancora oggi presente nella società e nella politica dell’Afghanistan ed è 
quindi molto popolare nel popolo afghano.
Al ritorno dal loro viaggio fu convocata una Jirga a Paghman
 
Paghman, Sanblah/Settembre 1307 (1928).


In questa Jirga del 1307, la regina Soraya, moglie del sovrano Amanullah Khan, apparve senza il
tradizionale hijab (velo).
-        Il sovrano Amanullah Khan, Presidente;
-        1100 membri;
-        Risultato: Istituzione del Consiglio Nazionale con 150 membri; Servizio militare obbligatorio; Rimozione dell’hijab.
Al ritorno dei sovrani afghani dal viaggio in Europa, nell’Unione Sovietica e in Turchia, Amanullah 
intraprese una nuova serie di programmi di riforme che dovevano  ulteriormente modernizzare il 
suo paese.
Alcuni dei suoi programmi avevano creato in passato una forte opposizione.
Per questo motivo l’assemblea modificò alcuni articoli che erano stati approvati dalle jirga del 1301 
e 1302. Amanullah Khan sottolineò che i suoi programmi rientravano nel quadro degl
insegnamenti islamici. Chiese ai membri della Jirga d’indossare abiti occidentali e s
a moglie Soraya diventò la prima donna afghana a partecipare alla sessione della Jirga senza un 
hijab completo. Il re invitò le donne afghane a seguire l’esempio della regina.


Nella Costituzione del 1302, il sovrano Amanullah dedicò molte norme alle libertà sociali delle 
donne. Tra le norme anche il divieto sul matrimonio delle ragazze minorenni e la poligamia.
Cambiamenti che si scontravano con le antiche tradizioni afghane.
La Regina Soraya

Foto forse scattata a Kabul (?) nel 1920.
Le donne afghane, dopo la ripresa nell’agosto 2021 del potere da parte dei talebani, scrissero “100 
lettere” al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite in una nuova campagna sulla tutela dei diritti 
delle donne.



La Costituzione di Amanullah Khan, con le sue riforme sociali e con l’abolizione dell’hjiab, 
scatenò un forte malcontento nei funzionari religiosi e nei conservatori, creando le basi per la 
caduta del governo ad opera del bandito Habibullah Kalakani.

LA COSTITUZIONE DI RE AMANULLAH (alcuni articoli)

Art. 1 - L'Afghanistan è completamente libero e indipendente nell'amministrazione dei suoi affari interni ed esteri. Tutte le parti e le aree del paese sono sotto l'autorità di sua maestà il re e devono essere trattate come una singola unità senza discriminazioni tra le diverse parti del paese.

Art. 8 - Sono considerati sudditi dell'Afghanistan tutte le persone che risiedono nel regno dell'Afghanistan, indipendentemente dalle differenze religiose o settarie. La cittadinanza afghana può essere ottenuta o persa in conformità con le disposizioni di apposita legge.

Art. 14 - Ogni suddito afghano ha diritto a un'istruzione gratuita e conforme ad un adeguato curriculum. Gli stranieri non sono autorizzati a gestire scuole in Afghanistan, ma non sono esclusi dall'essere assunti come insegnanti.

Art. 20 - Le abitazioni e le case di tutti i sudditi afghani sono sacrosante e né i funzionari del governo né altri possono violare la casa di un suddito senza il suo permesso o il dovuto processo legale.

Art. 22 - La confisca e il lavoro forzato sono assolutamente vietati, salvo che in tempo di guerra possano essere richieste prestazioni lavorative secondo le disposizioni di leggi apposite.

Art. 24 - Sono vietati tutti i tipi di tortura. Nessuna punizione può essere inflitta quanto previsto dal codice penale generale e dal codice penale militare.

Art. 68 - L'istruzione elementare è obbligatoria per tutti i cittadini dell'Afghanistan. I diversi curricula e ambiti del sapere sono dettagliati in apposita legge e saranno implementati. (Estratto dalla Costituzione fatta approvare da Re Amanullah.

 La Costituzione afghana fu redatta da studiosi afghani, ottomani tra il 1919 ed il 1925. Penso che 
nella redazione ci sia anche l’opera di Mahmud Tarzi ed anche della stessa regina Soraya
soprattutto per gli articoli riguardanti i diritti e le liberta delle donne che furono condivisi da 
Amanullah Khan. Al termine della prima guerra mondiale, l’Afghanistan era uno dei pochi paesi 
musulmani sovrani. Questo fu un aspetto molto importante che attirò studiosi da tutto il mondo 
ponendo l’Afghanistan al centro dell’attenzione politica mondiale. Un giovane afghano, di appena 
31 anni, Amanullah Khan, laureato in un istituto ottomano a Kabul, era il simbolo  musulmano
della modernità. Accanto a lui  personaggi che avevano ruoli importanti come la regina Soraya e
suo padre Mahmud Tarzi oltre a numerosi studiosi e giuristi che plasmarono la costituzione. La 
Costituzione era un documento vivente con il suo importante valore nel patrimonio legale islamico 
che doveva fare da base per la sua evoluzione.
La Costituzione nel suo proporsi sembra opporre la domanda alle varie etnie che compongono 
ancora oggi l’Afghanistan: “Chi è un afghano?”.

La prima costituzione dell'Afghanistan. Kabul, 9 aprile 1923. Copertina. Per gentile concessione della Biblioteca Digitale dell'Afghanistan, Biblioteche della NYU.

La prima costituzione dell'Afghanistan. Kabul, 9 aprile 1923.
Articoli di apertura per gentile concessione di Afghanistan Digital Library, NYU Libraries.

Schizzo del cartografo ottomano dei confini indo-afghani, 1892.
Per gentile concessione degli archivi ottomani del primo ministero, Istanbul, Turchia.

Mappa ottomana dell'Iran, dell'Afghanistan e del Baluchistan, 1914-15. 
Per gentile concessione degli archivi ottomani del primo ministero, Istanbul, Turchia.

"Una mappa dei paesi tra Costantinopoli e Calcutta" (Londra: Edward Stanton, 1912). 
Per gentile concessione della Biblioteca del Congresso,
https://www.loc.gov/item/2006627678/.
https://www.ottomanhistorypodcast.com/2020/01/afghanistan-rising.html

Nel regno di Amanullah Khan, per la prima volta nella storia dell’Afghanistan, i diritti 
delle donne furono al centro dell’attenzione governativa. Il sovrano, assieme alla 
moglie regina Soraya, mise all’ordine del giorno la questione delle donne in un paese in 
cui la società patriarcale e tribale aveva tenuto da sempre lontane le donne da qualsiasi 
forma di diritto. Una politica di riforme progressiste che potremo definire uniche in 
tutta l’Asia e che avevano come obiettivo la cancellazione  delle condizioni delle donne 
da uno status di assoluta subordinazione all’uomo e prive di qualsiasi diritto.
Fu istituita la scolarizzazione obbligatoria fino alla quinta elementare per maschi e 
femmine.
Promulgò anche un “Codice di Famiglia” che proteggeva i diritti delle donne e che 
dichiarava:
-        il divieto di matrimonio tra un uomo anziano e una giovanissima (con una minore);
-        l’età del matrimonio a 22 anni per gli uomini e a 18 anni per le ragazze.
-        eliminazione della poligamia. Un uomo poteva prima vare quattro mogli ed ora, con la riforma, solo una moglie;
-        la necessità di consenso formale della promessa sposa al matrimonio, redatto in maniera da non destare nessun dubbio sulla sua veridicità, sotto pena di annullamento del matrimonio stesso;
-        un limite massimo alle spese per la celebrazione del matrimonio; restrizioni sulla presa della dote e sul matrimonio per ridurre la pressione del matrimonio sulle spalle della famiglia dello sposo:
-        l'istituzione di un tribunale in cui le donne che subivano torti, abusi o ingiustizie, potevano rivolgersi per ottenere giustizia e protezione, incoraggiate e sostenute da una associazione ("Associazione per la tutela delle donne") patrocinata dalla regina Soraya.
Amanullah Khan e Soraya  trovarono nelle idee di Mahmoud Tarzi l’appoggio e la 
condivisione per le liberare le donne afghane dalla prigione del Chadari,
quell’indumento che in occidente è conosciuto con il termine di Chadariu.
Dopo aver proclamato l’indipendenza dell’Afghanistan i sovrani prestarono quindi la 
massima attenzione al ruolo delle donne nel processo di sviluppo sociale ed avviarono il 
processo di salvataggio delle donne come cittadine con pari diritti istituendo allo scopo 
associazioni e scuole, entrambi femminili. Furono inviate anche un certo numero di 
ragazze in Turchia per l’istruzione superiore nei campi della medicina,
dell’infermieristica, ecc.
Queste riforme incontrarono ferme opposizioni nella Jirga del 1924. Un’assemblea 
costituita in gran parte da grossi proprietari terrieri e di fabbricati, e da fanatici 
esponenti religiosi. Dovette introdurre alcuni emendamenti che il governo dovette 
accettare. Con tante difficoltà Amanullah Khan dovette costituire un capitolo speciale 
per i diritti alle donne nei programmi di riforma del governo.


Nel 1921 fu inaugurata dalla regina Soraya la prima scuola femminile del paese. All’inizio erano 
presenti per l’attività didattica solo 50 ragazze ma dopo appena due anni arrivarono a ben 700.
Fu abolito l’obbligo del velo e le donne potevano dunque apparire in pubblico a capo scoperto.
Questa riforma fu molto osteggiata ma i sovrani proseguirono nella loro riforma perché
consideravano il velo un ostacolo all’emancipazione femminile.
Si stava realizzando il volto nuovo dell’Afghanistan da sempre crocevia importante nel mondo
asiatico.
Nel 1928, su iniziativa della regina Soraya, il re dichiarò pubblicamente in una riunione di donne:
"Abbandonate il pardah (velo). Il Corano non lo impone. Le donne delle nostre tribù vivono con il viso scoperto, fate lo stesso". 

La regina Soraya durante l’assemblea scoprì il suo volto… fu la prima donna a fare quel gesto.
Mahmoud Tarzi con le sue figlie e la moglie, Enayatullah fratello di Amanullah, la regina Soraya e 
la madre dello stesso sovrano Amanullah, lo stesso sovrano s’impegnarono moltissimo per 
valorizzare le donne afghane da troppo tempo segregate e dimenticate dalla società.
Lo stesso Mahmoud Tarzi, esperto scrittore accademico, giornalista e direttore del giornale afghano,
mise più volte in risalto nei suoi articoli il ruolo di primo piano delle donne nella società facendo
anche riferimenti storici…
"Quando tutti gli uomini e le donne europei erano ignoranti e ignoranti, le donne musulmane ricoprivano posizioni importanti come poetesse e artiste e lavoravano anche in posizioni amministrative". ….
Sostenne con forza la rivendicazione dei diritti delle donne affermando che solo
le donne istruite e illuminate possono essere brave mogli e madri, e sono queste donne che danno alla luce figli buoni il cui futuro appartiene a loro. 
Fece anche dei riferimenti storici affermando che
il motivo della caduta dell'Afghanistan dopo il regno di Timur Shah (1793-1773 d.C.) fu la poligamia tra i governanti, a seguito della quale i loro numerosi discendenti, affermando di essere uguali al regno, divisero il paese in parti nella lotta interna per il potere.
Le condizioni delle donne musulmane (soprattutto afgane) erano molto patetiche, Tarzi e Shah 
Amanullah e la gioventù afgana furono i primi difensori dei diritti delle donne e i primi sostenitori 
del diritto all'istruzione e al matrimonio di una donna a un uomo.

Amamullah Khan era a conoscenza  della corruzione dei suoi funzionari che, tra l’altro, facevano 
abuso d’alcol. In un suo incontro con funzionari d’alto rango, dichiarò che
presto li avrebbe puniti severamente.
Secondo Alì Ahmad, segretario di Amanullah, lo scopo del sovrano era quello di spaventare gli 
ufficiali d’alto rango e metterli a tacere sulla questione dello stupro delle donne. Tra i funzionari 
c’erano  Mahmoud Khan Yavar e Mirhashim Khan, entrambi ministri delle finanze, che erano 
contrari all’abolizione e relativa condanna dello stupro sulle donne. Le prime persone a cui il 
sovrano ordinò di apparire con le loro dame senza chador furono proprio le mogli dei due ministri. 
Dopo questo episodio anche altri ufficiali portarono le loro donne a Pahman, nei parchi e nei
cinema senza velo.
Nel 1928 nella cerimonia d’apertura della celebrazione dell’Indipendenza Amanullh parò in modo
chiaro del numero di matrimoni dicendo..
la futura felicità del paese è legata alle madri che allevano la nuova generazione.
Pertanto, nessuna persona dovrebbe avere più di una moglie.
Nel suo discorso anche frasi rivolte alle donne..
Siate pure e caste e non abbiate paura dei vostri mariti.
Dopo il discorso, Amanalullah con la moglie Siraya  e Nur-al-Saraj..che erano senza “tende” (velo)..
s’incontrarono con i rappresentanti delle varie province e tribù e alla fine fu eseguito l’inno nazionale. Moltissime donne diplomatiche erano presenti all’evento.
Terminata la celebrazione fu convocata la Loya Jirga alla quale parteciparono 1001 rappresentanti di tutto l’Afghanistan. Il precedenza il sovrano aveva avuto un incontro privato con alcuni rappresentanti ed aveva spiegato a loro i suoi programmi di riforma affermando che..
la libertà dovrebbe essere data alle donne, il numero di matrimoni illegali e l'istruzione obbligatoria e l'educazione di uomini e donne, il divorzio dovrebbe essere attuato attraverso diritto civile, avere armi Dovrebbe essere proibito e dovrebbe essere istituita una banca nazionale e la carta moneta dovrebbe essere stampata accanto al denaro.
L’assemblea non accettò queste riforme e la reazione fu dura soprattutto da parte dei rappresentanti 
dei signori Shurbazar (Nord di Kabul) che influenzarono gli altri partecipanti.  Le riforme furono 
quindi respinte.
All’assemblea parteciparono anche le donne e Kabrajan, sorella di Amanullah, parlò a nome delle 
donne afghane. La regina Soraya accolse le donne intellettuali di Kandahar in modo che potessero 
raccontare alle altre donne afghane la loro nuova vita nel paese.
Nel piano di riforme si esprimeva anche che
Nessun militare può diventare discepolo, Yapir o leader religioso,
né può interferire nella politica e…
chi ha una moglie straniera non può essere impiegato nel Ministero degli Affari esteri,
a meno che la moglie straniera abbandoni il suo paese (prenda la nuova nazionalità).
Fu discussa anche la questione dell’istruzione in classe miste di ragazzi e ragazze, dai sei ai dieci
anni, per evitare di spendere ulteriori fondi per istituire nuove scuole. Questa norma fu accettata.
Nel terzo giorno fu sollevata una questione importantissima per lo sviluppo dell’Afghanistan:
La libertà delle donne.
Dopo che i diritti delle donne furono dichiarati uguali a quelli degli uomini, la regina Soraya si alzò
e riprese il suo sottile velo (hijab)(detto anche “tenda”) “strappandolo sul posto”, levandolo dal 
volto. Questo gesto fu seguito da tutte le donne e gli uomini stettero in silenzio, contemplando la 
bellezza delle donne e il loro onore.
Un mese dopo l’assemblea, la prima settimana d’ottobre 1928, Amanullah Khana tenne quattro 
importanti riunioni nel Palazzo Stur del Ministero degli Affari Esteri.
Erano presenti seicento funzionari di alto rango con le loro moglie e diplomatici stranieri residenti a 
Kabul.
Amanullah Khan sottolineò nella riunione che
Entro due mesi il burqa sarà rimosso dalla testa delle donne e verrà
invece indossata una sciarpa (fazzoletto) come le donne turche, che è legata
sotto il collo
un tale abbigliamento non è obbligatorio
il sovrano mise anche in evidenza come il velo non fosse obbligatorio nell’Islam e poi, rivolgendosi 
alla regina Soraya, le chiese di togliersi il velo.
Soraya si tolse il velo… le donne ed il pubblico applaudirono, senza nulla togliere all’onore della 
regina.
La regina Soraya era la prima donna afghana che annunciava ufficialmente a tutto il paese la nascita 
di una nuova donna.
Il 12 ottobre 1928 era un giorno importante nella storia delle donne afghane..
Per la prima volta una donna afghana era accolta nelle comunità.
Da quel giorno le donne di Manor non indossarono il burqa e scelsero d’indossare abiti adeguati. A 
Kabul la maggior parte delle donne uscì senza velo.
L’obiettivo del governo afghano era quello che la donna fosse rispettata come compagna di vita 
dell’uomo ed essere umano nella società. In quei tempi, soprattutto nelle zone rurali e nei piccoli 
centri, le donne erano vendute come animali e in molti casi si scambiano con le mucche, cavalli, 
asini ed anche grano.
Mahmoud Tarzi, sempre a fianco di Amanullah Khan nelle sue riforme disse..
Ecco perché Mahmoud Tarzi ha magnifiche poesie sulla pietosa situazione delle donne in Afghanistan. Lo Scià non si è fermato qui e ha ordinato ai funzionari del governo di non avere più di una moglie. Sebbene queste azioni fossero apparentemente in contrasto con le tradizioni della società afgana, ma dal punto di vista del governo, erano in realtà modi per le donne di godere della libertà almeno nelle città e, se lo desiderava, poteva apparire con la faccia aperta. Ma a quel tempo, questa faccia aperta si poteva vedere dalla fronte alla parte inferiore del mento, dalle mani alle caviglie e alle gambe, e niente di più, le stesse cose che le donne nei villaggi dell'Afghanistan sono sempre state logorante.
Amanullah e Soraya combatterono con forza per le libertà delle donne afghane a , come vedremo, 
alle fine furono accusati di blasfemia dal clero e per questo motivo non solo persero il trono ma 
furono esiliati e  morirono lontano dal loro paese per il quale lottarono sempre con grande coraggio 
accompagnati dalla visione di un Afghanistan moderno.
Amanullah e la regina Soraya accolsero la richiesta di alcuni diplomatici occidentali di avere un 
cappellano cattolico per poter svolgere il suo ufficio religioso in tutto il paese. Una proposta 
davvero eccezionale per un paese come l’Afghanistan ancorato ad un forte idealismo islamico. Ci
fu un accordo che fu stipulato fra l’Afghanistan, l’Italia e la Santa Sede, datato 1921 e che diventò 
operativo  solo l’uno gennaio 1933. Non fu mai revocato in tutte le vicende politiche e sociali che 
sconvolsero il paese.
Riformò il sistema fiscale e l’esercito, e con grande sgomento del clero, separò religione e stato. Il 
sovrano ritirò il diritto esclusivo del clero musulmano nell’insegnamento ai bambini.
L’Afghanistan era ormai diventato un paese modello, un modello unico per l’area asiatica, 
soprattutto libero ed indipendente oltre che in continuo sviluppo sociale.
Soraya era l’unica moglie del futuro re Amanullah Khan rompendo un’antica tradizione.
Il principe avrebbe dovuto scegliere l’harem ma rifiutò e quando salì al trono  liberò le schiave  
rinchiuse nel palazzo. Come moglie di un esponente della famiglia reale diventò una delle figure 
più importanti dello Stato.
Sei anni dopo il matrimonio, cioè nel 1919, il marito diventò principe  e quindi prese il titolo di 
principessa d’Afghanistan e nel 1926, quando il marito salì al trono, ricevette il titolo di regina 
consorte. 

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Soraya come consorte del sovrano ebbe un ruolo importante nell’evoluzione sociale e culturale del 
Paese.
La regina Soraya fu la prima consorte musulmana ad apparire in pubblico. insieme al marito. Un 
aspetto completamente inedito per la cultura afghana. Con il marito partecipava alle battute di
caccia, alle passeggiate a cavallo ed anche alle riunioni politiche.


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Il sovrano Amanullah elaborò la prima Costituzione  creando le basi per la formazione del governo 
stabilendo anche il ruolo del sovrano all’interno del quadro costituzionale. Il sovrano fu 
influenzato ed incoraggiato dal suocero Mahmud Tarzi. Il padre di Soraya ebbe certamente un ruolo 
importante nella progettazione e realizzazione dei cambiamenti sociali nel paese soprattutto in 
riferimento alle donne. Il sovrano fu un esempio personale di monogamia.
Un’altra figlia di Mahmud Tarzi sposò il fratello di Amanullah.
Il sovrano fece pubblicamente una campagna contro il velo e la poligamia incoraggiando anche 
l’istruzione familiare non solo a Kabul ma anche nelle campagne, nelle zone rurali emarginate.
L’emancipazione delle donne faceva parte della sua vasta politica di riforma e le figure femminili 
della casa reale, la moglie e le sorelle dello stesso sovrano, dovevano essere un modello chiaro e 
visivo del cambiamento.
Le figure femminili reali parteciparono pubblicamente a manifestazioni ed organizzazioni e in 
seguito diventarono anche funzionari di governo.  Un avvenimento rarissimo in Afghanistan dato 
che alle donne era vietato apparire in pubblico. Soraya fu determinante nell’imporre il cambiamento 
per le donne e le esortò pubblicamente a partecipare attivamente alla vita pubblica, alla costruzione 
e allo sviluppo sociale della Nazione.
Nel 1921 fondò la prima rivista per donne “Ishadul Naswan” ("Arshad Al-Naswan"  (Guida per 
le donne) che fu curata dalla madre e anche una organizzazione femminile, la prima nella storia 
dell’Afghanistan, “Anjuman-i Himayat-i-Niswan” ("Associazione per la protezione delle 
donne")  che promuoveva il benessere delle donne.  L’organizzazione accoglieva ed aiutava, grazie 
ad un ufficio predisposto, tutte le donne che denunciavano maltrattamenti da parte dei mariti,
fratelli padri. 
La rivista fu fondata come progetto di modernizzazione del paese, una riforma della società 
afghana, ed includeva anche la politica di emancipazione delle donne.
Era pubblicata ogni settimana e comprendeva articoli sui diritti delle donne, assistenza all’infanzia, 
economia domestica ed etichetta, questioni sociali, politiche nazionali ed internazionali, moda e 
consigli per la casa.
Una pubblicazione con un alto grado culturale e sociale perché comprendeva vari temi sociali 
coprendo un ruolo importante nel campo del dibattito e della comunicazione.
La rivista fu fondata dalla regina Soraya ma secondo le fonti accanto a lei c’erano altre figure 
femminili che contribuirono moltissimo alla sua realizzazione:
-        Asma Rasmya Khanum, madre della regina Soraya, considerata la prima donna editrice in Afghanistan;
-        Principessa Sahira Begum Seraj al- Banat (Bibi Gul / Seraj al-Banat). Figlia di Habibullah Khan e di Sarwar Sultana Begun, quindi sorella del re  Amanullah Khan e cognata della regina Soraya. Nel 1919 si sposò con il generale He Taj-i-Afghan’ Ali Ahamad Jan Shaghasi (1883-1929), ministro degli affari interni nel 1919-1920 e governatore di Kabul nel 1925-1929.   Nel 1923 criticò il concetto prevalente di inferiorità delle donne in un raduno pubblico a Kabul..
"Alcune persone ridono di noi, dicendo che le donne sanno solo mangiare e bere. Le donne 
anziane scoraggiano le giovani donne dicendo che le loro madri non sono mai morte di fame 
perché non sapevano leggere o scrivere... Ma la conoscenza non è monopolio dell'uomo. Donne 
meritano anche di essere informati. Dobbiamo da un lato allevare bambini sani e, dall'altro, 
aiutare gli uomini nel loro lavoro. Dobbiamo leggere di donne famose in questo mondo, per 
sapere che le donne possono ottenere esattamente ciò che gli uomini possono ottenere ."
Nel 1924 fu nominata direttrice generale dell’Ospedale Masturat, il primo ospedale per donne 
a Kabul e fondato dalla regina Soraya. La stessa sovrana indirizzò le ostetriche alla 
formazione di una scuola per infermiere. Quando il sovrano Amanullah abdicò, il marito della 
principessa Sahira si proclamò emiro a Jalalabad il 17 gennaio 1929 ma fu sconfitto da 
Habibullah Kalakani nel febbraio 1929. Fu catturato a Kandahar il 9 maggio 1929 e 
imprigionato a Kabul.
-        Principessa Shah Gul Jahan (Kubra Jahan Begum/ Principessa Kubrah / Principessa Kobra) (1901 – 19199). Figlia di Habibullah Khan e di  (?), era quindi una delle 28 sorelle di Amanullah Khan. Sposò Sardar Muhammad Husain Jan, secondo figlio di Sardar Muhammad Umar Khan . Come le altre sorelle assunse un ruolo attivo nella questione dei diritti delle donne assumendo il ruolo di direttrice dell’Associazione delle Donne.
-        Nella rivista aveva un suo incarico anche Ruhalfa Tarzi, figlia di Mohammad Zaman Khan Tarzi, forse fratello del padre di Soraya e quindi suo zio.

L’Ospedale di Mustarat
Dopo l’istituzione della prima scuola femminile  “Mustarat”, Amanullah Khan e Soraya
risposero alla seconda richiesta delle donne sul tema riguardante il
Trattamento e guarigione delle pazienti di sesso femminile.
Nel 1302 (1923) ordinarono alla direzione medica di costruire un ospedale speciale per 
l’assistenza medica alle donne e di reclutare dottoresse, infermiere e ostetriche dall’’estero.
a metà del 1302 A.H. (1923), molti medici di talento furono portati a Kabul dal governo reale. 
Entro la fine di quell’anno (1924, gennaio), alcuni furono nominati e altri erano in procinto di 
essere nominati. Poiché l’ospedale femminile era stato progettato, nel gruppo dei medici maschi 
c’erano anche delle dottoresse. Nel 1302 A.H., l’ospedale Masturat fu costruito a Kabul.
Per il miglioramento dell’ospedale e perché fosse sotto il controllo della famiglia reale, 
Amanullah Khan nominò sua sorella Sahira Sultan, soprannominata Siraj Al-Banat,, direttrice 
dell’ospedale Masturat.


Con l’apertura dell’ospedale s’è tenuta una grande festa, alla presenza di dignitari afghani, e sono 
tati pronunciati discorsi importanti, tra i quali Siraj al-Banat, direttrice del Mastorat Hospital, citò 
molto brevemente:
Faccio i migliori auguri a Siraj Al-Khwateen (Alia Hazrat Sahiba),
l’onorevole moglie dello Scià (la regina Soraya) e al resto della famigli:
Il nostro benedetto, gentile e incoronato Qiblagah, Sua Altezza Ghazi( Amanullah Khan), che
ha il cuore dell’Afghanistan, la nobile nazione e lo sviluppo dello stato e della religione, la 
gentilezza paterna e la misericordia, ha fondato un ospedale chiamato
Mastoratnel Darul Sultanato di Kabul e ha stabilito il suo proprio Impiegato
Cameriera (me) come manager e controllore.
Mi ha alzato la testa: grazie all’attenzione speciale del nostro gentile padre, la casta reale, sono 
arrivati molti soldi per l’istruzione dell’Afghanistan.
Le scienze orientali e occidentali sono insegnate in Afghanistan da inglesi e altri professori.
Furono fondate scuole Masturat, ospedali Masturat e fabbriche tessili Masturat. Ora, non 
cerchiamo di rendere le donne dell’Afghanistan istruite e civili, quindi la colpa è nostra. Perché in 
una situazione del genere, dovuta alla mancanza di risorse, è sorprendente che tutti i figli del 
nostro caro paese siano al servizio di Sa’i e Jaid, e noi ragazze siamo private del servizio del 
nostro caro Paese.
Sottolineo questo punto che la prima educazioni dei figli è l’abbraccio della madre e i
l primo maestro di morale e decenza della vita futura è l’educazione della madre.
Se noi donne dell’Afghanistan siamo istruite, i nostri figli saranno sicuramente istruiti.
L’attenzione del regno era verso le nostre donne afghane, quindi in breve tempo l’educazione, lo 
sviluppo e la civiltà dell’intera nazione raggiungeranno alti livelli. È importante che l’attenzione 
della casta reale sua rivolta verso l’educazione e lo sviluppo delle donne del paese. è necessario 
che tutti facciamo del nostro meglio per compiacere il nostro padre spirituale dei nostri studi.
La scienza e il misticismo non sono solo per gli uomini, anche noi e voi siamo esseri umani,
dovremmo cercare di imparare scienze e mestieri e aiutare i nostri uomini a facilitare il
lo stipendio; certo questo aiuto e cooperazione  non è possibile, ma nello apprendimento della 
scienza e dell’industria, nell’educazione dei bambini, nel fornire cibo fino all’età della maturità e 
in qualsiasi distinzione  che si da parte dei genitori.
Se tu ed io sprechiamo il nostro tempo e non ci preoccupiamo, il fardello sarà posto sulle spalle dei
nostri uomini; Non  progrediremo mai e saremo lasciati indietro dai nostri concorrenti. 
Le donne istruite mostrano la testa nelle guerre, vanno in guerra con i loro coraggiosi fratelli 
nazionali e si sacrificano per la nazione e lo stato.
Rimarremo intrappolati in questi quattro  Diwali di abbandono.
Studia i servizi del nostro Bibi (?), il Profeta del Profeta Maometto (la pace sia su di lui) e dei suoi 
Compagni. Se il mondo non parla male di noi,  questa mancanza d’onore non basta perché i nostri
mariti ci vedano stupide e ignoranti.
Care sorelle, dobbiamo svegliarci da questo sogno di abbandono e ignoranza, in modo che la madre
(patria) sia soddisfatta di noi.
Ho lavorato sodo al meglio delle mie capacità, spero che vi piaccia.
Vengono reclutate solo dottoresse dall’estero. Sono grata al Direttore dell’Ospedale
Permanente per il reclutamento di attrezzature e medici e spero dal mio Signore che preso altri 
ospedali Amaniya vengano aperti in tutte le città dell’Afghanistan sotto la guida di Sua Altezza 
Ghazi, che è una delle questioni più importanti del paese. il motivo dell’accordo deve essere 
stabilito.
In questo breve periodo, quando ho assunto gli affari dell’ospedale Masturat per ordine e
consuetudine del mio stimato fratello e del nostro Altissimo e Qubla Meharaban Shah, ho lavorato 
durante al meglio delle mie capacità. Sebbene due dottoresse fossero sufficienti per l’ospedale 
Masturat, ma a causa dell’attenzione speciale del direttore dell’ospedale, da quattro a cinque 
dottoresse sono state assunte dall’estero. 
(Populzai, Sultanato di Shah Amanullah, parte 2, pp. 48-49)

Una grande struttura ospedaliera, destinata alla donne,  voluta dalla regina Soraya.
Nell’ospedale iniziarono a lavorare due dottoresse, due ostetriche tedesche e italiane ed un
ginecologo italiano di nome Ranjole (Raniolo?). Gli aspetti economici furono gestiti prima dalla
principessa Siraj (sorella di Amanullah Khan), poi da Akht al-Srai (zia di Amanullah Khan) e 
successivamente da Sardar Begum (cugino sempre di Amanullah Khan). A quanto sembra questo 
ospedale è ancora attivo a Jadah Meywand.
Per Soraya grande donna del passato la dedica di una piccola riflessione e di una poesia scelte da 
me tra i poeti persiani.
La riflessione è di Hakim Abu l-Qasum Ferdowsi Tusi ( حکیم ابوالقاسم فردوسی توسی )(Tus, 940 
Tus,1020) (noto anche come Firdusi, Ferdowsi o Firdowsi) il più grande poeta persiano.
“ Yazdan se avessimo saggezza…
Dove abbiamo sbagliato ?”

La poesia è di Forough Farrokhzad (فروغ فرڂزاد   ) (Teheran, 5 gennaio 1934 – Teheran, 13 febbraio
1967), poetessa persiana..

Solitudine di luna
Per tutta la notte
i grilli gridarono:
Luna! Grande luna...
Per tutta la notte i rami,
braccia tese
dalle quali salivano al cielo
i sospiri sensuali
e la brezza arresa
ai decreti degli dèi misteriosi
e sconosciuti
e i mille respiri segreti
nella vita occulta della terra
e la lucciola
nel suo cerchio luminoso e vagante
e l'inquietudine sul soffitto di legno
e Laila dietro il velo
e le rane nello stagno
tutti insieme, tutti insieme
incessantemente
fino al chiarore gridarono:
Luna! Grande luna... 
Per tutta la notte
luna fiammeggiò sulle terrazze
Era il cuore solitario della sua notte,
dorata e nodo in gola
stava scoppiando in lacrime.

Con la deposizione del re Amanullah Khan, l’”Associazione delle donne” (Anjuman-i Himayat-i-
Niswan” e la rivista “Irshad-e Naswan” furono bandite così come le scuole femminili. Le stesse 
studentesse che stavano studiando in Turchia furono subito richiamate in patria. Le donne furono 
costrette ad indossare nuovamente il velo che entrava nel “purdah”.
(Il “Pardah” o “Purdah” -  پردہ , पर्दा , - “tenda”, sarebbe una pratica religiosa e sociale di isolamento
femminile presente tra alcune comunità musulmane e indù.
Prende due forme: la segregazione fisica del sessi e l’obbligo per le donne di coprire i loro corpi in
modo da nascondere la loro pelle e la loro forma.
Una donna che usa il purdah sarebbe generalmente definita “pardanashin” o “purdahnishan”.
Le donne musulmane osservano il “purdah” indossando il “burqa”).

L’Associazione per la protezione delle donne
La direttrice dell’("Associazione per la protezione delle donne" era la principessa Kubrah che 
doveva
Coordinare, supervisionare e guidare
la comunicazione riguardante la liberazione delle donne.
Il suo ufficio aveva dodici collaboratrici (di Kabul) che l’assistevano nell’attività dell’associazione.
L’obiettivo dell’Associazione era quello d’incoraggiare le donne nell’utilizzare le nuove leggi 
riformate sui diritti delle donne. Leggi che erano state introdotte dal re  Amanullah Khan come il 
divieto della poligamia, la nuova legge sul matrimonio e sul divorzio, e le norme di emancipazione 
delle donne. Le donne erano incoraggiate a rifiutare il velo e la segregazione di genere sull’esempio 
della regina Soraya, a istruirsi e diventare professioniste per contribuire alla società.
L’organizzazione aveva un ufficio a Kabul dove le donne  cercavano assistenza appellandosi alle 
nuove leggi e per denunciare le terribili violenze dei loro mariti, fratelli e padri.
Per la prima volta, nella storia dell’Afghanistan, le donne si unirono agli uomini nel lavoro di 
governo del paese.
L’Associazione fu fondata nell’estate del 1928 (in inglese “Women’s Support Association”) e 
bandita con la deposizione del sovrano.
L’associazione, subito dopo la sua costituzione, ordinò al comune di organizzare la ricerca delle 
vedove e degli orfani per includerli negli ospedali e in altre attività.

Arshad Al-Naswan" - La prima rivista specifica per donne in Afghanistan, gestita da Asma, moglie di Mahmoud Tarzi - 71 gravi 1398:
"D'ora in poi, tutte le ragazze diventeranno maestre d'arte. "

نخستین نشریه زنان افغانستان
"ارشاد النسوان" نخستین نشریه مخصوص زنان بود که در دوران اصلاحات امانی در اول حمل سال ۱۳۰۰ خورشیدی به مدیریت اسما رسمیه، همسر محمود طرزی در کابل منتشرشد. سردبیر این نشریه، روح افزا، دختر محمد زمان خان خازن الکتب و خواهر حبیب الله خان طرزی بود.این نشریه روی کاغذ نازک پسته ای رنگ در "سرای ده افغانان" کابل به چاپ سنگی می رسید.
بیشتر مطالب ارشاد النسوان که زیر نظر مسقیم ملکه ثریا همسر امان الله خان منتشر می شد، مطالب آموزشی برای زنان و دختران بود. اخبار زنان، آداب معاشرت زنان، آشپزی، خیاطی، تربیت کودک و خانه داری، مهم ترین مطالب این نشریه را تشکیل می داد.
اسما رسميه نام خود رابا مخفف(ا-ر) و روح افزا كه معروف به منشيه بود با مخفف (ر-ا)مینوشتند. نخستین شماره هفته نامه در 17مارچ ۱۹۲۱درتحت شعار زیر ازچاپ برآمد.
خا مه ام ارشاد نسوان می کند
این قدر ها وصف عرفان می کند.
"منبع اسیران درسیاهی"
خبرگزاری آوای زنان افغانستان
La prima rivista femminile dell'Afghanistan
"Arshad Al-Naswan" è stata la prima rivista dedicata alle donne pubblicata nell'era
delle riforme della sicurezza all'inizio dell'anno solare 1398, sotto la direzione di Asma,
moglie di Mahmoud Tarzi a Kabul. L'editore di questa rivista era Ruhofza,
figlia di Mohammad Zaman Khan Khazen El-Katab e sorella di Habibullah Khan Tarzi.
Questa rivista è stata stampata in pietra su carta sottile color pistacchio
nel "Saray Deh Afghans" di Kabul.
La maggior parte dei materiali di Ershad Al-Naswan pubblicati sotto la supervisione
della moglie di Amanullah Khan, la regina Soraya, erano materiale educativo per donne e ragazze.
Notizie femminili, galateo femminile, cucina, sartorialità, genitorialità e pulizia,
costituiscono i contenuti più importanti della rivista.
Il nome ufficiale del loro nome inizia con l'abbreviazione (A-R) e l'enhancing dello spirito,
nota come la fonte, con l'abbreviazione (R-A).
Il primo numero della rivista settimanale è stato pubblicato con il seguente slogan il 17 marzo 2017
Io sono Ershad.
Descrive così tanto il misticismo.
"La fonte dei prigionieri in nero"
Agenzia di notizie sulla voce femminile dell'Afghanistan

L'aspetto del quotidiano Irshad al-Naswan era il seguente:
Sulla prima pagina, sul margine destro, era scritto il titolo della notizia, poi l'editoriale e la data del 
giorno, mese e anno ed emissione della stessa pubblicazione
Anche questo versetto è incluso in esso:
La mia casa è Irshad al-Naswan
Questi valori descrivono il misticismo
Ershad al-Naswan fu stampata su carta sottile color pistacchio in una tipografia di pietra nel Ten 
Afghan Caravanserai (Dar al-Tahrir Shahi). Questa rivista fu pubblicata inizialmente in quattro 
pagine e dopo il dodicesimo numero in otto pagine. Vari contenuti  ma i suoi argomenti principali 
erano questioni relative alla salute delle donne, all'etica, alla cucina, alla sartoria e all'educazione 
dei bambini. Si discusse anche sullo sviluppo e l'espansione culturale delle donne nel mondo, nei 
paesi islamici e nei paesi limitrofi. Altre notizie relative agli affari delle donne afghane come bar e 
intrattenimento.
Ad esempio, nel terzo numero del primo anno di giovedì, 11 di Hamal dell'anno 1300, si parlò del 
club femminile di Bagh Babar:
"Secondo l'annuncio che è stato fatto un giorno fa, il gruppo femminile di Kabul Janat Nishan dalle sei del mattino, Choke Choke e Fuj Il reggimento era andato al giardino di Babar Shah, che è uno dei giardini storici del paese, e aveva riempito il giardino, che era decorato con fiori che sbocciavano e verdure fresche in il vento di primavera Attorno al giardino, alle botteghe, ai mercati C'erano donne di ogni ceto e di ogni tipo, e le venditrici erano tutte donne e anche le compratrici erano donne dello stesso sesso.
La pubblicazione di questo giornale, a cadenza settimanale, durò fino al 1925
La prima edizione di Ershad al-Naswan fu pubblicata nel 1921, nell'anno di Pasarli, nel mese di 
marzo, il primo giorno del regno di Shah Amanullah Khan, nel terzo anno del suo regno, e fu 
pubblicata a Kabul.
Signor Urya, con i saluti, con la sua conferma della sua bella stirpe, la famiglia Tarzi era estremamente colta e sapiente, specialmente le loro donne in quel momento in cui anche in Europa c'erano meno come loro, per esempio la regina Soraya, la sorella la signora Khairieh - la signora Hurieh (Segretaria) - la signora Zeinab Enayat Seraj - 
la signora Latifa Kabir Seraj e...
Mirman Asma Rasmee Tarzi, fu quindi la prima giornalista in Afghanistan, direttrice responsabile della rivista femminile "Arshad al-Naswan".
Fu anche la prima insegnate donna nella speciale scuola femminile “Mastorat School” a
Shahrara. Il primo numero di "Arshad al-Naswan" fu stampato e pubblicato nella terza
primavera del regno di Shah Amanullah il 17 marzo 1921 corrispondente alla primavera
del 1300 AH nella città di Kabul.

La prima scuola femminile (Mastorat School) in Afghanistan fu aperta nel gennaio 1921 secondo 
1300 AH a Kabul,
sempre nell’area di Shahrara. Questa scuola aveva 50 studenti, ragazze e giovani donne.
Nella scuola insegnavano anche insegnanti turchi, tedeschi ed indiani. Rasmee Tarzi era
responsabile della gestione  della scuola ed anche dell’insegnamento didattico.
Amanullah Khan e Soraya, prima del loro viaggio in Europa, istituirono molte scuole femminili, 
scuole superiori ed anche diverse scuole religiose.
La regina Soraya tenne un discorso al raduno delle donne nel mese di Jadi 1299 AH e  parlò 
dell’arretratezza, del dolore e dei problemi delle donne afghane.
Parlò del progresso delle donne nel mondo e dell’arretratezza delle donne afghane.
Un discorso commovente e le partecipanti furono colpite dalle frasi e cominciarono a piangere.
Cinquanta donne dell’assemblea si misero al servizio dell’istruzione e per la creazione della prima 
scuola femminile che venne appunto chiamata “Masturat”.
La regina Soraya fu nominata ispettrice della scuola.
L’apertura della scuola “Mastorat” si svolse con una grande cerimonia alla presenza di uomini e 
donne famosi dell’epoca.
Nella cerimonia la regina Soraya fece  un breve discorso.
 "Alhamdulillah, oggi è un giorno molto buono per noi donne. Oggi, all'ombra di Sua Altezza Ghazi, stiamo aprendo la Mastorat School. Si spera che i bambini del paese trarranno beneficio da questa scuola e servano la loro religione e governo nella misura più ampia. È chiaro a tutti i presenti che l'assunzione della conoscenza è per gli uomini. E le donne sono lo stesso, e questa virtù della scuola, che è per noi donne, deriva dalle attenzioni di nostra altezza Javan Ghazi e gli sforzi di Sua Eccellenza Nazer (Ministro) dell'Istruzione (Mohammed Suleiman Khan), prima di tutto, prega per la vita di Sua Altezza lo studioso Caro supervisore, hai bisogno della tua conoscenza da Dio
Lo facciamo, Amen.
Alla data del 31 di Hamal 1300 AH fu aperta un'altra scuola chiamata "Ismat", che in seguito 
divenne nota come "Malali" e fortunatamente è aperta fino ad oggi.

La sig.ra Latifah Kabir Siraj fu una delle prime insegnanti donne in Afghanistan.
Insegnante alla Malali School e anch’essa una delle pioniere del movimento delle donne.
Una figura innovativa e molto attiva nei percorsi educativi. Fu costretta a lasciare il suo paese con 
la sua famiglia l’Afghanistan all’età di sei anni. Si rifugiarono in Iran, sino all’età di 23 anni,  dove 
studiò.
Un carattere ricco di fiducia in se stessi e di riflesso, nella consapevolezza dell’influenza 
dell’educazione di una famiglia sulla formazione della personalità del bambino.
Una donna colta, figlia di Sardar Inayatullah Khan, fratello maggiore di Amanullah Khan, e di 
Khaira Tarzi ( figlia di Mahmood Tarzi e quindi sorella della regina Soraya).
Latifah era nipote della regina Soraya.
Era nata nel 1923 a Kabul e nel 1929, quando cadde il regno dello zio Amanullah Khan per mano 
degli inglesi aveva circa sei anni e, con la sua famiglia si recò, attraverso l’India, in Iraq.
Dall’Iraq furono inviati da Reza Shah Pahlavi, re dell’Iran e si stabilirono a Teheran.
Studiò in Iran dove fisse fino all’età di 23 anni. Nel 1946 morì suo padre Inayatullah Khan e poco 
dopo la famiglia, durante il regno di Mohammad Zahir Shah e la presidenza di Shah Mehmood 
Khan, ricevette il permesso di ritornare in Afghanistan.
Latifah insegnava Dari, storia e geografia alla scuola di Malali  e lingue per le infermiere del 
“Mastorat Hospital” ( Mewand Amrozi Hospital). Rese grandi e indimenticabili servizi al suo paese 
per ben 11 anni e nel campo della cultura per 25 anni.
Fu la prima conduttrice radiofonica trasmettendo alla radio le notizie fino al 1358(Hijri) (197)).
Malgrado i suoi studi in Iran, per ben 23 anni, sapeva parlare il dialetto autentico di Kabul.
Dotata di una grande personalità, dopo l’invasione in Afghanistan dell’Armata Rossa, emigrò in 
America dove lavorò come speaker per 10 anni in una stazione radio ed anche come giornalista.
Fu anche una delle più brave calligrafe e traduttrici della sua epoca. Fu la prima donna afghana a 
tradurre il libro del Profeta (pace su di Lui).
Latifah Kabir Siraj e la sorella Zainab Inayat Siraj furono le pioniere nella fondazione del primo teatro dedicato alle donne.   Un importante progresso nel campo dell’arte di grande valore storico e culturale.
In realtà il primo teatro moderno in Afghanistan fu costruito per volere di Amanullah Khan e della regina Soraya a Paghman. Dopo la caduta del governo di Amanullah le attività del teatro furono sospese.
Le dure sorelle si adoperavano per le sceneggiature e per le varie rappresentazioni teatrali (scrittura 
e arrangiamento) messe in scena per le donne. Gli attori e il pubblico erano generalmente donne.
Latifah sposò con il signor Kabir Siraj e dal matrimonio una figlia e cinque figli.
Morì in America il 5 novembre 2023 all’età di 90 anni.
In un sito afghano, si legge ancora, per i suoi grandi meriti
Arwa è bellissima, la memoria rimane sempre e il paradiso è il posto.

Il caporedattore del quotidiano Irshad Al-Naswan,
Asma Rasmya Khanum, moglie di Mahmoud Tarzi.

La regina Soraya fondo a Kabul una scuola domestica per donne con insegnanti tedesche e turche.
Istituì un tribunale per esaminare le denunce delle donne contro i loro mariti e per risolvere le 
controversie legate al comportamento degli uomini che non volevano pagare gli alimenti o che 
volevano divorziare senza motivo.
Fu creato anche un comitato segreto di donne per controllare la reazione degli uomini. Le donne 
anziane avevano l’incarico di andare nelle case per controllare il comportamento degli uomini nei 
confronti delle donne. Tutti questi aspetti  erano stati inclusi nelle riforme di Amanullah Khan.
Fondò anche un teatro a Paghman che offriva alle donne l’opportunità di trovare la propria scena 
sociale e rompere l’isolamento e nella stessa città la regina Soraya fece anche costruire una clinica 
per bambini tubercolotici.

تصویر یادگاری ملکه ثریا خانم شاه امان‌الله خان در پغمان کابل سال ۱۳۰۵ هجری شمسی.
L'immagine commemorativa della regina Soraya Khanum Shah Amanullah Khan a Paghman Kabul nel 1305 AH (1926)
https://www.facebook.com/103265391390815/photos/a.103270334723654/535689128148437/?type=3

In un dibattito il re Amanullah, con grande coraggio e consapevole della sua importante missione di
sviluppo del proprio paese, disse:
                «Io sono il vostro re, ma il ministro dell'Istruzione è mia moglie, la vostra regina»

دانش آموزان لیسه ملالی ـ کابل .
فرستنده همکارما محترم حفیظ الله نصر
Studenti del liceo Malali – Kabul  - Inviato dal nostro collega Sig. Hafizullah Nasr
https://scontent.fblq5-1.fna.fbcdn.net/v/t1.6435-9/157282174_4074324092577628_5005337257391968027_n.jpg?_nc_cat=106&ccb=1-7&_nc_sid=8bfeb9&_nc_ohc=Ekh3Z3dYUucAX9MSOG1&_nc_ht=scontent.fblq5-1.fna&oh=00_AfAZ8yyLb3l6xtbhvIEmRXPoSSR66vhJ8nP4VhTgqJt69A&oe=640C64DE

Su invito della regina Soraya, le donne degli alti funzionari furono invitate diverse volte nel Palazzo
Dilksha.

In questi incontri Amanullah Khan si rivolgeva a loro…
alcuni di voi sono imprigionati nelle proprie case, e ho molte prove ed esempi di le pietose vite
delle donne nelle case dei loro mariti. Addirittura alcune donne hanno contratto la tubercolosi a 
causa della pressione degli uomini nel muro di casa e con indosso il chador.
il velo ostacola gli studi e l'istruzione e, a differenza delle donne europee, le donne afghane sono 
private del lavoro e degli affari. Le donne non dovrebbero avere paura dei loro uomini quando 
indossano il chador.
Le parole di Shah avevano un grande impatto sulle donne molte di loro si alzavano in piedi per 
difendere i loro diritti davanti ai loro mariti. Era  naturale che le donne non potessero fare nulla 
perché dipendevano economicamente dai loro uomini, e alcune di loro venivano picchiate o 
minacciate di morte dai loro mariti.
Quando Amanullah e Soraya tornarono dal loro viaggio in Europa, la stessa regina Soraya pubblicò 
un articolo sulla rivista “Aman Afghan News” del 25 luglio 1928 in cui parlò di una “tenda”…
una tenda impedisce a una donna di respirare all'aria aperta, e per questo la maggior parte di loro 
si sono ammalati... La tradizione di indossare il velo, che non si sa da dove sia entrata nell'Islam, 
ha gradualmente assunto una forma religiosa che si vede in tutte le religioni e paesi, tanto che il 
burqa e il dulaq sono oggi una pratica tradizionale nel nostro paese, che gradualmente ha preso il 
loro posto nella religione e nella religione lo stabilì e gli diede un colore religioso. 
Prima di pubblicare l’articolo Soraya incontrò le ragazze delle scuole e parlò loro della tenda 
cercando di incoraggiarle nell’eliminare le “tende”. Successivamente incontro le donne nel Palazzo 
Laksha avvertendole di
Prendere una parte uguale con gli uomini nel lavoro, specialmente nello sviluppo
del paese e di in essere confinate tra le quattro mura della casa.
Dal punto di vista religioso, le donne devono indossare un velo speciale per coprire i capelli, ma 
non è normale che le donne nascondano mani e volto nei villaggi del paese, ma non si sa da 
quando il burqa e il dulaq, che avvolge la donna dalla testa al tallone sia una legge. È diventato 
comune ed è diventato così importante nelle città che se una donna esce di casa senza burqa, si 
dice che abbia distrutto la reputazione dell'uomo.
 Nel 1926, in occasione del settimo anniversario dell’Indipendenza dagli Inglesi, tenne un discorso 
pubblico…. Un avvenimento rarissimo che ci permette di avere una visione bellissima 
dell’Afghanistan libero ed avviato verso una fase importantissima di sviluppo sociale, culturale, 
economico….

«Essa [l'indipendenza] appartiene a tutti noi ed è per questo che la festeggiamo. Credete, però, che la nostra nazione sin dall'inizio abbia bisogno solo di uomini che servino per lei? Anche le donne dovrebbero fare la loro parte come hanno fatto le donne nei primi anni della nostra nazione e dell'Islam. Dai loro esempi dobbiamo imparare che tutti dobbiamo contribuire allo sviluppo della nostra nazione e che questo non può essere fatto senza essere dotati di conoscenza. Quindi dovremmo tutti cercare di acquisire quanta più conoscenza possibile, in modo da poter rendere i nostri servizi alla società alla maniera delle donne del primo Islam.”

Shah Amanullah Khan Ghazi alle celebrazioni del Giorno dell'Indipendenza nel 1926

Nel 1928 inviò quindici giovane donne in Turchia per accedere ad un’istruzione superiore.
Le ragazze erano diplomate alla scuola media Masturat che la stessa regina aveva fondato anni 
prima. Erano figli della famiglia reale e dei funzionari di governo e con  il “Master” conseguito in 
Turchia avrebbero  ampliato l’attività didattica in Afghanistan.
Una figura femminile straordinaria, considerati anche i tempi, che suscitò interesse soprattutto nelle 
scrittrici europee desiderose di studiare e capire il modo d’essere di una regina tanto lontana dai 
suoi tempi. Si affidava ad una comunicazione semplice, obiettiva e ricca di umanità perché metteva 
in risalto gli aspetti negativi di una società legata ad antichi pregiudizi e comportamenti.
La scrittrice svedese Rora Asim Khan  intervistò la famiglia reale afghana.

Rora Asim Khan (Aurora Nilsson) (Vasterhaninge, 1 gennaio 1894 – Sodertalje, 1972),  
diventò nota per la sua autobiografia “Flykten från harem” (“Fuga dall’harem”) che riportava le sue 
esperienze in Afghanistan legate al matrimonio con un diplomatico afghano, Asim Khan, avvenuto 
negli anni ’20. Il testo fornì una chiara visione della vita di un harem negli anni ’20.

Divorziò dal marito nel 1927.
Nel 1925 studiava arte a Berlino e nella città incontrò e sposò Asim Khan, un afghano figlio
di un ex ministro del governo afghano che si trovava a Berlino per studi con spese a
carico del governo afghano. L’ambasciata afghana a Berlino diede validità al matrimonio dopo
che la Nilsson firmò una dichiarazione secondo la quale accettava le usanze afghane e in futuro
si sarebbe convertita all’Islam. La Nilsson non si convertì mai.
La coppia si recò in Afghanistan nel 1926 e durante il viaggio la Nilsson si rese conto del
cambiamento ideologico del marito. Un uomo sempre più consapevole
delle usanze afghane. Durante il viaggio abusò due volte della moglie.
Giunti a Kabul la Nilsson rimase colpita dalle condizioni di vita del paese e
non fu in grado di adattarsi all’ambiente. Fu costretta ad indossare il
velo (hijab), le fu vietato di uscire di casa se non con il permesso del marito e nelle
sue visite nei negozi non doveva parlare con qualcuno. Si rese conto che il marito
aveva una serva che in realtà era la sua seconda moglie. Il marito sperava in un incarico
governativo ma non gli fu assegnato perché la moglie non si era convertita all’Islam.
La Nilsson ebbe il permesso dal marito di visitare il governo, la corte reale e donne impegnate
in incarichi governativi per cercare di avere una raccomandazione per il consorte.
Con l’aiuto della zia del marito, dama di compagnia della regina Soraya, visitò la corte
reale a Paghman e Darullaman. Incontrò la regina Soraya Tarzi e 
la madre del re, Ulya(Ulli) Hazrat.
Non riuscì a trovare un occupazione per il marito che la minacciò di ucciderla o di venderla.
Come riportò la Nilsson, una donna tedesca, vedova di un uomo (Abdullah Khan) 
della tribù Afridi,
era fuggita con i suoi figli a causa delle violenze del successore del defunto marito.
Fu catturata e venduta ad un asta pubblica e riuscì ad ottenere la liberta grazie all’acquisto da parte dell’ambasciata tedesca per 7.000 marchi. Nel 1927 la Nilsson riuscì ad ottenere il divorzio
grazie  all’intervento dell’ambasciata tedesca. Il divorzio fece tanto clamore in Afghanistan,
fu riportato nelle cronache come unico dato che non era consuetudine che una donna
divorziasse da un uomo. L’ambasciata tedesca l’aiutò a trovare una  stanza in un albergo
mentre aspettava un aiuto economico dalla Svezia per lasciare l’Afghanistan.
A Kabul fu vessata anche dai funzionari che
visitò per chiedere aiuto. I funzionari gli negarono il divorzio perché musulmana
anche se non si era mai convertita. Poteva lasciare il paese solo se in possesso di un
passaporto afghano e le consigliarono, offrendole del denaro, di tornare dal suo ex marito.
Riuscì a raggiungere il confine dell’Afghanistan ma fu nuovamente fermata dai funzionari che gli offrirono nuovamente del denaro per un ritorno dal suo ex marito.
La Nilsson rifiutò dicendo…
"No, non ho bisogno di soldi! Non ho bisogno di niente dall'Afghanistan! Solo la mia libertà!"
Finalmente riuscì a tornare in Svezia e nel 1930 sposò il giocatore di hockey su ghiaccio
Carl Abrahamsson.
Il divorzio scatenò le ire del marito perché deriso nella società afghana.
Il divorzio gli impedì di aver qualsiasi incarico politico. Uccise tre funzionari
dell’ambasciata britannica e nel 1930 fu giustiziato. Aveva l’obiettivo di creare un
conflitto tra il sovrano filo-britannico Mohammed Nadir Shah e la Gran Bretagna.
Questo avrebbe causato un conflitto con la caduta di Nadir e la
reintegrazione dell’ex sovrano  Amanullah Khan.
Un tesi che non si riuscì mai a dimostrare.
La critica storica  affermò come l’uomo abbia contribuito alla
 caduta del sovrano
Nadir avvenuta nello stesso anno 1930.  
.............................
La Nilsson , durante la sua permanenza in Afghanistan nel 1926-27, incontrò la regina Soraya e 
Ulya(Ulli) Hazrat ( madre del sovrano Amanullah Khan) a  Paghman e a Darullaman
Spiegò alle due donne lo stile di vita e la moda occidentale.
Strinse amicizia con la madre del re che definì come “influente e dominante”. Le mostrò alcuni 
passi di danza, ginnastica e le fece anche delle foto.
Notò come la regina aveva molte domande da porle e gli espresse il desiderio di voler visitare 
l’Europa.

 LE VISITE  DI STATO DEI SOVRANI  D’AFGHANISTAN
Il forte desiderio di Soraya  di visitare l’Europa non era un sogno perché, tra il 1927 ed il 
1928, Amanullah Khan e Soraya intrapreso un lungo viaggio in vari Stati tra onori, 
festeggiamenti e un gran tripudio di folla. 
Che bella immagine per i due sovrani e per il loro Paese  in pieno sviluppo malgrado gli ostacoli 
posti dagli inglesi, dai capi tribù e dai leader religiosi.
Il re Amanullah Khan e la regine Soraya partirono da Kabul  per Kandahar,.
Iniziarono l’entusiasmante viaggio per raggiungere l’Europa con 31 membri del governo e diversi 
traduttori.
Nel settembre 1927 l’ambasciatore afghano a Londra informò il Foreign Office britannico che il re 
dell’Afghanistan si sarebbe recato all’estero a metà dicembre ed avrebbe visitato anche Londra e 
Mosca.
Giunti a Kandahar i sovrani afghani entrarono in India il 15 novembre 1927.
Una visita di stato in India per poi salpare da Bombay per raggiungere l’Egitto con sbarco a Porto 
Said.

-        EGITTO


Bandiera del Regno d'Egitto (1922-1953)


La Bandiera dell’Afghanistan ( 1926 – giugno 1928)  

A Porto Said furono accolti da una delegazione egiziana..

Lo Shah Amanullah Khan e il re Fouad I –
Dicembre 1927

Il 7 dicembre 1927 il re Fawad  (Fouad I) (1868-1936) fu informato  che il re d’Afghanistan 
Amanullah Khan e la regine consorte Soraya, con una delegazione, avrebbero eseguito una visita di 
Stato in Egitto.
Il responsabile dell’Ufficio del re d’Egitto, Ahmed Shafiq Pasha, riportò nelle sue memorie 
“Holiyat  Mrs al-Silyasiya”..
"La notizia è giunta al governo egiziano che il re dell'Afghanistan viaggerà nei paesi europei e passerà anche attraverso L'Egitto in arrivo.".
L’Egitto ha colto questa opportunità e ha voluto invitare questo grande re
L'Egitto ha colto questa opportunità e ha voluto invitare in Egitto questo grande re
dell’Est della Terra”.
Su invito del re d’Egitto, Shah Amanullah Khan è partito per Aden il 18 dicembre (1927)
con la nave “Rachputane” ed è arrivato al porto di Aden il 21 dicembre. Porto Said. 
I sovrani afghani giunti a Porto Said, furono accolti dalla guardia militare dell’11° battaglione e 
subito dopo partirono per Il Cairo con un treno speciale tra grandi cerimonie. Alla stazione 
principale di Il Cairo, decorata con un tappeto rosso, furono accolti dal re Fouad I d’Egitto e dai 
membri del governo.
Il Cairo – Stazione (1900)
https://images.squarespace-cdn.com/content/v1/5cd068c677b90375fdb02baa/1646414297582-F32R0DKUJG86A36F2JFF/Train+Station+of+Helwan-1888.jpg?format=1000w

https://www.alamy.it/egitto-il-cairo-stazione-ferroviaria-image66003076.html

I giornali egiziani riportarono a tutta pagina la notizia della visita dei sovrani afghani.
Il 4 gennaio 1928 il giornale “Al-Ahram”, nella sua pagina “Eventi e Notizie” riportò che..
Shah Amanullah Khan, durante il suo soggiorno in Egitto, parlò con Abdul Khaliq Tharwat Pasha, il primo ministro egiziano, per facilitare la firma di un trattato di amicizia
 tra l'Afghanistan e l'Egitto…..
la firma di questo accordo è fondamentale per stabilire relazioni politiche
tra l’Egitto e l’Afghanistan.

Il sovrano Amanullah Khan si fece scattare questa foto durante il viaggio in Egitto.
Inviò la foto, l’1 gennaio 1928, al suo vicerè Muhammad Wah Khan Darwazi.

I due sovrani stipularono un importante trattato d’amicizia tra i due Stati.
Il trattato era ritenuto così importante da parte  di Amanullah Khan che poco prima della fine del 
suo viaggio in Europa, inviò una delegazione dei suoi compagni di viaggio, guidati da Alì Ahmad 
Khan  governatore di Kabul, al Cairo. Il sovrano afghano era molto interessato nell’aprire  al più 
presto una rappresentanza (ambasciata) al Cairo. Purtroppo Amanullah Khan non riuscì a realizzare 
questo  progetto. Furono avviati gli scambi di documenti e certificati per l’apertura degli uffici 
politici ma la caduta di Amanullah Khan ed il suo esilio impedirono la realizzazione dell’importante 
progetto. 

Il quotidiano egiziano “Al-Ahram” riportò il viaggio in Egitto di Shan Amanullah Khan

Il trattato d’amicizia tra l’Afghanistan e l’Egitto
Per l’apertura dell’ambasciata
Scritto in lingua persiana. (30 maggio 1928)

https://www.bbc.com/persian/afghanistan-44347250

In Egitto la regina Soraya sarà rimasta affascinata dall’ambiente così ricco di storia. Amava la 
storia, la natura e rimase colpita nella visita delle piramidi a lei certamente non sconosciute dato che 
era una siriana.
 Conobbe sicuramente la regina Nazii Sabri, la prima regina consorte d’Egitto dal 1919 al 1936.
Nazii Sabri - Regina d’Egitto

Nazii Sabri (نازلي صبري )
(25 giugno 1894 – 29 maggio 1978)

La regina Soraya, allora ventottenne, si trovò di fronte ad una sua coetanea (la regina Nazli aveva 
33 anni) e da appena 8 anni era diventata regina d’Egitto. Era la seconda moglie del re Fouad I 
d’Egitto.
Apparteneva ad una importante famiglia,  figlia di Abdur Rahim Sabri Pasha, ministro 
dell’agricoltura e governatore del Cairo e di Tawfika Khanum Sharif.
Aveva un fratello, Sherif Sabri Pasha ed una sorella Amina Sabri.
La famiglia aveva un’origine complessa: egiziana, turca, greca e francese.
Infatti era la nipote materna del maggiore generale Mohamed Sherif Pasha, di origine turca e primo 
ministro degli Affari Esteri e pronipote dell’ufficiale di origine francese Suleiman Pasha.
Suleiman Pasha, nato Joseph Save, fu uno dei comandanti militari di Napoleone Bonaparte ed uno 
degli autori della famosa enciclopedia “Description de Egypte” del 1798.
Nazli studiò al Lycée de la Esclave-de-Dieu al Cairo e successivamente al Collège Notre-Dame de 
Sion ad Alessandria. Dopo la morte della madre, Nazli e sua sorella furono mandate in un collegio a 
Parigi dove studiarono per due anni.
Nazli fu incoraggiata dal padre a studiare a Parigi e questo aspetto era insolito per le ragazze 
dell’epoca. La ragazza fu a contatto con i sogni occidentali di libertà e finì con l’esserne influenzata.
Alla fine si prese la responsabilità, una grande responsabilità, di continuare a vivere quegli aspetti di
 libertà nella sua patria, nella sua casa in Egitto. Aspetti che, dati i tempi, erano irrealizzabili e che 
finirono con l’influenzare  la vita futura della sfortunata Nazli.
Al suo ritorno al Cairo fu costretta a sposare un suo cugino turco  Khalil Sabri. Nazli aveva 24 anni 
e il matrimonio si concluse con un burrascoso divorzio dopo appena undici mesi.




Dopo la separazione andò a vivere in casa di Safiya Zaghloul, un’attivista politica egiziana
una dei primi leader del partito Wafd oltre che una delle prime attiviste dell’emancipazione 
femminile.
Qui conobbe Saeed Zaghloul, nipote del marito della Safiya

Safiya Mostafa Fahmy - Safiya Zaghloul (1876-1946)
Figlia di uno dei primi ministri dell’Egitto da quando il sistema ministeriale fu
istituito nel paese all’inizio del 1900.
Si sposò con Saad Zaghloul, leader del partito Wafd che guidò la rivoluzione del 1919
contro l’occupazione britannica in Egitto.




In seguito alla Rivoluzione egiziana del 1919, il Regno Unito decise di concedere, il 28 febbraio 
1922, una Costituzione e l’indipendenza all’Egitto, pur imponendo una serie di limitazioni: la Gran 
Bretagna avrebbe continuato a mantenere il controllo sulla politica estera e sulla difesa egiziana. 
Durante la rivoluzione del 1919 la Safiya organizzò delle manifestazioni femminili  per rivendicare 
l’indipendenza dall’Impero Britannico.
Alle fine della prima guerra mondiale l’Egitto fu colpito da una rivolta nazionalistica.
Un gruppo guidato dal politico Saad Zaghloul fu inviato a Londra per negoziare l’indipendenza.
Una delegazione che diede il nome al partito “al-wafd” (missione) che sarebbe diventato il più 
grande partito nazionalista egiziano. 

Nel marzo 1919 l’alto commissario britannico in Egitto, Reginald Wingate, ordinò la deportazione 
di Zaghloul a Malta e l’intero paese si sollevò. Le manifestazioni e le proteste diedero origine a 
violenti scontri con saccheggi, feriti ed arresti. Si registrarono anche numerosi attacchi contro i
funzionari  militari britannici tra cui uno a Deirut dove vennero uccisi in un treno otto ufficiali 
inglesi. I disordini videro anche la partecipazione attiva delle donne che,  con il volto coperto da un 
velo, incitavano la folla. Era questa la prima manifestazione di un movimento femminista. La 
repressione britannica si chiuse con il tragico bilancio di ottocento morti e 1.600 feriti.

Hamida Khalil aveva partecipato con altre persone alla preghiera del venerdì ad Al-Azhar nella 
moschea di Al-Hussein.
“Hanno quindi formato una manifestazione di
massa e presto il resto della gente si è unita a loro, tra cui una gran numero di donne,
per iniziare una feroce battaglia tra i manifestanti e le forze britanniche davanti
alla Moschea Al-Husseini”.

La manifestazione davanti alla Moschea di Al-Husseini

Gli inglesi impazzirono per la scena a cui prima non erano abituati,
pensando e illudendosi che i movimenti studenteschi che precedettero quel
giorno non si sarebbero estesi al resto delle persone, comprese le donne,
così che le mitragliatrici britanniche spararono a proiettili rapidi,
uccidendo vite, dando la caccia ai leader della manifestazione e dodici caddero.
Un martire. In prima linea c'era la grande martire rivoluzionaria Hamida Khalil,
per annunciare al suo solenne funerale i venti che soffiavano che la forza ruggente
della Gran Bretagna non poteva fermare , in modo che il suo martirio motivasse le donne.
Le altre martire uccise dagli inglesi furono: la signora Shafiqa Muhammad; Sayyda Hassan di al-Manasra nel quartiere Abdeen del Cairo così come Saadia Hassan; Shafiqa Ashmawy “” per lei si è tenuto un solenne funerale” del quariere Bulaq; Aisha Omar, Fatima Riyad e Naja Ismail.
Il 16 marzo si è svolta la prima manifestazione femminile di 300 donne,
guidata da Huda Shaarawy.
Secondo Abd al-Rahman al-Rafi'i, donne e ragazze hanno partecipato a manifestazioni di massa, come espressione di protesta contro l'uccisione e l'abuso di persone innocenti
nelle precedenti manifestazioni.
“Le donne hanno camminato in due file regolari, tutte portando piccole bandiere, e hanno fatto sventolare le strade principali in un grande corteo, chiedendo la vita di libertà, indipendenza e la caduta della protezione. Un luogo dove la gente applaudiva e applaudiva, e le donne cominciavano a incontrarle con applausi e ululati, e la maggior parte della gente del Cairo, uomini e donne, usciva per assistere a questa gioiosa processione, che non aveva precedenti,
e loro cantavano i loro canti.
I manifestanti erano in decenza e dignità, e il loro numero superava i trecento dai capifamiglia, e preparavano una protesta scritta per presentarla ai delegati degli stati, in cui chiedevano di informare la loro protesta contro le atrocità che il La nazione egiziana ha affrontato, ma i soldati britannici non hanno permesso al loro convoglio di attraversare, quindi quando i manifestanti hanno raggiunto la strada Saad Zaghloul, le donne dirette alla Casa della Nazione, hanno posto un cordone attorno a loro e hanno impedito loro di camminare, e hanno puntato le loro lance al petto, e rimasero così per due ore sotto il bagliore del sole cocente.

La signora Hoda Shaarawy ha confermato nelle sue memorie di aver detto al soldato inglese: "Non abbiamo paura della morte. Sparami con la tua pistola al petto per farmi un'altra Miss Hamida".

È stata firmata la prima dichiarazione delle donne, a cui ha partecipato un folto gruppo di donne, tra cui Hoda Shaarawy, Neamat Fahmy, Tahia Salem, Muqallada Iskandar, Fahima Mukhtar, la moglie del Dr. », nonché la moglie di Qasim Amin, e altri .

Così, grazie ad Hamida Khalil, la prima donna martire in Egitto, morta per la sua difesa della patria e la sua indipendenza dall'occupazione britannica, presto seguirono altre manifestazioni femminili, e il loro contagio si diffuse dall'aristocrazia agli strati della classe media , e da lì alle donne della classe operaia, tra le quali caddero martiri nella Rivoluzione del 1919.

Sfortunatamente, c'è una mancanza di interesse nel narrare questi fatti in generale, quindi il pregiudizio è fatto attraverso una storia imprecisa e fatti denigratori, sperperando i diritti dei veri eroi che si sono sacrificati per il bene dell'elevazione e della prosperità dell'Egitto. grande e sorprendente ruolo che le donne egiziane hanno svolto durante e dopo la rivoluzione.

Il marito d Safiya fu esiliato successivamente nell’isola delle Seychelles(?) e la donna continuò 
nella lotta della rivoluzione diventando una figura centrale del partito Wafd.  e  nella liberazione 
delle donne egiziane. 

Madame Zaghloul di fronte al Casino Palace Hotel , Port ha detto prima di partire per unirsi a suo marito a Gibilterra 16 ottobre 1922

La Zaghloul continuò la lotta politica per 20 anni e, dopo la morte del marito,  fu avvertita dal 
primo ministro egiziano Ismail Sedqy Pasha di abbandonare la sua attività. La donna continuò la
sua lotta. Safiya non aveva figli, ma era chiamata dalla gente come
La madre degli egiziani
Un ruolo importante anche per la promozione dei diritti delle donne.
Dopo l’esilio del marito, Safiya aveva rilasciato una dichiarazione che fu letta dalla sua segretaria 
durante una manifestazione di massa che si svolse intorno alla sua casa, chiamata dalla gente, “Bayt 
al-Umma” (la Casa della Nazione)..
“Se la forza bruta inglese ha arrestato Saad e la sua lingua, allora sua moglie e compagna di vita sta facendo testimoniare a Dio e alla patria che sostituirà il suo grande marito… e che si considera una madre per tutti coloro che sono usciti per affrontare i proiettili per amore della libertà".
 Il 16 marzo 1919 Hamida Khalil fu la prima di sei donne egiziane uccise dai soldati britannici
mentre protestavano contro il colonialismo.  Il 16 marzo segna, ancori oggi, la data della ricorrenza 
della donna egiziana.

Kamila Khalil era una ragazza rivoluzionaria del quartiere Gamaleya al Cairo e cadde colpita dai 
proiettili inglesi mentre partecipava in prima fila durante la manifestazione davanti alla moschea di 
Al-Hussein e vicino alla casa di Safiya Zaghloul.
Gridava con i manifestanti la rabbia contro la continua occupazione britannica:
Saad..Saad… lunga vita a Saad…lunga vita alla mezzaluna con la croce…
(Saad era il leader del partito Wafd, marito di  Safiya Zaghloul)
Nessuno conosceva il suo nome ed era una delle 300 donne che parteciparono alla manifestazione. 
Donne che avevano deciso di uscire dal perenne silenzio, di resistere alle tradizioni e ai divieti, per 
dichiarare la verità. Erano guidate da Safiya Zaghloul e da Huda Shaarawy.
 Huda Shaarawy fu una delle figure femministe egiziane più famose di tutti i tempi, insieme a 
Durriya Shafiq, Safia Zaghloul ed Ester Fanous.  Sha'arawi fu la fondatrice dell'Unione femminista 
egiziana. Nel 1919, Sha'arawi contribuì all’organizzazione di una delle più grandi proteste anti-
britanniche delle donne di tutti i tempi.
Dopo aver partecipato al Congresso dell'Alleanza internazionale per il suffragio femminile a Roma, 
Sha'arawi prese la decisione consapevole di togliersi il velo dal viso, un atto che sarebbe passato alla 
storia come uno dei momenti più decisivi della resistenza femminista in Egitto.
Huda Shaarawi aveva fondato l'Egyptian Political Union Group ed aiutò le donne a partecipare alla 
vita pratica e a prendersi cura dei propri figli istituendo asili nido per bambini.
Chiese l'istituzione di cliniche mediche per i poveri e ricevette una serie di onorificenze 
internazionali.

Fu la prima donna a rivendicare
Il diritto delle donne a partecipare alla vita politica e, con grande coraggio, portò avanti il processo di liberazione delle donne e il loro diritto all'istruzione, schierandosi a favore dell’emanazione  di una legge per specificare l'età del matrimonio per le ragazze.

Shaarawi fu un membro fondatore dell '"Unione delle donne arabe" e presidente nel 1935.
Nel 1944 tenne  la Conferenza delle donne arabe alla presenza di delegati di diversi paesi arabi.
Nel 1921, mentre gli egiziani stavano ricevendo Saad Zaghloul,  Hoda Shaarawi si tolse 
pubblicamente il niqab davanti al popolo e lo calpestò con i piedi insieme alla sua collega Siza 
Nabrawi. Il suo comportamento fu applaudito da una folla di donne e tutte ti tolsero i niqab.
Huda scrisse nelle sue memorie:
“Abbiamo sollevato il niqab e io, la mia segretaria Siza Nabarawi, e abbiamo letto Al-Fatihah, poi siamo saliti sui gradini del piroscafo, con i nostri volti scoperti, e ci siamo voltati per vedere l'effetto del volto che sembrava svelarsi per la prima volta tra la folla, e non ci faceva alcun effetto, perché tutta la gente si stava dirigendo verso Saad, desiderosa di vederlo”.
Morì dopo una grande lotta per le donne, il 12 dicembre 1947 .

Il racconto di Nazli continua…
Il fidanzato della Nazli fu esiliato assieme allo zio e il rapporto d’amore svanì.
Il sultano d’Egitto Fuad I vide per la prima volta Nazli ad uno spettacolo del Teatro dell’Opera del 
Cairo.
Il principe Faud aveva alle spalle un matrimonio fallito con la principessa Shewelkar, nipote di 
Ibrahim Pasha.

Shivakiar Ibrahimشويكار الأميرة )
‎ (Scutari25 ottobre 1876 – Il Cairo17 febbraio 1947)
Figlia del principe Ibrahim Fahmi Ahmad Pascià e della sua prima moglie,
Vijdan Navjuvan Khanum.

Nel 1896 sposò in prime nozze il cugino, il principe Fu’ad (Fuad I) che in seguito sarebbe diventato il re d’Egitto. Il principe  era cugino di primo grado del padre della moglie. Il matrimonio si rilevò infelice. Nel corso di un litigio, il principe Fu’ad venne colpito alla gola da un colpo di pistola sparato  dal cognato (Shahzadeh Ahmed Saif al-Din).
.
Riuscì a sopravvivere ma portò il segno della cicatrice per tutta la vita.
Dal matrimonio due figli/e: Isma’il e Fawkia.
Il matrimonio si rilevò infelice e la coppia divorziò nel 1898.
La principessa si risposò nel 1900 con Abdul Rauf Sabit Bey, un ufficiale di marina ottomano con il quale ebbe due figli. Altro divorzio nel 1903. Si risposò nel 1904, come seconda moglie, con Saifullah Yusri Pasha, con il quale ebbe due figli: Vahid Yusri Pasha e Lufthia Khanoum.
Questo matrimonio durò fino al 1916. Tra il 1917 ed il 1925 si sposò con Muhammad Salim Khalil Bey Demirkan con il quale ebbe un ultimo figlio. Infine  un ultimo matrimonio nel 1927 con Llhamy Hussein Psha.
Tra il 1920 ed il 1940  Shivakiar Hamin si dedicò ad opere di beneficenza ed ai diritti delle donne.
Fu la presidente dell’associazione di beneficenza Muhemmad Ali e dell’associazione femminile “Mara al- Guedida” (La Nuova Donna).  La principessa scrisse nel 1930 circa, tre libri che furono pubblicati in lingua francese:
Mon pays: la renovation de l'Egypte, Mohammed Ali (Il mio paese: la rinascita dell'Egitto, Mehmet Ali), Ne-Ouser-Ra (il faraone Ne-Ouser-Ra) e Sa petite esclave (La sua piccola schiava).
Morì il 17 febbraio nel suo palazzo Al-Kasr al-Aali e fu sepolta a Bab al-Khalk, nella
necropoli Qarafa del Cairo.

La Tiara della Principessa Shivakiar d’Egitto.


Collana di smeraldi e diamanti
http://bijoussimo.b.i.pic.centerblog.net/o/Shivakiar-necklace.jpg

Il celibato del principe Fuad durò per circa 21 anni. Si rifiutò di risposarsi malgrado il gran numero
di pretendenti (turche, inglesi, ecc.) che lo circondavano.
Il 12 maggio 1919 il principe Fuad fece a Nazli Sabri la proposta di matrimonio


Il principe aveva ben 26 anni più di lei e alla fine, il 24 maggio 1919, si sposarono nel Palazzo 
Bustan al Cairo.
Come mai il principe Fuad cambiò idea nell’abbandonare il celibato dopo il primo matrimonio?
Aveva l’obiettivo di avere un figlio che dopo di lui avrebbe ereditato il trono del regno. Aveva avuto 
solo un figlio dalla sua prima moglie Shewelkar.
La principessa si trasferì all’haramlek (un luogo dove solo le donne potevano avere accesso) nel 
palazzo Abbasiya.
Nazii fu subito messa sotto pressione dal marito per avere un figlio e fu anche minacciata che 
sarebbe stata confinata per sempre nell’haramlek se non avesse dato alla luce un bambino.
L’11 febbraio 1920 nacque Farouk I, principe ereditario e a Nazli  fu concesso di spostarsi al 
Palazzo Qubba (Koubbeh), residenza reale ufficiale di suo marito.

La principessa Nazli con il figlio Farouk


https://www.facebook.com/photo/?fbid=4890303081061585&set=a.2788272354598012&locale=cy_GB

Nel 1922 il principe Fuad diventò il primo re d’Egitto e la principessa Nazii acquisì il titolo
di regina.


La regina Nazli si considerava di gran lunga superiore a re Fouad e più informata di lui,
poiché è laureata in istituti ed università Francesi, padroneggia in diverse lingue mentre
Fouad è figlio di un’educazione militare e non sa nulla di cultura o arte….. è bravo a trattare solo con le prostitute.
La regina ebbe poi quattro figlie: Fawziya, Faiza, Faika e Fathiya.


Da sinistra a destra:
la principessa Faiza, la principessa Faika, la principessa Fawzia e il principe Farouk
https://eurohistoryjournal.blogspot.com/2021/11/100-years-since-birth-of-princess.html


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/de/Farouk_with_his_mother_and_sisters.jpg


https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/d/de/Farouk_with_his_mother_and_sisters.jpg

La vita di palazzo non era gradita alla regina e neanche i titoli che le furono dati.
Era prigioniera nell’immenso palazzo e non c’era nulla che l’avvicinava a suo marito.
Nazli di lamentò diverse volte con il re perché l’ignorava  e molte volte fu trattata anche con 
asprezza e violenza. Spesso fu insultata ed anche picchiata.
La sua vita era di completa reclusione nel palazzo… poteva assistere a spettacoli d’opera, 
manifestazioni floreali ed altri eventi culturali per sole donne.
Una donna istruita, emancipata in contrapposizione alla donna egiziana dell’epoca e non poteva non 
considerare questa esperienza matrimoniale come soffocante.
Ogni volta che la coppia litigava veniva schiaffeggiata dal marito e confinata con il suo seguito per 
molte settimane nel palazzo. Voci di palazzo affermarono anche come la regina Nazli tentò il 
suicidio con un’over dose di aspirina.
Accompagnò il re nel suo viaggio in Europa nel 1927 e fu molto festeggiata in Francia anche per i 
suoi antenati francesi. Nell’inaugurazione del Parlamento egiziano del 1924 fu tra i partecipanti 
reali alla cerimonia d’apertura ma venne confinata in una sezione speciale della galleria destinata 
agli ospiti.

 







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