Enciclopedia delle Donne - XV Capitolo – Rita Montagnana e il figlio Aldo Togliatti
Dopo la consacrazione all’Esposizione del 1911, Torino resterà fino alla seconda Guerra Mondiale la sede di una produzione che fu una delle componenti più rilevanti, ancora poco studiate, nel panorama del mondo del lavoro e della realtà economica e commerciale della città. Si trattò di un fenomeno di eccezionale qualità professionale più che di una creatività specifica, che veniva dichiaratamente lasciata a Parigi, leader universale della moda femminile.
“lo studio
assiduo del mondo addetto alla preparazione degli oggetti di moda: gran sarti,
modiste, pellicciai.., per rivaleggiare con Londra, Parigi; è un'ambizione
magnifica che spinge a sacrifici grandi, e dà al commercio una bella e lucida
impronta di professionale dignità”.
Proposte innovative vennero anche da una nuova cornice espositiva. All'Esposizione del 1928 il Padiglione delle Feste e della Moda, ideato secondo i principi del razionalismo architettonico da Levi Montalcini e Pagano, ospitò vecchie e nuove case torinesi come Rosa e Patriarca, Garda e Bounous, Franco, Gori, Mary Mattè, le Sorelle Gambino.

https://www.abebooks.it/1928-esposizioni-Torino-Storica-Sabauda-Vittoria/30918314680/bd#&gid=1&pid=1
All’Esposizione
di Torino, padiglione alla “Meiveilleuse”,
La
Storia della Moda negli anni ‘20
https://www.youtube.com/watch?v=_14Vw9HIF7A
da Manfredo Montagnana, figlio di Massimo ed edito da “Giuntina”.
La Casa Editrice Giuntina nacque come settore editoriale dell’antica Tipografia Giuntina,
fondata a Firenze nel 1909 da un ebreo polacco, il celebre libraio antiquario ed editore Leo S. Olschki, che, da buon umanista, scelse per la sua tipografia un nome caro alla tradizione
famosi tipografi-editori Giunta (o Giunti), attivi a Firenze, Venezia e Lione
fra i secoli XV e XVII. Importanti dal punto di vista storico furono le edizioni:
del Decamerone del 1527, detta “Ventisettana” e quelle delle “Vite” del Vasari del 1568.
Una storia di tante diaspore, segnate dalle persecuzioni politiche e antisemite,
che nel tempo vedrà vari protagonisti di questa numerosa famiglia spostarsi rispettivamente
in Unione Sovietica e in Francia, in Messico, in America Latina, in Australia.
Rita Montagnana nacque, il 6 gennaio 1895. in una modesta casetta, di due soli piani
fuori terra, in via Monginevro n. 68, nel cuore di Borgo San Paolo. Borgo San
Paolo era allora un quartiere operaio di Torino con una forte e radicata
ideologia comunista.
Moise Montagnana, figlio di un macellatore rituale, era direttore della sartoria ebraica Bellom, che riforniva la famiglia reale Savoia. La madre, Consolina Segre, era figlia di un orafo ebreo molto osservante.
Anche la figlia Rita Montagnana era del settore perché lavorava come sarta nella sartoria Sacerdote.
Dopo la morte prematura di Moise, la famiglia avrebbe potuto continuare a vivere «quasi agiatamente», come testimoniò il figlio Mario, che diventò giornalista e direttore del quotidiano “L’Unità”.
Era molto giovane ma l’educazione che le avevano dato l’aveva resa ben consapevole dei propri diritti, così partecipò ai grandi scioperi delle sarte torinesi nel 1909 e 1911.
Le sarte torinesi, dette “Caterinette” perché la loro protettrice era Santa Caterina d’Alessandria.
Passavano sotto i portici di via Po e nel loro procedere svelto portavano una ventata di allegria.
Nei loro cuori erano presenti sempre le dure condizioni di lavoro a cui erano sottoposte senza contratti di lavoro. Lavoravano nelle sartorie per ottenere piccoli guadagni e al cospetto della "signora" molto severa ed esigente nell’esecuzione dei lavori.
Una moda in continua evoluzione con l’ultimo modello della gonna schiacciata sulla parte anteriore e che sviluppava una certa ampiezza sul di dietro, spesso con un piccolo strascico.
L’eleganza era diventata un modello fondamentale per l’affermazione della propria posizione sociale non solo nei ceti più elevati ma anche nella borghesia.
C’era l’affermazione del famoso tailleur, un abito pratico e necessario nel guardaroba delle signore eleganti.
Tutte questi modelli richiedevano cura, attenzione nella loro creazione da parte delle sarte anche perché i tessuti erano molto preziosi come il Crepe de chine, la mussola di seta, il tulle e lo chif fon.
Nel
1905 era nata la rivista “Donna”, un quindicinale de “La Stampa” che aveva la
sua redazione in via Robilant e diretto da Nino Caimi.
Redazione ed amministrazione
de “La Donna”
Torino – Via Davide
Bertolotti (?)
- Orario giornaliero di 8 ore;
Lo scioperò durò ben otto giorni e si concluse alla fine con un accordo in cui i punti salienti furono:
(dal Libro: Aghi e Cuori , di Maria Bellocchio).
Erano le sartine di Guido Gozzano, di Cesare Pavese,.. erano donne dalla vita faticosa, mal compensata che spesso portava a malattie dopo un lampo di speranza legata al lavoro.
Solo nel 1943 avranno un regolare contratto di lavoro …
Di Cesare Pavese
Poche ore, ché il suo lavoro non le lasciava altro tempo. Una sartina.
L’artista le aveva spiegato a lungo quel che sognava di creare. Un quadro in tre
parti…[…]
Entrava nella casa del pittore come in un altro mondo. Un’atmosfera di sogno, un
po’ fantastica. Le belle camere nitide, segrete.
Qualche fiore, qualche cuscino, dai colori belli, e tanti tanti quadri che però non
riempivano, non rompevano, quelle linee pure, studiate con arte, ma vivevano ognuno
nella sua vita, appartati e completati dalle armonie semplici coi mobili, colle pareti,
nelle poche camere richiuse.
E, nello studio, una gran luce, per la gran vetrata.
Ella entrava e il pittore l’accoglieva con un sorriso lento e parole pacate. Un uomo
pallido, nel camicione da lavoro, in mezzo a un caos di strumenti e di materia. Pennelli,
colori, tavole, tele, cavalletti, tutto in disordine, quasi elementi, da cui la sua mano
esperta dovesse strappare e esprimere la vita.
La Sarta
Don Pompeo
Mongiello
Una
volta,
quella solita volta,
c'era anche una donna,
di energia tanta ne aveva
da tutte le parti spruzzar doveva;
un pezzo di gabardine
come convenir tagliato era,
e poi i pezzi, di codesta stoffa,
con l'imbastitura insieme messi furono;
alla definitiva cucitura,
con una macchina per cucire a pedali,
la prova s'aspettava,
e l'unica essere si sperava.
E quando al fin,
dopo le piccole ore della notte fatto aver,
il tailleur completato fu,
non altro s'aspettava delle ultime rifiniture fare,
e le imbastiture ed ultimi fili superflui estraniare;
e come ultimo tocco della gran maestra
un colpo di ferro
da stiro dare.
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Particolarmente attiva nei moti torinesi per il pane nel 1917 e nello stesso anno fu eletta nel comitato regionale femminile e nella commissione esecutiva della sezione socialista di Borgo San Paolo. Nel 1919 era a capo anche del movimento dei Consigli operai e all’occupazione delle fabbriche.
Rita Montagnana partecipò al XVII Congresso del Partito Socialista che si tenne a Livorno, dal 15 al 21 gennaio 1921 nel

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i principi del socialismo rivoluzionario scientifico….
.. Egli è contro l’azione rivoluzionaria dei contadini come è contro l’azione rivoluzionaria degli operai, perché egli è, in generale, contro la rivoluzione
….. Abbiamo detto a Mosca: permettete che l’epurazione si faccia nel modo
Non ci pareva di chiedere molto […]. Perché questa smania di scissura immediata e profonda? Perché teorizzare questo urto che può spezzare anche tutti quanti gli altri nostri organismi?».
della seconda guerra mondiale e dalle demolizioni postbelliche.
Era uno dei più bei teatri italiani, completamente decorato da Luigi Ademollo .
Qui si tenne il congresso che portò alla fondazione del Partito Comunista d'Italia .
Nel dopoguerra si preferì abbatterlo piuttosto che restaurarlo e solo in anni recenti i resti dei muri perimetrali e della facciata furono integrati in una moderna struttura scolastica.
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Simbolo elettorale del Partito Comunista d'Italia alle elezioni del 1924.
22 giugno – 12 luglio 1921
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Lo sfortunato Aldo aveva, almeno da quanto riportarono le cronache, un grave problema: era sofferente di schizofrenia con spinti acustici. Il malessere sembra che sia sviluppato, nella sua gravità, solo verso il 1950.
Nel gennaio del 1927, in seguito alla creazione di un centro estero dell’IC (Internazionale Comunista) a Parigi, la Montagnani lasciò (mese di febbraio) l’URSS per la Francia. A Parigi iniziò la pubblicazione del periodico “Lo Stato Operaio”.
Con la ripresa dell’attività illegale, che caratterizzò gli anni della “svolta”, ebbe l’incarico di diffondere materiale clandestino, compiendo diverse missioni in Italia. Fu più volte ricercata dalla polizia ma riuscì sempre a sfuggire all’arresto.
Nel 1934 i Togliatti fecero di nuovo ritorno a Mosca e la Montagnani (il cui nome in codice era Anna) fu una delle poche donne, 11 su un totale di 105 italiani, a frequentare la scuola leninista. La frequentazione della scuola, destinata alla formazione di dirigenti comunisti, lasciò nella donna un segno molto profondo.
- la prima generalmente dedicata alle operazioni sul fronte russo-tedesco;
- la seconda con articoli di elogio e apologia del sistema sovietico, della sua organizzazione sociale e politica, delle realizzazioni dell’industria e dell’agricoltura;
- la terza composta da articoli e scritti dagli internati stessi sulla condizione di vita nei campi,;
- la quarta e ultima pagina dedicata alle “Notizie da tutto il mondo”.
L'”Alba” raccontò il viaggio della Cgil in Urss alla ricerca dei prigionieri italiani
Nell’estate 1945 all’interno del periodico fu riportata la notizia della
Visita di una delegazione della Cgil
(che sarà ripetuta nel 1947).
Su incarico di Togliatti, e secondo un accordo con il governo italiano, la
Delegazione si sarebbe dovuta occupare dei prigionieri italiani.
Il numero 28 del periodico, 14 luglio 1945, titolerà…
Una delegazione della Cgil parte per l’URSS
Il periodico del 18 agosto (n. 33), pubblicò, a firma di G. Longo,
una lunga intervista a Giuseppe Di Vittorio, il quale
si presta di buona grazia, anzi, siccome parla a nome di tutta la Cgil, invita Morelli
per la corrente democristiana della Cgil e Borghesi per quella socialista”.
Nell’intervista non ci sarebbe alcun riferimento in merito ai prigionieri,
ma il tema era fortemente sentito ed era presente.
Il problema maggiore era quello di dare notizie a casa ed avere notizie da casa,
per rassicurare i familiari da un lato, i prigionieri dall’altro.
Nella rubrica “Piccola Posta” furono riportati i messaggi dei prigionieri
e dei loro familiari…..
“Generale Ugo Buoncompagni – La sua signora ha personalmente pregato Adele Bei di trasmetterle i suoi saluti e assicurarla che a casa stanno tutti bene”;
“Ammiraglio Emilio Brenta – La sua signora, Teodora Brenta, manda saluti”.
Nei
giorni precedenti alla partenza per l’Unione sovietica, decine e decine di
parenti dei dispersi – saputo del viaggio – scrissero alla Cgil per avere
notizie.
Rita Montagnana era soprattutto una forte donna d’azione e come in Francia Julie Marie Vermeersch, compagna di Maurice Thorez, assunse con entusiasmo la guida dell’organizzazione femminile del partito. Questo secondo uno schema che fu concordato da Togliatti con Georgi Mihajlov Dimitrov (verso la metà degli anni trenta) e che aveva come obiettivo la formazione di una struttura unitaria aperta alle aderenti di tutte le forze politiche antifasciste.
Fu un’idea di Rita Montagnana, Teresa Noce e Teresa Mattei, un fiore scelto perché povero e facilmente reperibile.
Fu eletta all’Assemblea Costituente nel XIII collegio (Bologna – Ferrara – Forlì – Ravenna) e fu prima fra gli eletti del PCI con ben 68.722 voti di preferenza.
Successivamente diventò senatrice nella I Legislatura ( 8 maggio 1948 al 24 giugno 1953) eletta in Emilia Romagna nel collegio di Imola.
Lasciò la moglie per Nilde Iotti, giovane deputata del PCI. Questo avvenimento suscitò molto clamore anche nello stesso partito comunista che all’epoca era conservatore dal punto di vista della morale. Togliatti era sposato con Rita Montagnana solo civilmente e allora il divorzio in Italia non era possibile.
Togliatti andò a convivere con la giovane deputata e futura presidente della Camera. Rita rientrò a Torino.
Un figlio che aveva molto sofferto il distacco dai genitori che si trovavano in Spagna, mentre studiava presso l’istituto Ivanovo in Unione Sovietica.
Gli fu diagnosticata una grave malattia nervosa i cui sintomi si erano però manifestati da tempo.
La Montagnana si prese cura del figlio venticinquenne portandolo in una serie di cliniche in Ungheria ed anche in Unione Sovietica.
I risultati non furono soddisfacenti ed alla fine si stabilirono nella casa di Borgo San Paolo.
Una vita distrutta sia per la Montagnana che per il figlio, una vita avvolta dall’amarezza sia per la condizione del figlio che per l’esclusione subita dalla donna dalla vita del partito da cui fu emarginata.
Una emarginazione voluta da Carlo Celeste Negarville che la sollevò dall’incarico di responsabile femminile regionale del Piemonte per poi assegnarle un Collegio, come quello di Biella, nel quale non avrebbe mai avuto la possibilità di essere eletta.
Il suo ultimo incarico ufficiale fu quello di delegata al XX Congresso del PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica) nel 1956.
Il
Figlio Aldo Togliatti
Figlio di due importanti figure politiche ma soprattutto per tutta la vita fu “il figlio di Togliatti”, il dirigente dell’Internazionale Comunista, collaboratore di Stalin, segretario del Partito Comunista Italiano dal 1943 al 1964 e membro dell’Assemblea Costituente della Repubblica Italiana.
Aldo pagò forse le conseguenze di una vita frenetica, dedicata alla politica, da parte dei suoi genitori. Le sue turbe psichiche dipendevano forse da questa particolare situazione familiare? Dare una risposta non è facile.
Sembra un personaggio vissuto all’ombra dei suoi genitori, avvolto nella sua turbe psichica di cui i genitori erano forse inconsciamente colpevoli.
Un infanzia con il padre in carcere e successivamente come piccolo vagabondo seguendo il padre e la madre tra numerose capitali europee.
Prima di proseguire nel racconto della sua vita sarebbe bene soffermarsi un attimo sul carattere del padre che sicuramente influì sulla crescita di Aldo anche se in unione con altri aspetti della sua vita.
Come visse Aldo, un ragazzo d’altri tempi, in un ambiente così ricco di stimoli politici e culturali?
Massimo Cirri scrisse una biografia fu Aldo Togliatti, “ Un’altra parte del mondo”, edito da Feltrinelli…..
«Tuo padre è il Migliore (Togliatti), le masse lo adorano – oppure lo
odiano, ma sempre molto -; tuo zio Mario sta alla Costituente, lo zio ha anche
inventato l’Arci, quella delle Case del Popolo […]. La mamma uguale, scrive la
Costituzione. La fidanzata del babbo idem. Mamma un giorno torna dall’ufficio
un po’ più tardi […] e tu le chiedi come mai e lei ti dice cha ha dovuto
inventare il fiore simbolo della Festa della donna. Ma che vita è? Se lo
chiederà Aldo? ‘E io che farò?’».
Molti storici studiarono la personalità del Togliatti ed uno dei commenti che ritengo consoni alla figura del politico fu quello di Giorgio Bocca…
Si narra che nell’infanzia fu responsabile di un incidente. Gettò per gioco, forse per alimentare la fiamma della stufa della casa parigina, una busta contenete dei soldi che erano destinati alle attività clandestine del Centro Estero del PCI. Amava giocare con i cerini.
Ma fu in Unione Sovietica che passerà gran parte della sua gioventù e quando tornerà in Italia non sarà facile per lui abituarsi ai nuovi aspetti di vita.
Prima di trasferirsi in Unione Sovietica, alternò con i genitori dei periodi a Parigi ed in Svizzera ma fu nel 1934 che la famiglia si trasferirà a Mosca dove Palmiro Togliatti stabilirà la sua residenza.
Con i genitori risiedeva nell’Hotel Lux. Un hotel molto famoso perché destinato all’accoglienza dei leader comunisti stranieri.
Il palazzo fu costruito nel 1837, quindi prima della Rivoluzione russa, ed era di proprietà di un panettiere (appartenente alla famosa dinastia d panettieri Philippov/ Phillinov) e imprenditore russo: Dmitrii Phillinov.
Nel 1911 il proprietario decise di ampliare la propria attività nel settore alberghiero ed in una parte dell’edificio ricavò un albergo che chiamò “Francia”.
Nel 1917 ci fu la Rivoluzione Russa (caduta dello zar Nicola II) e i bolscevichi salirono al potere.

Molte persone ricevevano costantemente sostegno dall'imperatrice, compreso l’aiuto finanziario. Durante la sua permanenza in Crimea, organizzava regolarmente bazar di beneficenza, di solito a Yalta, che a volte duravano diversi giorni. L'imperatrice e le principesse realizzavano con le proprie mani tutti i prodotti venduti lì e i risultati erano impressionanti. Pertanto, un bazar di beneficenza nel 1911 portò 45.000 rubli, che ai prezzi moderni è più di un milione di dollari. Tutto il ricavato è andato in beneficenza, per aiutare i malati e i poveri.
Dopo la rivoluzione la Russia diventò meta di comunisti che giungevano nella capitale per partecipare alle riunioni del “Comintern”, ovvero l’organizzazione internazionale che sosteneva nel mondo il comunismo, o anche per cercare rifugio perché perseguitati, per le loro ideologie comuniste, dai rispettivi governi d’appartenenza.
Ho Chi
Minh

Una struttura, che secondo la cronaca, era anche infestata da cimici e topi.
Un ospite dell’albero, Ruth von Mayenburg, scrisse come in quella struttura vi passò ben otto anni della sua vita..
Indubbiamente, le condizioni raccapriccianti che gli ospiti dell'hotel vivevano ebbero un peso enorme sull’ambiente della struttura: angoscia, paura e disperazione impregnavano le stanze e i corridoi. Gli ospiti non facevano che chiedersi chi sarebbe stata la prossima vittima della polizia segreta sovietica.
Ma alcuni incidenti da brivido accaddero in quelle stanze anche senza il coinvolgimento dell’NKVD, Commissariato del popolo per gli affari interni.
Un altro residente dell’albero, Rolf Schalike, anche lui visse 8 anni nella struttura che sembrava un dormitorio….
Negli anni '50 le autorità cambiarono il nome dell'albergo in Centrale.
Molti ignorano i terribili segreti nascosti tra le mura di quell’albergo.
Il piccolo Aldo amava osservare il padre da lontano nelle celebrazioni per il primo maggio,. Un padre autorevole ma sempre distante per i suoi impegni politici.
A Mosca il padre Palmiro Togliatti cercò di spegnere la figura di Antonio Gramsci che aveva denunciato, per primo, i metodi repressivi di Stalin.
I rapporti tra Antonio Gramsci e Palmiro Togliatti non furono mai idilliaci. Gramsci non si fidava del Togliatti.
Gramsci, incarcerato nel 1926 a Turi, era stato ben presto ricoverato in clinica, poi in libertà condizionale, ma malato non poté lasciare la clinica dove morì nel 1937.
Il conflitto tra Gramsci e Togliatti fu notevole. Negli anni Venti, Togliatti era ancorato con la tesi leninista, secondo la quale prima si deve fare la rivoluzione economica e poi quella politica e quando Lenin morì, lo stesso Togliatti propose come continuatore Stalin e alla fine fu complice delle azioni del leader sovietico.
Diversa era la posizione di Gramsci, il quale, anche per l'influenza di Benedetto Croce, distingueva nettamente la società civile da quella politica. Sosteneva un metodo di conquista del potere da parte del proletariato fortemente diverso da quello del marxismo classico.
con i figli ( delio, nato nel 1924) e Giuliano (nato nel 1926).
Giulia Schucht (Gineva, 1896 - ?, 1980)
Matrimonio non Antonio Gramsci nel 1923, in Russia.
A Ivanovo regnava il bullismo e Aldo, studioso, timido, introverso, tutt’altro che violento, subiva le angherie del figlio di Tito e degli altri compagni e tutto questo in una scuola che aveva come obiettivo quello di creare dei perfetti stalinisti.
Da sinistra in piedi Domenico Bricarello "Walter", Mario Mancini "Grillo", Anello Poma "Italo", Francesco Moranino "Gemisto", Vinca Berti "Vinca", Bruno Salza "Mastrilli". Accovacciati da sinistra Luigi Moranino "Pic", Renato Sasso "Renato"
Data:12 – 12 - 1944
Infatti Dante Corneli, uno degli italiani sopravvissuti ai gulag, stimò come gli italiani presenti in Russia, negli anni Trenta, fossero tra i quattromila e i cinquemila.
Lettere, qualche documento, testimonianze di ricevute notizie sulla loro triste sorte,,, tutte raccolte nel libro di Petacco.
Così come la storia di Dante Corneli…. Testimone del terrore.
Veniva da Tivoli, dove nel 1922 aveva ucciso il locale segretario del fascio.
In Russia si stabilì a San Pietroburgo ed è anche vero che aderì alla formazione anti-staliniana di Trotsky, Zinovev. Dopo la loro sconfitta fece autocritica, sposò una donna russa, e trovò lavoro in una fabbrica di cuscinetti a sfera. Nel 1936 fu arrestato dall’Nkvd. Per ben dieci anni fu internato nel gulag nell’Artico e nel dopoguerra continuò ad essere un sorvegliato speciale, confinato e solo nel 1970 riuscì a rientrare in Italia. Pubblicò le sue memorie nel 1977, con tanti problemi, che furono ignorate dal PCI.
1933: Togliatti (al
centro in prima fila) con gli altri membri del Comintern
“Comunisti italiani in Unione Sovietica. Proscritti da Mussolini soppressi da Stalin” (Ugo Mursia Editore) scritto da Romolo Caccavale, partigiano comunista, giornalista dell’Unità, iscritto al PCI dal 1945.
Umberto Terracini, uno dei fondatori del Partito Comunista d’Italia (1921), presidente dell’Assemblea Costituente, figura di spicco del PCI, in un'intervista dichiarò…
In alcuni casi lo Stato forniva dei falsi certificati di morte ai parenti degli uomini rinchiusi nei gulag.
Salvare il partito a discapito della vita dei militanti
La Russia aveva in sé una lunga tradizione di antisemitismo popolare.
I contadini erano impregnati dalla propaganda antisemita religiosa. Negli anni Trenta, era opinione comune ritenere che le principali vittime delle persecuzioni staliniane fossero gli ebrei.
Aldo e i suoi compagni di scuola videro andare via da Ivanovo gli studenti colpevoli di essere diventati figli di “nemici del popolo”, non più allineati con Stalin o presunti cospiratori.
Il crescente nazionalismo russo colpì anche la cultura ebraica e vennero chiuse le scuole e centri culturali ebraici. Il patto Ribbentrop-Molotov del ’39 accelerò le persecuzioni e le restrizioni e quindi gli ebrei vennero esclusi dall’esercito, dalla diplomazia e dal commercio con l’estero. Un pericolo maggiore arrivò nel ’41 con l’avanzata della Germania nazista nei territori sovietici.
Aldo Togliatti e sua madre, dal ’41, vennero evacuati nelle retrovie, a Kujbysev, la capitale provvisoria, dove Rita collaborò con una radio antifascista in lingua italiana.
Il padre Palmiro Togliatti era assente, forse si trovava in Francia.
Nel 1944 - 1945, quindi la famiglia Togliatti si riunì in Italia.
Togliatti andò a vivere a Roma da dove guidava il partito, una separazione di fatto dal figlio, che andò a Torino a vivere con la madre. Togliatti sembrava orgoglioso di quel figlio che parlava quattro lingue, che aveva la passione per i numeri e le scienze. Aldo cominciò a sentire " il male oscuro" dentro di sé e i segni della depressione e della schizofrenia. Iniziò ad essere assente, a dire frasi sconnesse, a comportarsi in modo strano. Suo padre, diventato uno degli uomini più popolari d' Italia, decise di prendere le distanze da quel figlio scomodo.
Nel 1946, Palmiro Togliatti, nel pieno dramma delle Foibe e della persecuzione contro gli Italiani di Istria e Dalmazia, si recò a Belgrado ed affermò:
Questa bellissima foto ritrae Nilde Iotti, con un sorriso smagliante,
il giorno della sua elezione alla Presidenza della Camera nel 1979
Foto scattata davanti a Palazzo Montecitorio (Roma) nel 1958
da sinistra Nilde Iotti, Rita Montagnana (prima moglie di Palmiro Togliatti),
Non furono mai spedite. Sarebbero come un amoroso diario a testimonianza quindi di un amore passionale che ai tempi fece tanto scalpore.
Lo scambio epistolare si fermò nel momento in cui di due amanti decisero di convivere nell’abbaino posto sopra le Botteghe Oscure (cioè sopra la sede del partito dei Democratici di Sinistra in via Nazionale a Roma).
https://www.ilsole24ore.com/art/pcibotteghe-oscure-sede-storica-partito-togliatti-ADEmNuAB
Per
Rita Montagnana, la mitica “Marisa”, la separazione dal marito fu un dolore
sopportato con grande dignità senza clamori a differenza degli atteggiamenti della stampa e degli
esponenti del partito.
Una fervente cattolica, in bilico nel suo riformismo tra la Dc, i socialisti e il Pci, attenta nell’ascolto nel 1944, attraverso Radio Londra, della «voce gracchiante di Ercoli» (lo pseudonimo di Togliatti) che annunciava la "svolta di Salerno". Dopo la collaborazione alla Resistenza, l’esperienza nell’Udi e l’elezione come indipendente nelle liste del Pci a Reggio Emilia, per la Iotti arrivò la candidatura alla Costituente, la sua elezione e l’incontro con il suo grande amore della vita.
Per «Marisa», invece, la compagna del Togliatti nel periodo dell’antifascismo clandestino, resterà una storia di abbandono sofferto e penoso, anche per quel loro figlio, Aldo, tormentato da un insopprimibile mal di vivere.
Erano presenti 1.349 delegati votanti e 81 delegati consultivi , in rappresentanza di 6.795.896 membri del partito e 419.609 membri candidati del partito .
Al congresso parteciparono delegazioni dei partiti comunisti e operai provenienti da 55 paesi stranieri.
Ordine del giorno:
- Rapporto del Comitato Centrale del PCUS . Relatore - N. S. Krusciov .
- Rapporto della Commissione centrale di revisione del PCUS . Relatore - P. G. Moskatov .
- Direttive per il sesto piano quinquennale per lo sviluppo dell'economia nazionale dell'URSS 1956-1960. Relatore - N. A. Bulganin .
- Elezioni degli organi centrali del partito. Relatore - N. S. Krusciov .
Rita era prigioniera in Russia e chiedeva solo di poter riavere il suo passaporto per rientrare in Italia con il figlio.
(Muggia, Trieste, 27 settembre 1900 – Trieste, 9 novembre 1983)
Politico ed antifascista
Conosciuto anche come Vittorio Vidale, Enea Sormenti, Jacobo Hurwitz Zender,
Carlos Contreras, "Comandante Carlos", fu convinto assertore della linea
politica strategica internazionale impostata da Stalin e legato ai servizi segreti sovietici.
Aldo vivrà per molti anni con la madre a Torino, in un appartamento lontano dal centro, probabilmente a Borgo San Paolo.
Viveva come uno spettro, una vita senza motivazioni e con la morte di Rita Montagnana nel 1979 (sembra a causa di un ictus) si ritroverà di nuovo solo all'età di 54 anni.
Palmiro Togliatti muore prima, nel 1964. Gli imponenti funerali per la morte del padre furono per Aldo la sua ultima apparizione pubblica.
del corteo funebre dei funerali di Togliatti
(Accanto ad Alo, la madre).
data: 25.08.1964
luogo della ripresa: Roma
https://patrimonio.archivioluce.com/luce-web/detail/IL1000000706/11/funerali-palmiro-togliatti.html?indexPhoto=3
La compagna Nilde Iotti e la figlia Marisa.
Via delle Botteghe Oscure – Roma
La delegazione del Partito Comunista dell’Unione Sovietica,
guidata da Leonid ll’ic Breznev, presenzia davanti all’entrata di
Botteghe Oscure assieme a Dolores Ibarruri.
https://immaginidelnovecento.fondazionegramsci.org/image-h/HD2/2010-09-08/imgs/023711.jpg
https://www.gazzettadimodena.it/modena/cronaca/2011/07/12/news/la-sua-badante-racconta-era-come-un-fratello-1.725801
Marisa Cavicchi era infermiera quando Aldo venne portato in cura la prima volta
poi lo ha assistito anche da pensionata.
«Non era rinchiuso, qui lui ha vissuto»
ENCICLOPEDIA DELLE DONNE
IL MOVIMENTO FEMMINISTA. – IL
DIRITTO AL VOTO IN ITALIA
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2018/03/il-movimento-femminista-il-diritto-al.html
……………………………..
El emocionante cántico de las mujeres en la manifestación
en la huelga de Bilbao
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2018/03/el-emocionante-cantico-de-las-mujeres.html
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L’ENCICLOPEDIA DELLE DONNE (Seconda Parte)
ALCUNE DONNE IMPORTANTI DELL’ANTICHITA’….
Aspasia...La Pizia, Cinisca… Atlete
Vittoriose nelle Olimpiadi …le Allieve della Scuola Pitagorica di
Kroton…..Ipazia…
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2019/05/lenciclopedia-delle-donne-seconda-parte.html
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MONTE PELLEGRINO (RNO) (Palermo):
“Il Promontorio più bello al mondo…”
Parte Terza:
La Palazzina Cinese – Le Statue del Parco della Favorita (Parte
integrante della Riserva di Monte Pellegrino) –
Museo Etnografico Giuseppe Pitrè - Le Scuderie Reali –
Nella Palazzina Cinese c’è l’anima della Regina Maria Carolina d’Asburgo-Lorena (Enciclopedia delle Donne).
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2019/08/monte-pellegrino-rno-il-promontorio-piu_15.html
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ENCICLOPEDIA DELLE DONNE – (Terza Parte) –
LE PRIME MEDICHE DELLA STORIA
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2019/09/enciclopedia-delle-donne-terza-parte-le.html
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ENCICLOPEDIA DELLE DONNE (QUARTA PARTE) –
COSTANZA D'ARAGONA -
LA PRIMA MOGLIE DELL'IMPERATORE FEDERICO
II DI SVEVIA
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2020/01/enciclopedia-delle-donne-quarta-parte.html
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ENCICLOPEDIA
DELLE DONNE (QUINTA PARTE) –
JOLANDA (ISABELLA) DI BRIENNE
SECONDA MOGLIE DELL'IMPERATORE FEDERICO II DI
SVEVIA
REGINA DI GERUSALEMME E DI SICILIA
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2020/01/enciclopedia-delle-donne-quarta-parte_5.html
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Enciclopedia delle Donne (Sesta parte) –
Le Poetesse Siciliane del Risorgimento
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2020/07/enciclopedia-delle-donne-sesta-parte-le.html
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Enciclopedia delle Donne (Settima Parte)
Eleonor de Moura
Prima ed unica donna Vicerè di Spagna in
Sicilia - In 27 giorni di reggenza tante leggi anche a favore delle donne in
difficoltà –
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2020/08/eleonor-de-moura-prima-ed-unica-donna.html
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Enciclopedia Delle Donne - VIII Parte
Eleonora Alvarez de Toledo e i suoi tempi
Un periodo ricco di manifestazioni di
altissima cultura ma anche di gravi atti nei confronti delle
donne ..La morte di Maria de' Medici,
Isabella de' Medici, Leonor Alvarez de Toledo, ecc.
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2020/11/eleonora-alvarez-de-toledo-e-i-suoi.html
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Enciclopedia delle Donne (IX parte)
Damarete di Agrigento (VI secolo a.C.)
La prima donna della storia a protezione dell'Infanzia
–
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2020/12/damarete-di-agrigento-vi-secolo-ac-la.html
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Enciclopedia delle
Donne: X Parte
La triste storia
dell’etera Laide di Hykkara
La Prostituzione
Sacra – Le divinità: da Inanna
all’eroina Afrotide (?)
Un Piccolo viaggio
anche ad Erice e Pantelleria.
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2021/01/la-triste-storia-delletera-laide-di.html
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ENCICLOPEDIA DELLE DONNE - XI PARTE
LE FILANDIERE - IL FILO DELLA MEMORIA –
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2021/01/le-filandiere-il-filo-della-memoria.html
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Dedicato alle Donne Afghane… al loro coraggio.. افغان میرمنو ته د دوی زړورتیا ته وقف
شوی.
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/02/dedicato-alle-donne-afghane-al-loro.html
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ENCICLOPEDIA DELLE
DONNE – XII CAPITOLO
Le Donne
dell’Afghanistan – La Regina Soraya Tarzi (1926 - 1929) -- Prima Parte
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo.html
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Enciclopedia delle
Donne - XII Capitolo - 2° Parte
I Sovrani
d'Afghanistan, Amanullah Khan e Soraya Tarzi in visita di Stato
in Egitto ed
Italia (1927 - 1928)
Egitto:
La triste vita della regina Nazli Sabri
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-2.html
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Enciclopedia delle
Donne - XII Capitolo - 3° Parte
I Sovrani
d'Afghanistan Amanullah Khan e Soraya Tarzi in visita di Stato (1928):
Francia - Gran
Bretagna – Germania
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-3.html
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Enciclopedia delle
Donne - XII Capitolo - 4° Parte
I Sovrani
d'Afghanistan Amanullah Khan e Soraya Tarzi in visita di Stato (1928):
Polonia - Unione
Sovietica -Turchia
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-4.html
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Enciclopedia delle
Donne - XII Capitolo - 5° Parte
I Sovrani
d'Afghanistan Amanullah Khan e Soraya Tarzi in visita in Iran (1928)
L'Abdicazione -
L'Esilio a Roma
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-5.html
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Enciclopedia delle
Donne- XII Capitolo - 6° Parte
La discendenza dei
Sovrani d'Afghanistan, Amanullah Khan e Soraya Tarzi
Le mogli di
Amanullah - i Documenti Storici - I Sovrani fra la loro gente
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-6.html
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Enciclopedia delle
Donne - XII Capitolo - 7° Parte
I Sovrani
d'Afghanistan Amanullah Khan e Soraya Tarzi ricordati dalle figlie.
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-7.html
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Enciclopedia delle
Donne- XIII Capitolo – 8° Parte
L’Album di
Famiglia di Amanullah Khan e di Soraya Tarzi,
Sovrani d'Afghanistan
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/06/enciclopedia-delle-donne-xii-capitolo-8.html
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Enciclopedia delle
Donne- XIV Capitolo
La Baronessa di
Carini - Storia di uno dei tanti femminicidi del XVI secolo
https://sicilianaturacultura.blogspot.com/2023/09/enciclopedia-delle-donne-xiv-capitolo.html
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